Produzione industriale, anche a maggio prosegue la ripresa: l’aumento della domanda trascina la fiducia degli imprenditori e l’occupazione

Anche a maggio prosegue la ripresa della produzione industriale in Italia: i dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria (CSC), parlano di una crescita dello o,4% a maggio, che segue l’incremento del +0,3% registrato ad aprile sui valori di marzo (quando invece l’indice della produzione industriale aveva registrato una leggera flessione dello 0,1%). Migliora anche la domanda (sia interna che estera) che, libera da vincoli e restrizioni, è in ripresa a ritmi più rapidi del previsto, trascinando con sé anche la fiducia degli imprenditori e le prospettive di occupazione.

Pubblicato il 03 Giu 2021

produzione industriale maggio

Anche a maggio prosegue la ripresa della produzione industriale in Italia: i dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria (CSC), parlano di una crescita dello o,4% a maggio, che segue l’incremento del +0,3% registrato ad aprile sui valori di marzo (quando invece l’indice della produzione industriale aveva registrato una leggera flessione dello 0,1%).

Gli imprenditori mostrano un maggiore ottimismo: l’indice di fiducia è salito in maggio sui livelli massimi dall’autunno del 2017, in linea con il miglioramento della crisi sanitaria e l’allentamento delle restrizioni. Scorte basse e domanda in accelerazione preannunciano ulteriori recuperi di attività anche nei mesi estivi.

I dati sulla produzione industriale

I dati relativi alla produzione industriale registrati ad aprile e maggio portano la variazione acquisita nel secondo trimestre al +0,5%, dopo il +0,9% nel primo.

Per quanto riguarda le variazioni tendenziali, ovvero paragonate allo stesso periodo del 2020, la produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, aumenta sia in maggio (+22,6% rispetto allo stesso mese del 2020) sia in aprile (+73,2% sui dodici mesi). Gli ordini in volume avanzano in maggio dell’1,3% sul mese precedente (+33,8% su maggio 2020) e in aprile dell’1,0% su marzo (+76,0% annuo).

Variazioni tendenziali così ampie sono spiegate dal confronto con i mesi iniziali della pandemia, quando l’attività (anche in buona parte dell’industria) era stata fermata sull’intero territorio nazionale da provvedimenti restrittivi introdotti per bloccare la diffusione del virus.

La domanda è in ripresa a ritmi più veloci del previsto

Il contesto economico sta mostrando un rapido miglioramento, in linea con il buon andamento della campagna vaccinale e la riduzione della curva dei contagi che ha determinato l’allentamento delle limitazioni alle attività nei servizi e agli spostamenti delle persone.

Libera dai vincoli, la domanda (sia interna che estera) sta mostrando segnali di accelerazione, fornendo supporto all’attività dell’industria. A beneficiarne maggiormente è il comparto dei beni strumentali.

La fiducia degli imprenditori manifatturieri in maggio è salita ai massimi dall’autunno del 2017, sostenuta da una ripresa della domanda che, stando alla rilevazione, è più rapida di quanto previsto: a fronte di un netto miglioramento di giudizi e attese su produzione e ordini, l’Istat ha rilevato, infatti, un veloce decumulo delle scorte di magazzino. La loro ricostituzione darà un contributo importante alla dinamica dell’attività industriale nei prossimi mesi.

Inoltre, l’aumento della domanda sta generando pressioni sulla capacità produttiva (il grado di utilizzo degli impianti è ancora di circa due punti inferiore ai livelli pre-covid) e ciò preannuncia un’espansione della forza lavoro. Secondo l’indagine IHS-Markit sul manifatturiero, l’indicatore relativo al livello occupazionale ha raggiunto il record storico.

L’aumento della produzione e degli ordini, soprattutto esteri, hanno spinto l’indice PMI manifatturiero ai livelli massimi da quando è stata avviata l’indagine (giugno 1997).

Tuttavia, persistono alcune preoccupazioni, secondo i direttori degli acquisti: blocchi di fornitura in alcuni comparti, carenza di materiali e problemi di natura logistica, fattori che hanno portato a un aumento dei prezzi d’acquisto.

Ci sono molte ragioni per essere ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana, conclude la nota del CSC, anche in base ai programmi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La condizione principale, però, è che la campagna vaccinale continui in maniera efficiente e che la crisi sanitaria vada gradualmente verso una soluzione definitiva. Qualsiasi imprevisto potrebbe fare dirottare la ripresa.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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