Le Confindustrie italiana, francese e tedesca: “Per uscire dalla crisi serve un piano di politiche e investimenti europeo”

I presidenti di Confindustria, Medef e BDI hanno formulato una dichiarazione congiunta in cui rivolgono ai Governi nazionali e alle Istituzioni europee un appello condiviso per l’avvio di progetti congiunti finalizzati alla ripresa economica. I progetti, secondo i Presidenti, devono partire da investimenti su digitalizzazione e lotta ai cambiamenti climatici per creare un sistema economico più forte e rendere le imprese europee più competitive sui mercati internazionali.

Pubblicato il 05 Nov 2020

Europa

Salvaguardare le imprese, i lavoratori e le economia dei paesi europei attraverso progetti congiunti per la ripresa, che puntino sulla digitalizzazione, sulla lotta ai cambiamenti climatici e che rafforzino la posizione dell’Unione nei rapporti economici internazionali: questo l’appello lanciato dai Presidenti delle tre principali organizzazioni industriali dell’Unione europea (Confindustria, Medef e BDI).

A termine della seconda edizione del Forum Triennale per l’Impresa, Carlo Bonomi, Geoffroy Roux de Bézieux (Presidente di Medef, organizzazione francese degli imprenditori) e Dieter Kempf (Presidente di BDI, organizzazione tedesca degli imprenditori) hanno redatto una dichiarazione congiunta, dove esprimono la loro preoccupazione per le cosneguenze socio-economiche e sanitarie della pandemia.

I presidenti, inoltre,  fanno appello alle istituzioni dell’Unione europea affinché si rafforzi il coordinamento e la coerenza tra le diverse politiche europee (commerciale, industriale, ambientale, politica sui dati e sulla concorrenza). Soltanto così, ritengono, si potrà costruire un modello economico che assicuri la resilienza e la ripresa dell’economia, ma anche la competitività e la leadership internazionale delle aziende europee.

Per farlo, i presidenti hanno indicato 6 passi da compiere, con un particolare focus sugli investimenti in digitalizzazione e lotta ai cambiamenti climatici.

“Più certezza alle imprese e meno restrizioni”

Un piano articolato, volto ad accompagnare imprese e cittadini fuori dalla crisi provocata dalla pandemia e ad assicurarsi che nessuno rimanga indietro. I presidenti, infatti, hanno espresso una seria preoccupazione anche per l’accentuarsi delle disuguaglianze sociali a causa della pandemia e hanno fatto appello all’Unione europea affinché coordini, insieme alle Bce e ai singoli stati, meccanismi di solidarietà comuni. 

Inoltre, hanno ribadito l’importanza di tutelare, insieme alla salute dei cittadini, il sistema imprenditoriale europeo, scongiurando altre restrizioni e chiusure

“Chiediamo che i nostri governi implementino un sistema di regole chiaro e comprensibile che assicuri la tutela della salute dei cittadini, consentendo allo stesso tempo di mantenere il lavoro e i consumi. È imperativo, pertanto, che le attività economiche, la produzione e il commercio al dettaglio, così come le scuole, rimangano aperte”, commenta Geoffroy Roux de Bézieux, Presidente del Medef.

Arrivare a un accordo sul Recovery plan entro dicembre

Per mobilitare le risorse necessarie alla ripresa economica, i Presidenti sottolineano l’urgenza di giungere, entro dicembre, a un’intesa sul Recovery Plan, sul Quadro Finanziario Pluriennale (bilancio dell’Unione per i prossimi 7 anni) sul piano Next Generation EU e sulle disposizioni in materia di Rule of Law (che si riferisce ai principi di diritto su cui si basa l’Unione e alle sanzioni per i paesi che non li rispettano).

All’intesa a livello europeo dovrà seguire la ratifica da parte dei singoli Stati membri, oltre che l’adozione di svariati atti legali (ben 40). Oltre all’approvazione del pacchetto i Presidenti auspicano l’adozione di piani di ripresa e resilienza economica solidi, che siano guidati da regole condivise e chiare, sia a livello europeo che nazionale e con investimenti significativi in digitalizzazione e lotta ai cambiamenti climatici.

Una strategia industriale europea ambiziosa

Occorre inoltre creare una strategia industriale europea ambiziosa, con finalità chiare e obiettivi stabiliti, politiche e misure concrete, in linea con quanto stabilito dal Consiglio Europeo l’1 e il 2 ottobre 2020.

La revisione della strategia industriale europea dovrà individuare, secondo i Presidenti, gli ambiti di interesse comune dove la politica pubblica può favorire la competitività e l’indipendenza di alcuni settori strategici. Su questo tema, le tre associazioni si impegnano a favorire un rapido avvio e implementazione degli IPCEI (dall’inglese Important projects of common european interest) sull’idrogeno, il cloud, la microelettronica e sulle altre catene strategiche del valore identificate dalla Commissione europea, ribadendo però l’importanza del sostegno finanziario alle imprese per gli investimenti su decarbonizzazione e mitigazione climatica.

Rafforzare la posizione delle imprese nel contesto internazionale

Occorre anche, sottolinea il documento, rafforzare la posizione delle imprese europee nei mercati internazionali e proteggerle da comportamenti scorretti da parte di altri paesi. In questo ambito, i Presidenti raccomandano di:

  • Rafforzare le istituzioni e le normative esistenti per renderle più efficienti e di supporto per le imprese;
  • analizzare attentamente e discutere con tutti gli stakeholders rilevanti la creazione di uno strumento anti-coercitivo che possa dare all’Unione Europea il potere di reagire a coercizioni economiche dirette contro l’UE oppure un singolo Stato membro;
  • creare un’istituzione finanziaria pubblica per mantenere aperti i canali di pagamento con i paesi terzi sanzionati da partner internazionali stranieri e adottare misure per assicurare un flusso commerciale con i paesi terzi colpiti da sanzioni extra-territoriali, mantenendo allo stesso tempo una stretta cooperazione con i nostri alleati tradizionali;
  • adottare misure concrete per rafforzare il ruolo dell’euro nei pagamenti internazionali.

Puntare sul digitale per la ripresa economica

Alla transizione ecologica deve accompagnarsi quella digitale, sottolineano i Presidenti nella dichiarazione congiunta, che potrà essere realizzata grazie ai fondi stanziati proprio dal piano Next Generation EU (circa 18 miliarti conferiti a Italia, Francia e Germania per il biennio 2021/2022, ai quali si aggiungeranno ulteriori fondi nel 2023) e da altri strumenti di supporto finanziario derivanti da piani nazionali ed europei.

Una transizione che non può prescidere da un piano normativo e di investimenti su tecnologie chiave, a partire dal cloud, attraverso la partecipazione delle 3 Associazioni al progetto Gaia-X, che mira a contrastare il problema della sovranità delle infrastrutture cloud.

A progetti sulla standardizzazione dei processi 5G e piani per lo sviluppo del 6G devono affiancarsi, inoltre, strategie innovative sui dati, sulla cybersecurity sull’intelligenza artificiale (e il suo uso industriale) e sull’high performance computing (in campo pubblico e privato).

Una strategia comune per le tecnologie ambientali

Serve, inoltre, una strategia comune a tutta l’Unione per gli investimenti che riguardano le tecnologie ambientali, a partire dallo sviluppo del mercato dell’idrogeno dove, secondo i Presidenti, l’Europa ha la possibilità di diventare un leader mondiale.

In questo ambito, l’Unione deve adoperarsi sia nello sviluppo di piani di interesse comune (gli IPCEI, appunto), sia nel fornire standard comunitari per quanto concerne le infrastrutture e le certificazioni necessarie.

Inoltre, i Presidenti sottolineano l’importanza di sostenere e a promuovere la ricerca e lo sviluppo in materia di produzione e commercio di gas rinnovabili nei singoli paesi e di adottare interventi di ottimizzazione del mercato europeo del gas (a partire dalla rimozione delle barriere normative transfrontaliere), nell’ottica di rispondere prontamente alle nuove sfide della transizione energetica, della differenziazione geopolitica delle fonti di gas e dell’integrazione dei gas rinnovabili all’interno del sistema.

Attuare il Green New Deal

Altro punto di azione della strategia proposta dai Presidenti riguarda la revisione degli investimenti necessari ad adottare il Green New Deal europeo, alla luce delle risorse che dovranno essere mobilitate in tutte le aree dell’economia affichè vengano raggiunti gli obiettivi climatici di medio e lungo termine.

In questo ambito, lamentano, nulla ancora è stato fatto. Occorreranno, infatti, investimenti e piani di sostegno (sia a livello nazionale che europeo), per accompagnare le imprese nella transizione dai settori in declino verso quelli in via di sviluppo.

Il documento

Joint Declaration_Novembre 2020 Italiano

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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