Italia, il Pil cresce ma la produttività resta bassa

Pubblicato il 19 Gen 2018

industria

Cresce il Pil ma l’indice di produttività resta al palo lasciando l’Italia in un limbo che la tiene ancora lontana dalla media europea. A spiegarlo è il centro studi della Fondazione Ergo, ente che riunisce imprese, sindacati e università in un progetto di ricerca, formazione e certificazione dei sistemi di misurazione del lavoro, che ha pubblicato il suo Bollettino Statistico semestrale.

Secondo i dati resi noti nella pubblicazione, nel 2017 il Pil è aumentato dell’1,5%, un risultato positivo anche se ancora inferiore rispetto alla media europea, alla Germania e alla Francia e lontano da una crescita consolidata e vicina al nostro potenziale. Ma a preoccupare resta l’indice di produttività del lavoro rimasta praticamente immutato da oltre 13 anni. I risultati emersi in questo bollettino, infatti, nella sostanza non si discostano molto da quelli presentati dalla fondazione pochi mesi fa,

In Italia resta il problema della produttività

La Fondazione Ergo, tenendo come anno di riferimento il 2010 (100), ha messo in evidenza come, nel periodo 1995-2016, la produttività italiana è cresciuta mediamente ad un modesto tasso annuo dello 0,3%, passando da 100,3 nel 2004 a 100,9 nel 2016. La produttività misura il rapporto tra la produzione e il fattore produttivo del lavoro utilizzato per produrlo, ossia l’unità di prodotto per ora lavorata.

“Permane nel nostro sistema economico un problema di produttività – spiega Sandro Trento Direttore Fondazione Ergo, nell’introduzione – come avevamo osservato nel nostro precedente Bollettino Statistico. La produttività del lavoro definisce, infatti, la capacità di crescere e di competere di un Paese e ne sintetizza in qualche modo lo stato di salute sotto il profilo economico.

Se consideriamo l’intera economia, la produttività del lavoro ha subito un calo dell’1% nel 2016 rispetto al 2015. Nell’ambito dell’industria in senso stretto nel 2015 rispetto al 2014 è cresciuta soltanto l’industria manifatturiera dell’1,9%. L’industria quindi resta il motore del nostro sistema economico anche se ancora non ha recuperato la sua piena capacità di sviluppo e se al suo interno si riscontrano situazioni molto variegate”.

La situazione territoriale: cresce il Nord, Calabria “maglia nera”

Le regioni del Nord Italia presentano la maggiore produttività del lavoro. Con la media UE pari a 100, la Lombardia registra il maggior indice di valore aggiunto per ora lavorata (119,6), seguita dalle Province Autonome di Bolzano (114,9) e Trento (113,4). All’ultimo posto, invece, si classifica la Calabria, con un indice di 77,1, ultima tra le regioni italiane e 184esima fra le 262analizzate in Europa.

A livello internazionale, nel periodo 2004-2016 sono Spagna, Usa, Germania e Giappone i paesi con la crescita più sostenuta. Resta, invece, contenuta la crescita di Francia e Regno Unito mentre è sostanzialmente stabile l’Italia. La Grecia, invece, registra una consistente decrescita.

Industria 4.0, i benefici saranno spalmati nei prossimi anni

“Gli interventi previsti nel Piano Industria 4.0 dal Governo – conclude il direttore della Fondazione – potranno esercitare i loro benefici solo nell’arco di vari anni. In ogni caso la sfida della digitalizzazione esige un ripensamento dei modelli organizzativi e un forte investimento nella riqualificazione della manodopera e nell’inserimento di nuove competenze dentro le aziende italiane”.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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