Fraunhofer: più tecnologia RFID per migliorare la produzione di automobili

Il Fraunhofer di Magdeburg sperimenta l’applicazione di sistemi di identificazione a radiofrequenza nella catena di montaggio dei furgoni

Pubblicato il 03 Gen 2018

Un’etichetta Rfid al posto del tradizionale codice a barre. È questa l’innovazione digitale che i ricercatori del Fraunhofer di Magdeburg, in Germania, vogliono introdurre nell’industria dell’automobile tedesca. Il centro di studi, specializzato in operazioni e automazione industriale, ha sperimentato l’applicazione di un sistema di identificazione a radiofrequenza dei pezzi dei veicoli per accelerare la produzione, semplificare il controllo dei mezzi prima della consegna alle concessionarie e ridurre il margine di errore. “Le etichette Rfid sulle parti possono spingere l’affidabilità e l’efficienza dei processi significativamente”, riconosce Marc Kujath, ricercatore del Fraunhofer. I primi esperimenti sono stati condotti nella fabbrica di furgoni della Mercedes Benz a Ludwingsfelde, vicino Berlino. I prossimi test coinvolgeranno anche Daimler.

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Il problema

In una fabbrica di automobili oggi entrano centinaia di pezzi in più rispetto al passato, sulla spinta della personalizzazione che i produttori offrono ai clienti. Tuttavia alcune parti sono indistinguibili e spesso sono quelle legate alla sicurezza del mezzo. Per questo non hanno bisogno di una personalizzazione ed è difficile distinguere, ad esempio, pezzi che rispondono agli standard europei da altri. Oggi il controllo è manuale ed è affidato agli operai, che armati di lettore di codice a barre verificano la corrispondenza delle parti. Tuttavia è un lavoro ripetitivo, lento e soggetto al rischio di errori. Il Fraunhofer ha studiato un sistema per automatizzarlo.

La soluzione

Il centro di Magdeburg, che fa parte dell’organizzazione tedesca Fraunhofer-Gesellschaft (24.500 dipendenti, un budget annuale di 2,1 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi assicurati da contratti di ricerca), ha brevettato un sistema per digitalizzare il processo. Al posto del codice a barre, ha applicato su alcuni pezzi, come specchietti e sedili, delle etichette Rfid. Queste contengono molte più informazioni di un codice a barre, che ha un puro scopo identificativo. Possono comunicare su che veicolo deve essere installato il pezzo, ad esempio.

Inoltre, mentre i codici a barre devono essere letti uno a uno, le etichette Rfid possono essere lette tutte insieme. “Questo significa che le informazioni possono essere estratte dalle etichette Rfid in secondi in ogni momento”, spiegano i ricercatori tedeschi. Fino a oggi i controlli si effettuano alle fine, mentre questo sistema permetterebbe di verificare, passaggio dopo passaggio, se le parti sono giuste e sono al posto giusto.

Con questa soluzione, “abbiamo ridotto i punti ciechi nella programmazione della produzione”, osserva Kujath. E aggiunge: “Questo significa che un project manager ora sa dove si trovano gli imprevisti del processo e può porre la domanda giusta nel momento giusto. Inoltre abbiamo pensato ai diversi ruoli. Un project manager alla fine ha bisogno di informazioni diverse da un tecnico”.

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Luca Zorloni

Cronaca ed economia mi sono sembrate per anni mondi distanti dal mio futuro. E poi mi sono ritrovato cronista economico. Prima i fatti, poi le opinioni. Collaboro con Il Giorno e Wired e, da qualche mese, con Innovation Post.

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