Imprese brianzole frenate dal rallentamento globale: i dati della Classifica Top500+

L’edizione 2019 del report Top500+, progetto di ricerca e di analisi dei dati economico-finanziari realizzato dal Centro Studi Assolombarda sulle imprese brianzole, testimonia un tessuto imprenditoriale vivo, dinamico e resiliente che però sconta il rallentamento del contesto macroeconomico globale, soprattutto sul fronte dell’export dopo la forte crescita del 2017.

Pubblicato il 03 Dic 2019

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Ottocento aziende brianzole con ricavi che vanno da 3,6 miliardi a 8,8 milioni di euro: un fatturato complessivo di 52,5 miliardi euro e un risultato di esercizio di quasi 2 miliardi. Un tessuto imprenditoriale vivo, dinamico e resiliente che però sconta il rallentamento del contesto macroeconomico globale, soprattutto sul fronte dell’export dopo la forte crescita del 2017.

È questa la fotografia delle realtà d’impresa della provincia di Monza e Brianza evidenziata dalla classifica Top500+ edizione 2019, il progetto di ricerca e di analisi dei dati economico-finanziari realizzato dal Centro Studi Assolombarda – promosso da Assolombarda in collaborazione con PwC e con il sostegno di Banco BPM – su un territorio che si conferma, anche quest’anno nell’analisi condotta sui bilanci 2018, uno tra i principali distretti manifatturieri d’Europa.

Il contesto economico 2018-2019

I numeri della classifica Top500+ confermano i risultati positivi del 2018 sul fronte della produzione industriale che ha segnato un +3,3%. Tuttavia, l’indicatore mostra già sul finire del 2018 alcuni segnali di rallentamento dei suoi ritmi di crescita: dai +3% e +5% nei primi tre trimestri, si è passati a un +1,8% nell’ultimo trimestre. Se per la produzione industriale si tratta di una decelerazione, per l’export è una vera e propria inversione di tendenza quella che accade nel 2018: dopo la forte espansione del 2017 (+11,6% rispetto all’anno precedente), la variazione del 2018 è negativa e pari al -2,7%. Il rallentamento progressivo nel 2018 si intensifica nel 2019: la produzione industriale di Monza e Brianza si contrae del -1,1% nei primi 9 mesi di quest’anno. In parallelo cala anche l’export, segnando una flessione pari al -8,2% nel primo semestre 2019.

Contestualmente, la Lombardia mostra segnali di stagnazione, con la produzione industriale che registra un magro +0,3% nei primi 9 mesi del 2019 (dopo un +3,0% nel totale anno 2018) e con l’andamento delle vendite sui mercati esteri che tra gennaio e giugno di quest’anno scendono del -0,6% (dopo una crescita del +5,4% nel 2018).

L’analisi

Per vagliare il sentiment delle imprese di Monza e Brianza, con riferimento ai preconsuntivi 2019 di fatturato ed Ebitda, il Centro Studi di Assolombarda ha contattato, tra ottobre e novembre, un panel di società che compongono il Top500+. Ne emerge che dopo un 2018 con vendite in crescita per quasi il 70% delle imprese, scende al 46% la percentuale di aziende che prevede di chiudere il 2019 con un fatturato in aumento. Le ‘top’ di Monza Brianza restano caute anche nelle previsioni dei margini: solo il 32% di esse prevede di chiudere il 2019 in crescita rispetto all’anno precedente, una quota nettamente inferiore a quella riferita ai consuntivi di bilancio del 2018, pari al 55%.

“Siamo tornati a crescita zero”, ha commentato Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda. “Il forte rallentamento economico del 2018 ha colpito pesantemente anche la produzione manifatturiera lombarda che, nei primi nove mesi dell’anno, registra solo un +0,3%, rispetto al +3,0% dell’anno precedente. La frenata di PIL e dell’export si sono purtroppo estese a tutta la fascia del Nord manifatturiero. Se per la domanda estera scontiamo l’effetto della guerra sui dazi, i motivi che ci hanno portato a essere gli ultimi per crescita in Europa sono dovuti all’assenza di una politica industriale del Paese. Avevamo chiesto di concentrare tutte le risorse sul cuneo fiscale e ci hanno restituito una manovra con più deficit, più debito pubblico, più tasse. Per non parlare del fortissimo ridimensionamento di Industria 4.0 e della rinuncia alle politiche attive del lavoro. In queste condizioni, anche un territorio ricco di eccellenza come quello lombardo e in particolare di Monza e Brianza, che guardando al confronto con il precrisi segnano rispettivamente +1,1% e +2,8% mentre l’Italia è ancora indietro al -3,3%, fatica a esercitare la funzione di locomotiva del Paese. Serve più consapevolezza e più coraggio per affrontare quanto sta accadendo in molte filiere industriali decisive per l’Italia e per l’Europa. Questo deve essere il nostro impegno”.

La classifica Top 500+

La classifica si apre con sei aziende Top performer, ovvero con un fatturato superiore al miliardo di euro: Esprinet S.p.A, Mediamarket S.p.A (new entry nella top 10, che nel 2018 ha trasferito gli uffici headquarter a Verano Brianza), Basf Italia S.p.A., STMicroelectronics S.r.l., Decathlon Italia S.r.l., Candy S.p.A. Seguono, con poco distacco, le altre quattro aziende che completano la top 10, con fatturati compresi tra 977 e 762 milioni di euro: Roche S.p.A., Gruppo Fontana, Sol S.p.A., Vender S.p.A., queste ultime tre radicalmente e storicamente legate al territorio.

Nel 2018 rispetto all’anno precedente, gli indicatori di performance delle aziende analizzate sono in aumento. Primo tra tutti, il fatturato complessivo passa da 48,2 a 52,5 miliardi di euro, segnando un +8,8% sul 2017. Miglioramento, anche se meno consistente, che si registra anche in termini di Ebitda mediano sul fatturato (da 6,1% a 6,2%) e ROE mediano (da 10,8% a 11,5%). La percentuale di aziende in utile cresce dall’88% all’89% e il reddito di esercizio complessivo passa da 1,5 miliardi di euro nel 2017 (in calo dagli 1,9 miliardi del 2016) a quasi 2 miliardi in somma algebrica nel 2018. Numeri che rafforzano la già evidente competitività del territorio di Monza e Brianza che nel 2018 ha generato quasi 10 miliardi di euro di esportazioni. Rispetto allo scorso anno le ‘top’ sono più stabili in classifica: ne escono 86, rispetto alle 104 della precedente edizione (le uscite sono per ragioni oggettive: es. scese in classifica sotto quota 800, acquisite, liquidate, trasferite fuori provincia). Le restanti 714 confermano quindi la loro presenza, ma variano nelle posizioni: 348 salgono, 350 scendono e appena 16 rimangono stabili.

Oltre alle eccellenze della top 10, anche le prime 50 posizioni mostrano fatturati di rilievo: basti pensare che da sole sommano oltre il 56% del fatturato complessivo del ranking, 35 su 50 appartengono al manifatturiero a conferma della grande vocazione produttiva che caratterizza da sempre il territorio di Monza e Brianza.

Focus sull’Ebitda

Al fine di analizzare la gestione caratteristica, ossia le attività più core delle aziende di Monza e Brianza, il Centro Studi di Assolombarda ha ordinato per Ebitda (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization) in percentuale sul fatturato le prime 50 imprese che rientrano nella Top500+. Questa classifica ristretta è composta da imprese che presentano un EBITDA in rapporto al fatturato superiore al 20%, e in particolare da una top five, che raccoglie società con l’indicatore superiore al 50%: Cisco Renting Italy S.r.l. (91,61%), Hallstar Italia S.r.l. (55,19%), Rottapharm S.p.A. (51,40%), CHG-Meridian Italia S.p.A. (51,27%), Ei Towers S.p.A. (50,43%). Le 50 aziende analizzate hanno ricavi compresi in un ampio range che va da 553 a 9 milioni euro, dimostrando che le performance nella gestione caratteristica vanno al di là della dimensione del fatturato e che anche per le imprese più piccole è possibile raggiungere marginalità elevate e addirittura superiori a quelle delle grandi imprese. Le top 50 si caratterizzano, inoltre, per il contenuto livello di indebitamento finanziario (37 hanno un Debt/equity ratio sotto lo 0,3 e, per 25, l’indice è addirittura pari a zero).

Inoltre, in termini di redditività del capitale proprio, ossia di ROE (Return On Equity), ben 42 vantano un indice a doppia cifra. Da questi risultati, emerge una idea chiara su queste realtà imprenditoriali: sono aziende particolarmente sane e ben focalizzate sullo svolgere al meglio ed efficientemente il loro core business.

“Il tessuto produttivo del territorio di Monza e Brianza – sottolinea Andrea Dell’Orto, Presidente del Presidio territoriale di Monza e Brianza e Vicepresidente di Assolombarda – mostra una decisa decelerazione a cominciare dall’attività produttiva manifatturiera e dall’export che è in flessione di oltre 8 punti percentuali nei primi sei mesi del 2019. Un quadro fortemente influenzato da un rallentamento del commercio mondiale, ma che le imprese sapranno affrontare anche attraverso nuove strategie che vedono l’innovazione quale driver per tornare a crescere. Una leva che per attivarsi e generare sviluppo necessita di competenze aggiornate e investimenti in nuovi processi e prodotti da offrire ai mercati internazionali”.

Le eccellenze del territorio

La forte vocazione alla produzione del territorio di Monza e Brianza è fortemente rappresentata: sono ben 433 (il 54% del totale delle aziende top) le aziende industriali presenti in classifica e producono ricavi per oltre 30 miliardi di euro, pari al 59% di quelli complessivi delle 800 imprese incluse nel ranking. All’interno del macro settore Industria prevale la componente manifatturiera con 394 imprese, per ricavi totali pari a 29,3 miliardi di euro. Scendendo nel dettaglio dei settori, riscontriamo che in termini di numerosità i settori manifatturieri trainanti sono macchinari (67 aziende), prodotti in metallo (47 aziende), chimica e affini (39 aziende), gomma-plastica (39 aziende), legno e arredo (32 aziende).

Per quanto riguarda il fatturato, l’ordine si inverte: chimica e affini (5,7 miliardi), seguono prodotti in metallo (3,3 miliardi), elettronica (2,8 miliardi), macchinari (2,6 miliardi) e gomma-plastica (2,3 miliardi). Dopo l’industria, il macro settore più rappresentato è il Commercio che vede in classifica 268 aziende, con un fatturato complessivo per 17,7 miliardi di euro. Al suo interno prevalgono le aziende che svolgono attività all’ingrosso, sia per numero (235) che per volume di vendite (12,6 miliardi), mentre quelle del commercio al dettaglio sono 33 e producono ricavi complessivamente per 5,1 miliardi. Infine, il macro settore Servizi è rappresentato nella classifica da 99 aziende con fatturato totale pari a 4 miliardi di euro.

I Comuni top della provincia

Analizzando i comuni top per totale ricavi, Monza risulta il comune più ricco, con 11,2 miliardi di euro di fatturato complessivo (il 21,4% del totale) e al primo posto in classifica con 132 aziende residenti, il 16,5% del totale). Il secondo comune è Vimercate con 8,4 miliardi di euro e 80 aziende residenti, seguito da Agrate Brianza con 4,1 miliardi di euro e 47 aziende. Lissone è il quarto comune con 2,6 miliardi di euro e 29 aziende, segue Cesano Maderno con 2,5 miliardi concentrati su 25 aziende. La zona Monza e Brianza Est, con comuni come Vimercate e Agrate Brianza, presenta la più alta concentrazione di fatturato: 20,5 miliardi, il 39,1% del totale, e 318 aziende della Top500+.

“Banco BPM anche quest’anno è a fianco di TOP 500, una manifestazione prestigiosa che premia le migliori aziende del territorio, consapevole dell’importante momento di dialogo e di confronto con il tessuto economico locale. – spiega Luca Manzoni, Responsabile Corporate di Banco BPM – Nell’area di Monza e Brianza, che rappresenta uno dei territori più dinamici d’Italia, abbiamo una presenza del 14,3%, dato che conferma la nostra leadership, frutto di un rapporto privilegiato con la clientela. A Monza abbiamo diverse strutture dedicate allo sviluppo del business: filiali, gestori imprese e un centro corporate per le aziende di più grande dimensione. Oltre ai fondamentali servizi tradizionali di commercial banking, Banco BPM offre anche quelli più sofisticati di investment banking, di supporto all’internazionalizzazione, di finanza strutturata per la crescita e lo sviluppo delle nostre aziende ed eccellenze”.

Lo scenario futuro

Per le aziende di Monza e Brianza, protagoniste del Top500+ 2019, l’innovazione rappresenta una priorità assoluta per affrontare il futuro. PwC ha condotto una ricerca, su un panel di 150 aziende all’interno delle 800 incluse nella Top500+, dalla quale emergono le motivazioni e le prassi per perseguire l’innovazione.

“Dall’analisi dei risultati del Top500+ di Monza e Brianza – commenta Francesco Ferrara, Partner Assurance di PwC Italia – emerge la resilienza delle aziende del territorio che hanno continuano a crescere anche nel 2018 in un contesto di mercato complesso e volatile. È un trend confermato dai dati che abbiamo raccolto attraverso l’iniziativa dei Top500 che quest’anno coinvolge 20 città in tutta Italia, a conferma della nostra vicinanza al tessuto economico italiano. Oggi sul mercato è indispensabile saper innovare processi e prodotti e avviare programmi di formazione e upskilling delle persone. L’acquisizione di nuove competenze, in particolare nell’ambito digital, sta diventando imprescindibile come fattore abilitante all’innovazione e alla crescita di know-how, ricavi e margini”.

Le aziende hanno confermato che le prime tre ragioni per innovare sono legate: alla crescita dei ricavi e della quota di mercato, al miglioramento dell’efficienza ed efficacia della gestione operativa e alla anticipazione della concorrenza. Avviare progetti di formazione articolati, gestire i processi di innovazione con strumenti e partner adeguati e, non ultimo, allocare adeguate risorse finanziarie all’innovazione è, inoltre, considerato elemento chiave per un’innovazione di successo. Infine, due terzi delle aziende partecipanti ritengono l’open innovation e la collaborazione, a valle e a monte del processo produttivo, utili ed efficaci per innovare meglio.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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