Baker Hughes, nel plant di Talamona innovazione, competenze e gender equality al centro della trasformazione energetica

Nel suo impianto di Talamona, Baker Hughes ha avviato un percorso di formazione di otto profili femminili che assumeranno il nuovo ruolo di Tecnico di produzione della transizione energetica, al fine di portare in azienda le competenze (hard e soft) necessarie a vincere la sfida della transizione energetica e a implementare progetti basati sulle tecnologie 4.0.

Pubblicato il 20 Lug 2022

Talamona Plant Baker Hughes

Costruire le competenze per creare una nuova figura professionale, quella del Tecnico di produzione della transizione energetica, per supportare la transizione green dell’impianto lavorando, al tempo stesso, alla riduzione del gender gap e al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità: sono questi gli obiettivi del programma Sunrise avviato da Baker Hughes – multinazionale specializzata in soluzioni tecnologiche innovative e a basso impatto ambientale per il settore energetico – nel suo stabilimento di Talamona in Lombardia.

Lo stabilimento valtellinese, uno degli otto che l’azienda ha in tutta Italia, è centro di eccellenza per Advanced Manufacturing, Additive Manufacturing, Tecnologie Digitali, Robotica, Rivestimenti e brasature di parti calde Turbina ed Intelligenza Artificiale e impiega attualmente circa 230 persone (tra impiegati diretti ed esterni).

Il programma di formazione, avviato lo scorso maggio, ha portato alla selezione di otto profili femminili che saranno impegnati in un percorso di formazione lungo 12 mesi, per un totale di 600 ore di formazione.

Il progetto pilota, che in caso di esito positivo potrebbe essere esteso ad altri stabilimenti del gruppo, rappresenta l’ultima di una serie di iniziative e investimenti in materia di innovazione e sostenibilità che hanno interessato lo stabilimento di Talamona a partire dal 2014.

Il programma Sunrise: nuove figure professionali per vincere la sfida della transizione energetica

“La nostra azienda ha intrapreso un percorso di transizione energetica che ci ha spinti a domandarci se avessimo le competenze necessarie a vincere questa sfida. Al tempo stesso, per noi questo percorso ha anche come obiettivo quello di ridurre il gender gap, ancora molto ampio nel settore dell’Energia e della Metalmeccanica in generale. Da qui nasce questo programma formativo”, spiega Pucci.

L’obiettivo del programma Sunrise è quello di creare una nuova figura professionale, quella del Tecnico di Produzione della Transizione Energetica, che abbia le competenze (sia hard che soft) necessarie per lavorare con le tecnologie adottate in azienda.

Competenze che, attualmente, sono presenti all’interno delle singole linee, ma non sono diffuse trasversalmente alle varie linee di produzione. E questo è un passaggio che Baker Hughes ritiene indispensabile per creare all’interno dei suoi impianti figure flessibili, trasversali con l’attitudine e l’approccio necessari a vincere questa sfida.

La fase di selezione dei profili, che si è svolta tra aprile e marzo, ha coinvolto tre agenzie del lavoro con cui lo stabilimento collabora da tempo: Adecco, Manpower e Gi Group. Nella selezione il team del Plant di Talamona, guidato da Teresa Pucci ha privilegiato l’aspetto attitudinale rispetto alle competenze tecniche: le otto figure selezionate, infatti, provengono dal settore della logistica, dell’agroalimentare e del turismo.

Teresa Pucci, Plant Leader dello stabilimento di Baker Hughes di Talamona

“Abbiamo volutamente scelto giovani che non avessero un background tecnologico specifico”, spiega Pucci. “Può sembrare una contraddizione, ma invece credo sia uno degli elementi che sta contribuendo al successo del programma. Abbiamo preferito puntare sull’approccio, cercando persone che avessero il giusto mindset per mettersi in gioco in ambienti lontani da quelli di provenienza”.

Adecco si è occupata di una prima fase di formazione generale, della durata di 80 ore distribuite in due settimane, che ha riguardato diversi aspetti, tra cui il lato delle competenze digitali, la salute e la sicurezza, la lettura del modello 3D e la conoscenza della lingua inglese.

Le competenze tecniche saranno invece sviluppate in loco, grazie al supporto di Esperti Baker Hughes specializzati sui vari domini tecnologici presenti nelle diverse linee dell’impianto di Talamona che svolgeranno il ruolo di insegnanti nei prossimi 12 mesi. Ciascun profilo effettuerà tre rotazioni da quattro mesi ciascuno, che sarà affiancato da un percorso di formazione, per un totale di 600 ore formative divise tra formazione on the job, formazione in classe e attività di operations in officina.

Il ruolo del Tecnico di produzione della transizione energetica

L’obiettivo del programma è quello di formare otto Tecnici di produzione della transizione energetica che l’azienda punta ad assumere a tempo indeterminato, dopo una valutazione del percorso svolto a due vie (dal dipendente verso l’azienda e viceversa).

Le otto Tecniche di Produzione per la Transizione Energetica alterneranno formazione on the job, formazione in classe con docenti specializzati ed attività di operations in officina, focalizzandosi su: Tecnologie di Advanced Manufacturing, Tecnologie Additive, Digital, Robotica ed Automazione, Sicurezza e Salute, ed in fine su Soft Skills, quali Comunicazione, Negoziazione e Capacità di Influenzare le scelte.

La parte di formazione in azienda vedrà queste figure lavorare in tre aree produttive differenti per quattro mesi ciascuna al fine di mettere in pratica gli apprendimenti dei training tecnici e le soft skills.

“Queste nuove figure saranno un elemento di collegamento tra l’operatore e il responsabile di linea: dovranno quindi sia saper gestire le postazioni di lavoro che saper prendere delle scelte indipendenti e proattive verso l’alto”, spiega Pucci.

Il programma, che Baker Hughes spera di ripetere e accelerare, contribuirà agli obiettivi di inclusione dell’azienda, che punta a raggiungere nei prossimi anni la parità di genere. Già dal 2021 è fissato l’obiettivo di raggiungere la gender equality nelle nuove assunzioni.

“Per quanto riguarda il nostro stabilimento, siamo passati dal 4% di presenza femminile nel 2019 al 16% di oggi”, commenta Pucci.

Figure che accompagneranno l’azienda non solo nel percorso verso la transizione energetica, ma anche nelle sfide future in materia di tecnologie e innovazione. Il sito di Talamona, infatti, è stato scelto come sito per quattro progetti pilota (a cui parteciperanno anche questi otto Tecnici in formazione) per implementare l’Intelligenza Artificiale negli stabilimenti dell’azienda, sia in materia di controllo di qualità – per anticipare ed evitare difetti nella produzione – sia in ambito di logistica e gestione dei materiali.

Il programma Sunrise non è l’unica iniziativa in materia di formazione del gruppo, che proprio per la sua presenza estesa sul territorio della Penisola – gli altri stabilimenti sono situati a Firenze, Massa, Avenza (Carrara), Bari, Vibo Valentia, Casavatore (Napoli) e Cepagatti (Pescara) – ha costruito accordi quadro con i principali atenei italiani.

La trasformazione dell’Impianto di Talamona in ottica 4.0

L’investimento su persone e competenze si inserisce in un contesto aziendale fortemente orientato all’innovazione.

Dal 2014 infatti Baker Hughes ha portato avanti una serie di investimenti che hanno ampliato lo stabilimento di Talamona – che copre una superficie di 35.000 metri quadrati – e lo hanno reso all’avanguardia in diverse tecnologie 4.0.

Un percorso che ha visto l’azienda investire circa 30 milioni di euro negli ultimi 5 anni, sfruttando dove possibile anche gli incentivi messi a disposizione dalla Regione.

“In passato – racconta spiega Teresa Pucci, Plant Leader dello stabilimento di Talamona – abbiamo presentato diversi progetti alla regione Lombardia nell’ambito degli accordi per la competitività. Le linee installate tra il 2015 e il 2017 hanno goduto, in parte, di fondi derivanti da questi accordi, anche se la quota maggiore ovviamente è stata investita dall’azienda”.

A partire dal 2016, infatti, lo stabilimento intraprende un percorso di trasformazione verso l’Industria 4.0. In quell’anno, grazie a un investimento complessivo per macchinari e risorse di circa 10 milioni di euro, sono state aggiunte due linee di produzione di parti calde delle turbine a gas (ugelli e bruciatori).

In particolare, l’azienda ha investito in macchinari per l’Additive manufacturing e in robot antropomorfi che svolgono le lavorazioni in completa autonomia sotto il controllo e la supervisione umana.

A luglio 2019, grazie a un investimento ulteriore di 5,5 milioni di euro, al sito è stata aggiunta una nuova linea produttiva per la realizzazione di rivestimenti superficiali (“coating”) per componenti delle turbine a gas già prodotte all’interno del sito valtellinese. Si tratta di una lavorazione altamente specializzata, dapprima svolta da partner esterni al di fuori dell’Italia.

Nel 2022 sono state installate due nuove linee produttive: una per il raddoppio della linea per rivestimenti (coating) di parti calde per turbine a gas, inaugurata nel 2019; l’altra dedicata alla produzione di ugelli di tecnologia aeroderivativa, per un investimento complessivo di 2,5 milioni di euro.

Altri interventi sono stati rivolti alla sostenibilità del sito, tra cui il recupero dell’80% dei rifiuti generati e l’istallazione di un impianto fotovoltaico da 810kWp sui tetti degli edifici produttivi, per un totale di oltre 3.000 pannelli posati. L’impianto, attivato a giugno 2020 ed espanso poi a giugno di quest’anno, ha restituito nel primo anno di misurazione una produzione effettiva di 925 MWh, utilizzata per il 97% e per il 3% reimmessa in rete.

Ma quella di Talamona è una realtà in continuo cambiamento: lo stabilimento, infatti, ha intrapreso un percorso di trasformazione energetica attraverso la riprogettazione dei prodotti contenuti nel catalogo per migliorarne le performance dal punto di vista ambientale (quindi una riduzione della CO2 e degli ossidi di azoto emessi) e la riduzione delle emissioni legate all’attività produttive dell’impianto.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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