Una Direzione generale dedicata a innovazione e PMI e una alla riconversione industriale e alle grandi filiere produttive: sono queste le novità introdotta dal DPCM relativo al nuovo regolamento di organizzazione del Ministero dello Sviluppo economico approvato oggi dal Consiglio dei Ministri.
La riorganizzazione era necessaria “per affrontare le sfide della trasformazione industriale, tecnologica ed ambientale”, ma anche a seguito della rivoluzione avvenuta con l’ultimo Governo che ha creato il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e ha provveduto alla redistribuzione delle competenze sull’energia.
La prima novità si riferisce invece all’istituzione di una Direzione generale dedicata all’innovazione e alle piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale del sistema produttivo nazionale.
In questo ambito rivestiranno particolare importanza, l’elaborazione e attuazione di politiche per lo sviluppo e la competitività, la ricerca, il trasferimento tecnologico, tecnologie digitali, la promozione delle catene del valore strategiche, startup, industria alimentare, Made in Italy e per la sostenibilità ambientale.
La nuova Direzione generale dedicata alla riconversione industriale si occuperà tra l’altro di aerospazio, difesa, crisi d’impresa e amministrazioni straordinarie. In questi ambiti, l’obiettivo prioritario definire e attuare politiche e programmi finalizzati a processi di reindustrializzazione di aree e settori strategici che rappresentano il cuore pulsante dell’economia del Paese, come l’automotive, la siderurgia e il tessile.
Con il riassetto organizzativo del Mise si compie – sottolinea lo stesso ministero in una nota – un primo passo che mira a rafforzare gli strumenti a disposizione del Ministro per intervenire sulle politiche delle numerose materie di competenza del Dicastero attraverso una governance che, oltre alle 9 direzioni generali e gli Uffici di diretta collaborazione del vertice politico, si avvarrà del coordinamento del Segretario generale.