FCA – Renault, oltre l’alleanza: verso la fusione paritetica

Il soggetto nato dalla fusione, che sarebbe costituito al 50% dall’attuale FCA e al 50% da Renault, con 8,7 milioni di veicoli venduti “sarebbe un leader mondiale nelle tecnologie EV, nei marchi premium, nei SUV, nei pickup e nei veicoli commerciali e avrebbe una più ampia e più bilanciata presenza globale rispetto a quella che ciascuna società ha da sola”

Pubblicato il 27 Mag 2019

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“Together we stand (divided we fall)”. Questo in sintesi il messaggio mandato da FCA a Renault stamattina. Dopo le voci che si sono rincorse in questi ultimi giorni di un’ampia partnership tra i due colossi europei arriva l’ufficialità che, un po’ a sorpresa, sposta in alto l’asticella della questione: il gruppo FCA ha infatti reso noto di aver inoltrato a Renault un’offerta di fusione paritetica per creare il terzo player mondiale in ambito Automotive. Il nuovo soggetto, che sarebbe appunto costituito al 50% dall’attuale FCA e al 50% da Renault, con 8,7 milioni di veicoli venduti “sarebbe un leader mondiale nelle tecnologie EV, nei marchi premium, nei SUV, nei pickup e nei veicoli commerciali e avrebbe una più ampia e più bilanciata presenza globale rispetto a quella che ciascuna società ha da sola”, rileva FCA nella sua nota.

Risposta positiva sia da parte del CDA di Renault, che ha detto che valuterà “con interesse l’opportunità di una tale combinazione”, sia da parte del Governo Francese (azionista di Renault) che ha detto che “incoraggerà” la fusione come passo per la “sovranità economica” europea, dove servono giganti in grado di competere su scala globale.

Il terzo OEM automotive al mondo

La “mostruosa creatura” che vedrebbe la luce sarebbe, dicevamo, il terzo player al mondo, il quarta nel Nord America, il seconda nell’area EMEA e il primo in America Latina con buone prospettive “per accrescere la propria presenza nella regione Asia Pacifico.

Sulla base dei risultati 2018, i ricavi della Società risultante dalla fusione sarebbero quasi 170 miliardi di euro con un utile operativo di oltre 10 miliardi e un utile netto di oltre 8 miliardi.

Dal punto di vista azionario quindi il nuovo soggetto sarebbe composto per il 50% dagli attuali azionisti di FCA e per il 50% dagli attuali azionisti di Groupe Renault. Prima che l’operazione sia completata, per attenuare la disparità dei valori sul mercato azionario, gli azionisti di FCA riceverebbero anche un dividendo di 2,5 miliardi di euro.

FCA: “Benefici per tutti”

La fusione proposta offrirebbe vantaggi a tutti, secondo FCA. Dal punto di vista di mercato consentirebbe una “copertura completa del mercato con una presenza in tutti i segmenti chiave dai marchi di lusso / premium come Maserati e Alfa Romeo ai forti marchi access come Dacia e Lada e includerebbe i ben noti marchi Fiat, Renault, Jeep e Ram così come i veicoli commerciali”.

Dal punto di vista geografico la forza di Renault in Europa, Russia, Africa e Medio Oriente si sommerebbe a quella di FCA in Nord America e in America Latina.

Dal punto di vista tecnologico FCA porterebbe la sua esperienza “nella guida autonoma, che comprende le partnership con Waymo, BMW e Aptiv”, mentre Renault la sua esperienza nel mondo dei vecioli elettrici.

Dal punto di vista finanziario si realizzerebbero entro sei anni “oltre 5 miliardi di euro stimati di sinergie run-rate annuali” grazie alla convergenza delle piattaforme, al consolidamento degli investimenti nei sistemi di propulsione e nell’elettrificazione e a economie di scala.

FCA stima che “circa il 90% delle sinergie derivererebbe da risparmi di acquisto (~40%), efficienze R&S (~30%), produzione e efficienze delle attrezzature (~20%)”. Parte del risparmio arriverebbe dalla riduzione del numero complessivo di piattaforme di veicoli di circa il 20% e delle famiglie di motori di circa il 30%.

Vantaggi anche per il partner dell’Alleanza Renault, che include Nissan e Mitsubishi. Il nuovo soggetto, insieme con i due partner asiatici, “sarebbe la più grande alleanza OEM al mondo, vendendo più di 15 milioni di veicoli annui”, rileva FCA. “Le ulteriori sinergie derivanti dalla fusione di FCA e Groupe Renault che dovrebbero maturare per Nissan e Mitsubishi semplicemente per la loro appartenenza all’Alleanza sono stimate in un valore intorno ad 1 miliardo di euro incrementale su base annua”.

Niente chiusure

Questi benefici, specifica FCA, non si otterrebbero al prezzo di chiusure di stabilimenti, “ma deriverebbero da investimenti più efficienti in termini di utilizzo del capitale in piattaforme globali dei veicoli, in architetture, in sistemi di propulsione e in tecnologie”. FCA, rileva la nota, “ha una storia di aggregazioni di successo di OEM con culture diverse per creare solidi leadership team e strutture dedicate a un singolo obiettivo. Quindi, il Consiglio di Amministrazione di FCA crede fermamente che l’aggregazione, che avrebbe la dimensione, l’esperienza e le risorse per destreggiarsi con successo nell’industria automobilistica in rapida evoluzione, creerebbe nuove opportunità per i dipendenti di entrambe le società e per i principali stakeholder”.

“Un’alleanza con Renault è utile per la crescita del gruppo e ad allargare la rete commerciale accelerando sull’elettrico dove Nissan, che sta dentro l’alleanza, è avanti”, ha commentato Marco Bentivogli, leader della Fim-Cisl. “Le prime garanzie di non chiusura di stabilimenti sono importanti ma vanno confermate in un incontro di confronto sindacale”.

Positivo anche il commento della Uilm: “Una notizia molto positiva per tutta l’industria italiana e per l’intero Paese, poiché smentisce ipotesi di disimpegno o addirittura di vendita del gruppo italoamericano”, commenta Rocco Palombella.

Preoccupata la Fiom, che ha scritto una lettera a John Elkann: “Ci auguriamo che non siano sacrificati stabilimenti italiani. Per questi motivi ci rivolgiamo a lei presidente, che è a capo dell’azienda e rappresenta la continuità con la storia ultracentenaria della sua famiglia e della Fabbrica Italiana Automobili Torino, perché si istituisca da subito un tavolo di confronto con tutte le parti sociali interessate, istituzioni e organizzazioni sindacali e di categoria”.

Perplessi anche i sindacati francesi: con il nuovo assetto “lo Stato francese scenderebbe dal 15 al 7,5% e perderebbe la sua minoranza di blocco e non avrebbero più un rappresentante nel nuovo CDA. Quindi l’azionista italiano potrebbe così privilegiare la sua base nazionale”, ha commentato la CGT. “Saranno ancora i dipendenti di Renault e di Fiat a dover pagare le conseguenze di un’eventuale soppressione di posti di lavoro”.

Gallina: “Solida opportunità di sviluppo per la filiera”

“L’annuncio di una proposta di fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Renault rappresenta uno dei segnali più importanti del vasto sommovimento in atto nel sistema mondiale dell’auto”, ha commentato Dario Gallina Presidente dell’Unione Industriale di Torino.

“Il processo di concentrazione delle case produttrici vede nella proposta di fusione FCA-Renault un passo molto significativo con la nascita di un grande gruppo, essenzialmente europeo, ma corredato anche di importanti proiezioni sia sui mercati asiatici sia su quello americano. I due Gruppi, con una grande storia in Europa, insieme potranno rafforzare la propria posizione nel mercato globale sfruttando sinergie tecnologiche e geografiche. Anche il mondo imprenditoriale torinese e tutta la filiera, composta da centinaia di aziende fornitrici, vedono nel nuovo gruppo italo francese e nelle sue dimensioni una solida opportunità di sviluppo, che potrà consentire un’ulteriore valorizzazione delle proprie competenze e capacità produttive”.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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