Internet dallo spazio, ora l’Europa pensa sia necessario

Space X ha fatto scuola e ora che la sua costellazione di satelliti Starlink ha iniziato a servire molte zone non raggiunte dalla banda larga l’Unione Europea pensa di creare una sua rete di satelliti dedicata alla connettività e alle comunicazioni.

Pubblicato il 19 Feb 2022

Connettività Internet dallo spazio_2

Space X ha fatto scuola e ora che la sua costellazione di satelliti Starlink ha iniziato a servire molte zone non raggiunte dalla banda larga l’Unione Europea pensa di creare una sua rete di satelliti dedicata alla connettività e alle comunicazioni.

Nelle dichiarazioni ufficiali la UE spiega la necessità di un sistema di connettività satellitare per motivi di sicurezza e resilienza e lo descrive come abilitante a un futuro più digitale, verde e resiliente per il nostro pianeta.

Evoluzione necessaria

Già oggi il programma spaziale europeo è attivo nell’osservazione della Terra (satelliti Copernicus) e nella navigazione satellitare (con i sistemi Galileo e EGNOS) e con la ricerca applicata sostiene l’innovazione e investe in infrastrutture critiche e tecnologie all’avanguardia. Questo è molto utile ma la politica spaziale dell’UE deve evolversi e adattarsi per continuare a offrire vantaggi ai cittadini.

Le nuove proposte, che comprendono anche uno Space Traffic Management per gestire il problema dei rifiuti spaziali, aiuteranno a salvaguardare l’efficienza e la sicurezza delle risorse europee e aumenteranno la potenza spaziale europea.

I perché della connettività dallo spazio

La prima proposta, l’accesso a Internet grazie a una costellazione di satelliti, vuole soddisfare la “necessità di una connettività globale, sicura e resiliente, sempre più urgente per la digitalizzazione dell’economia e della società e l’aumento delle minacce geopolitiche e alla sicurezza informatica”.

Gli use cases sono diversi, dall’accesso al Web mobile e fisso a larga banda, al potenziamento delle reti di telefonia mobile, con copertura universale, fino ai servizi di cloud computing e Internet of Things passando per guida autonoma, telemedicina, smart working, istruzione, connettività in volo/marittima e agricoltura intelligente.

Questa rete si rivelerà molto utile anche per la sorveglianza, la gestione delle crisi e la connessione e protezione delle infrastrutture chiave.

Premesse positive

Questa connettività spaziale dovrebbe avere un’apprezzabile resilienza informatica anche grazie all’integrazione con l’infrastruttura di comunicazione quantistica europea EuroQCI (oggetto anche di bandi del Digital Europe Programme) per consentire la trasmissione sicura delle chiavi crittografiche.

Rilevante anche il contenuto in innovazione, dato che saranno integrate tecnologie innovative mutuate sia da attori esperti dell’industria spaziale sia quelle create dal vivace ecosistema del New Space.

Interessante dovrebbe poi essere la capacità, derivante da servizi multiorbitali e dalla  complementarità con le risorse di connettività esistenti. La governance sarà tesa a evitare dipendenza da terzi: dato che l’obiettivo è di fornire servizi di comunicazione governativi sicuri, questo sistema di connettività europea dallo spazio sarà una risorsa strategica con implicazioni geopolitiche dato che punta a ridurre la dipendenza  da soluzioni non europee.

Il ruolo dell’Italia

Non trascurabile sarà poi il programma STM – Space Traffic Management – che curerà la sicurezza spaziale e implicherà importanti attività di R & D per lo sviluppo di servizi automatici di prevenzione delle collisioni e per l’uso dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie quantistiche.

Il nostro Paese ha un ruolo importante nella Space Economy, dato che una ricerca della School of Management del Politecnico di Milano assegna all’Italia il sesto posto nel mondo per gli investimenti nel settore. Analizzando gli stanziamenti dei singoli paesi in relazione al Pil il nostro Paese si colloca infatti al 6°posto nel Mondo, dopo Russia, Usa, Francia, India e Germania, e al terzo in Europa.

Chiudiamo con un piccolo esempio di come la connettività che arriva dallo spazio possa combattere efficacemente il digital divide. Diverse tribù di Nativi Americani, altrimenti isolati, hanno potuto accedere al Web grazie ai satelliti di Starlink (già dalle prime sperimentazioni) e hanno evidenziato la loro soddisfazione via Twitter.

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Nicodemo Angì

Metà etrusco e metà magno-greco, interessato alle onde (sonore, elettriche, luminose e… del mare) e di ingranaggi, motori e circuiti. Da sempre appassionato di auto e moto, nasco con i veicoli “analogici” a carburatore e mi interesso delle automobili connesse, elettriche e digitali.

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