Con il digitale l’industria di latte e formaggi risparmia fino a 100 milioni all’anno

Uno studio del Politecnico di Milano evidenzia quali tecnologia possono migliorare produzione e risultati dei caseifici italiani

Pubblicato il 25 Ott 2017

latte

Le tecnologie dell’industria 4.0 possono far risparmiare fino a 64mila euro di costi ogni anno a un caseificio. A fare i conti è l’osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e dell’università di Brescia. Soluzioni digitali come il monitoraggio via web dell’alimentazione dei bovini, la ricetta veterinaria elettronica e sensori smart per la distribuzione dei prodotti possono ridurre di 100 milioni ogni le spese a carico della filiera del latte e del formaggio made in Italy.

“Nel contesto agroalimentare italiano, il settore lattiero-caseario e già fra i più avanzati dal punto di vista tecnologico, con una grande mole di dati raccolti grazie ai pedometri per il monitoraggio del bestiame, con i più evoluti sistemi di gestione della mandria, fino ai robot di mungitura”, spiega Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood. E aggiunge: “Le nostre analisi però mostrano che il comparto oggi potrebbe risparmiare molti milioni di euro l’anno introducendo a livello di filiera strumenti digitali innovativi, nella maggior parte dei casi semplici e con investimenti ragionevoli. E i benefici potenziali sono significativi per tutta la filiera: dagli allevatori ai fornitori di materie prime, dalle industrie della trasformazione agli enti terzi di controllo, fino al consumatore finale”.

Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood

Controllo costante

Uno dei vantaggi del digitale si misura nel monitoraggio dei bovini. I ricercatori hanno misurato i risparmi ipotizzando che caseifici, allevatori e fornitori di mangimi comunichino attraverso un sistema internet in tempo reale, che elimina la carta. Il modello è stato applicato al Consorzio di tutela del Grana Padano, con i suoi 4.142 conferitori e 128 caseifici di trasformazione a cui si aggiungono oltre 50 fornitori di mangimi e vari altri attori. In questo caso i benefici potrebbero raggiungere 3 milioni di euro l’anno. Il sistema funziona anche su realtà più piccole: il Consorzio tutela Provolone Valpadana potrebbe avere un beneficio di 1 milione di euro l’anno, mentre il Consorzio Gorgonzola risparmierebbe 500mila euro l’anno.

La ricetta veterinaria elettronica

Dalla metà del prossimo anno sarà obbligatoria la ricetta veterinaria elettronica. L’obiettivo è snellire il processo di prescrizione eliminando i flussi cartacei che comportano costi di archiviazione e spedizione, complicazioni e inefficienze. Nella sola regione Lombardia, dove si contano 5.818 allevamenti di bovini da latte con una media di 190 capi l’uno e si produce più del 40% del latte italiano, i risparmi potrebbero raggiungere i 18,3 milioni di euro in un anno.

Distribuzione dei prodotti

La digitalizzazione può intervenire anche sull’ultimo miglio della filiera agricola. Applicando una soluzione tecnologica basata su sensori di rilevazione della temperatura, con geolocalizzazione dei mezzi di distribuzione, possibilità di monitoraggio in tempo reale del tragitto e delle modalità di conservazione, l’Osservatorio del Politecnico valuta una riduzione di almeno il 60% dei lotti compromessi per cattiva conservazione o sottrazione, con un beneficio annuo stimato per il settore lattiero-caseario di 7,5 milioni di euro, che possono arrivare a 10 milioni di euro nelle ipotesi più ottimistiche.

La soluzione ipotizzata si basa su un sensore smart che rileva la temperatura e altri parametri, uno smartphone o un tablet che riceve i dati ed è in grado di geolocalizzare e trasmettere informazioni in tempo reale ed è a sua volta connesso a una piattaforma cloud per la raccolta dei dati e a un software per l’analisi delle informazioni. In questo modo le aziende hanno in mano anche uno strumento per protezione dell’immagine, l’aumento dei dati per pianificare le strategie e per migliorare il valore di prezzo del prodotto.

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Luca Zorloni

Cronaca ed economia mi sono sembrate per anni mondi distanti dal mio futuro. E poi mi sono ritrovato cronista economico. Prima i fatti, poi le opinioni. Collaboro con Il Giorno e Wired e, da qualche mese, con Innovation Post.

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