Robotica e AI per l’assistenza alle persone: due appuntamenti online per comprendere potenzialità e rischi

La Scuola di Robotica inaugura il 2022 con due interessanti appuntamenti online sulle potenzialità e i rischi derivanti dall’utilizzo della robotica e dell’AI nell’assistenza alle persone e nell’interazione uomo-robot, in particolar modo nei casi di persone con fragilità. Relatore d’eccezione, martedì 11, sarà il Professore Bruno Siciliano. Giovedì 13 gennaio invece l’intervento sarà curato da Fabio Fossa, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Politecnico di Milano.

Pubblicato il 10 Gen 2022

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Le potenzialità e le ombre dell’applicazione della robotica e dell’Intelligenza Artificiale (AI) nell’assistenza delle persone fragili e nell’interazione con l’uomo: sono questi i temi delle due lezioni organizzate dalla Scuola di Robotica per martedì 11 e giovedì 13 gennaio.

La scuola – un’organizzazione no-profit nata nel 2000 al fine di promuovere la conoscenza delle arti e delle scienze coinvolte nel processo di sviluppo della robotica e delle nuove tecnologie – ha deciso di iniziare il nuovo anno proponendo due interessanti lezioni con due ospiti d’eccezione.

Il primo appuntamento sarà diretto da Fabio Fossa, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Politecnico di Milano, dove si occupa di filosofia degli agenti artificiali ed etica dei veicoli autonomi.

La lezione, che si terrà giovedì 13 gennaio dalle ore 17:00 alle 18:00, si concentrerà sui problemi etici che sorgono dall’impiego degli stereotipi (bias) nella robotica di interazione con gli umani.

Un tema complicato, in quanto da un lato uno dei modi per rendere i robot più familiari e di facile utilizzo consiste nello sfruttare i cosiddetti bias, cioè gli stereotipi attraverso i quali semplifichiamo la realtà e ci orientiamo nel mondo sociale.

Dall’altro, queste “scorciatoie” con cui anche noi umani diamo senso alla complessità del mondo che ci circonda, possono portarci fuori strada e nuocere agli altri. È questo il caso dei bias associati al genere, per esempio: la capacità di cura e comprensione viene comunemente associata al sesso femminile, mentre quella di autorità e competenza al sesso maschile.

Sfruttare i bias che riguardano la nostra percezione del mondo per promuovere l’accettazione dei robot è una tecnica impiegata in robotica sociale, anche esplicitamente. In questo modo si vuole facilitare l’introduzione di robot nei vari contesti sociali, cioè far sì che l’utente umano non percepisca uno scarto troppo ampio tra l’interazione cui è abituato – quella con altri umani – e quella con il sistema artificiale.

Se si riesce a mantenere la continuità tra questi due mondi, l’utente sarà in grado di interagire con il robot più o meno nello stesso modo in cui si aspetta di interagire con le persone. Non sentirà troppo lo scarto, accetterà il sistema e lo userà come anticipato dai progettisti.

Tuttavia, occorre ricordare che molti stereotipi si diffondono a livello sociale pur non avendo alcuna base razionale e anche se alcuni sono innocui, altri possono veicolare credenze ingiuste, offensive e discriminatorie nei confronti di alcuni gruppi sociali.

La seconda lezione, in programma venerdì 14 gennaio sempre dalle 17:00 alle 18:00, sarà tenuta da Bruno Siciliano, Professore ordinario di automatica all’Università di Napoli Federico II, Direttore del Centro ICAROS (Centro Interdipartimentale di Chirurgia Robotica) e Coordinatore del PRISMA Lab, il Laboratorio di Progetti di Robotica Industriale e di Servizio, Meccatronica e Automazione.

Il tema della lezione sarà l’utilizzo della robotica per l’assistenza alle persone, in particolare per le persone con particolari fragilità (come anziani o disabili). I robot, infatti, sono sempre maggiormente utilizzati anche in ambito assistenziale e riabilitativo, sia nei casi di patologie altamente invalidanti – come ictus, Parkinson, sclerosi multipla, lesioni midollari e traumi cranici – che per eseguire training riabilitativi.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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