Supercomputer, siglata la dichiarazione europea per la collaborazione sull’HPC

Pubblicato il 23 Mar 2017

From left to right, Mark Bressers, Thierry Mandon, Etienne Schneider, Andrus Ansip, Valeria Fedeli, Manuel Heitor, Carmen Vela and Herbert Zeisel, after the signature of the Declaration of European Cooperation on HPC, March 23rd 2017, Rome, Italy

I dati provenienti da 25 miliardi di device connessi entro il 2020 non potranno essere sfruttati senza un’adeguata infrastruttura di calcolo ad elevate prestazioni (HPC – High Performance Computing).

“L’Europa non è un leader nelle tecnologie per l’high performance computing e deve tornare ad esserlo”. Con queste parole Roberto Viola, direttore generale di DG Connect, la struttura europea responsabile per il progetto Digital Single Market, ha inaugurato la sessione convegnistica del Digital Day dedicata ai supercomputer.

L’Europa contribuisce oggi solo al 5% delle tecnologie per l’HPC ma ne utilizza il 30%. L’obiettivo europeo è tornare a essere protagonisti in questo settore e a occupare una delle prime tre piazze entro il 2022.

Per questo i ministri europei della ricerca e dello sviluppo econonico di Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Olanda e Lussembugo hanno siglato a Roma la dichiarazione europea per la collaborazione sull’High Performance Computing.

Valeria Fedeli, ministro italiano dell’istruzione, dell’università e della ricerca, ha dichiarato: “L’Italia ritiene strategica l’espansione delle infrastrutture di calcolo HPC per medicina e l’industria 4.0”.

I ministri si sono impegnati a realizzare infrastrutture informatiche di prossima generazione per l’elaborazione dei dati: un progetto europeo paragonabile ad Airbus negli anni Novanta e a Galileo nella prima decade di questo secolo. Questa infrastruttura supporterà anche il Cloud europeo per la scienza, che offrirà a un milione settecentomila ricercatori e a settanta milioni di professionisti della scienza e della tecnologia in Europa un ambiente virtuale in cui immagazzinare, condividere e riutilizzare i dati travalicando le barriere settoriali e i confini nazionali.

I supercomputer mettono migliaia di processori in parallelo per analizzare grandi quantità di dati in tempo reale. Permettono di elaborare e simulare gli effetti di nuovi farmaci, di arrivare a diagnosi più rapide e fornire cure migliori, di controllare le epidemie e di prendere decisioni migliori in tema di energia elettrica, distribuzione idrica, urbanistica e altri settori.

Il testo integrale della dichiarazione è disponibile qui.

Valuta la qualità di questo articolo

Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 4