Equinix, 200 data center pronti per il 5G

Emmanuel Becker, managing director per l’Italia, ci parla di come le tecnologie e l’infrastruttura di Equinix saranno fondamentali per i clienti nell’era del 5G.

Pubblicato il 16 Ott 2019

EquinixDataCenter

L’arrivo di tecnologie come il 5G sta provocando dei cambiamenti non solo nel mondo degli operatori telefonici, ma anche nel settore della trasmissione dati in generale. Abbiamo parlato del rapporto fra 5G e data center con Emmanuel Becker, Managing Director di Equinix Italia, un’azienda specializzata nei data center presente in più di 50 mercati.

Chi è Equinix?

Siamo un’azienda americana e siamo visti come leader mondiali fra i data center provider. Ma non solo. È vero che abbiamo più di 200 data center ripartiti nei 5 continenti, siamo un gruppo da 5 miliardi di dollari e 8000 persone. Ma noi ci definiamo “The interconnection company”. L’interconnessione non è data solo dalla disponibilità di questi data center, collegati fra loro dal nostro Software Defined Network, ma dal fatto di rendere disponibili all’interno delle nostre facility dei prodotti per i clienti che permettono di avere connettività per esempio verso oltre 1800 NSP/ISP, Network e Internet Service Provider. Il secondo punto è che abbiamo una piattaforma che si chiama Equinix Cloud Exchange Fabric (ECX Fabric™), che permette di dare l’accesso non solo ai Cloud Service Provider, ma anche ai Content Service Provider, agli Application Service Provider e Security Service Provider dovunque collegati – e sono circa 2900. Quindi permette a chiunque abbia bisogno di fare digital transformation, per esempio verso il multicloud o qualsiasi xSP, di avere un accesso facilitato tramite questa piattaforma.

Oltre a questo, Equinix fornisce anche vari altri servizi. Da qualche mese per esempio forniamo Network Edge, ovvero la possibilità per il cliente di creare la propria rete virtuale senza avere alcuna presenza fisica, sfruttando la capacità di ECX Fabric di creare una “appliance telco” virtuale che si comporta come un apparecchio fisico presente sul posto.

Come opera Equinix in Italia?

Abbiamo una forte presenza su Milano, con 4 siti, poi continuiamo a investire per rispondere alle esigenze dei nostri clienti. I nostri centri hanno una qualità a 5 nove, ovvero i nostri Service Level Agreement garantiscono una operatività del 99,999%, quando tutti ancora parlano di Tier 4 ovvero 99,995%. La differenza è che un Tier 4 può fare 26 minuti di downtime all’anno, mentre Equinix riduce a un massimo di 5 minuti di downtime l’anno, e noi questo lo garantiamo a livello mondiale su tutti i nostri oltre 200 data center. Abbiamo anche una presenza sugli approdi italiani dei cavi sottomarini.

In Italia siamo 45 persone. Fra queste ci sono specialisti nella gestione dei data center, nei progetti dei clienti, una parte marketing e una amministrativa. Possiamo seguire con degli specialisti che sono dei project manager, dei system architect, dei service manager, tutte le esigenze del cliente, tecniche e commerciali. Inoltre il personale italiano fa parte anche di team internazionali, quindi quando un cliente si rivolge a un field engineer italiano per risolvere un problema, quest’ultimo può contare sul coinvolgimento e sull’esperienza di team sovranazionali. Quello che per il cliente italiano è un problema nuovo, molto probabilmente noi lo abbiamo già affrontato e risolto in qualche altra parte del mondo.

La nostra presenza in Italia è nata dall’acquisizione del Telecity Group, quindi abbiamo l’eredità di circa 14 anni di operazioni. Lavoriamo bene con carrier e service provider, e abbiamo molti clienti nel mondo finance, manufacturing, e nell’Energy-Oil and Gas, un mondo che ha iniziato la sua digital transformation l’anno scorso. Abbiamo visto diversi progetti in questo settore decollare negli ultimi mesi, progetti internazionali, in quanto Equinix garantisce una interconnettività globale. Equinix Italia non lavora solo per l’Italia, lavora per tutto il mondo e con tutto il mondo.

Abbiamo poi un programma channel & partner, nato l’anno scorso, su cui stiamo spingendo molto. Sono sia technology partner, sia channel partner che rivendono i nostri servizi ai clienti. Tramite i channel partner abbiamo una presenza importante anche nel mondo delle PMI, che costituiscono la gran parte delle aziende italiane.

Con il diffondersi delle tecnologie 5G, la quantità di dati prodotta dalle aziende aumenterà esponenzialmente e ci sarà un impatto sull’infrastruttura di interconnessione necessaria a muovere tutti i dati che transitano sul 5G. Qual è la vostra posizione sul 5G?

Noi non proponiamo un servizio 5G, ma lavoriamo con tutti i provider che lavorano sul 5G. I mobile operator che stanno costruendo l’infrastruttura del 5G sono i nostri clienti. Noi siamo un facilitatore. L’infrastruttura 5G in Italia crescerà, come le reti precedenti, partendo dalle grandi città e allargandosi verso le periferie. Non c’è bisogno di noi per connettere un terminale 5G alla rete, quello lo fa il carrier; ma i dati scambiati dai dispositivi 5G dovranno viaggiare fino ad arrivare a un “punto di atterraggio” che è un data center. E se il data center è Equinix, mi consentirà di avere i benefici dell’ecosistema di connettività fornito dall’azienda. Per esempio, potrei avere la necessità non solo di trasferire l’enorme quantità di dati generata dal 5G, non solo di memorizzarli, ma anche di operare dei calcoli e delle analytics su di essi. Sfruttando i servizi multicloud posso fare tutto questo.

Inoltre, quando utilizzo il multicloud potrei avere bisogno di accedere anche ai servizi di una serie di technology partner, che mi permettono di effettuare operazioni su questi dati. In questa eventualità, noi garantiamo la maggiore scelta di partner connessi alla rete. Anche perché siamo “neutral” non solo sui carrier, ma anche sui provider di servizi. In pratica, Equinix si pone come punto di raccolta più efficiente per i dati provenienti dalle reti 5G, e come migliore punto di connessione verso provider per fare storage ed elaborazione di questi dati su piattaforme eterogenee a livello globale; Equinix consente la connessione al maggiore numero di partner e soprattutto consente di fare ecosistema con altri circuiti dati.

Per esempio, se fossi un’azienda che vuole fare manutenzione predittiva sui miei impianti, potrei usare i miei dati e farli girare sui miei sistemi per ottenere la migliore previsione possibile nel mio “mondo”. E se questi dati li raccogliessi in 5G, e creassi un data lake con i miei dati, potrei fare ancora analytics relativi al mio utilizzo. Ma se un’altra azienda che usa gli stessi macchinari fosse collegata via ECX Fabric, potrebbe scambiare i suoi dati con i miei e con quelli di altre aziende per migliorare l’impiego di quelle macchine da parte di tutte le aziende connesse. In futuro, questo tipo di scambio di dati potrebbe anche generare valore e diventare un nuovo marketplace.

La tecnologia Equinix elimina la variabile geografica?

Quando i dati arrivano a un nostro data center, sono automaticamente disponibili e utilizzabili in ogni nostro impianto a livello globale. Quindi di fatto noi togliamo la complessità del trasporto geografico dei dati al cliente. Ma in più siamo in grado di gestire le particolarità delle varie location, per esempio dal punto di vista normativo. Basti pensare alla GDPR in Europa. Se un’azienda vuole essere presente a New York, Milano, Singapore, Hong Kong, noi siamo in grado di gestire i dati in accordo con le varie regolamentazioni. Anche con la Cina, visto che forse non tutti sanno che se per esempio sono a Hong Kong sono in Data Free Zone, quindi i miei dati non sono controllati, ma se sono a Shanghai sono in una Data Control Zone, e quindi lo Stato ha il diritto di controllare i dati che transitano dai miei data center. Sono specificità locali di cui devo tenere conto in un progetto di digital transformation. E grazie ai nostri team internazionali, se un’azienda cinese vuole avere una presenza su Milano e chiede come funziona la normativa italiana, sarà un esperto italiano a rispondere, e viceversa. Un’altra semplificazione è che, anche se noi non copriamo l’ultimo miglio, nei nostri data center sono presenti tutti i maggiori provider; così, un’azienda che arriva per la prima volta sul data center di Singapore avrà a disposizione direttamente in situ i provider fra i quali potrà scegliere quello a cui affidare la connessione dal centro alle sue strutture.

Quali saranno secondo voi i primi utilizzi del 5G ad avere grande diffusione?

Secondo noi la prima cosa, prima ancora dei sistemi IoT, sarà la ricerca di prestazioni nelle comunicazioni. Pensiamo ad aziende che hanno bisogno di trasmettere rapidamente elevate quantità di dati da zone non servite dalla fibra. Esse sono pronte a sfruttare la famosa velocità “100 volte più alta del 4G”, e i tempi di latenza più brevi, permessi dal 5G. Oppure pensiamo anche alla possibilità di delocalizzare dai centri di calcolo “tradizionali” una serie di operazioni che prima non potevano essere spostate in determinate aree per la loro assoluta necessità di un canale di comunicazione veloce.

Poi ci sarà l’IoT, perché il mercato richiede alle aziende di essere più performanti, più efficienti, più economiche, ma non mi posso più permettere di avere del downtime sulle mie catene di produzione, quindi devo avere il migliore controllo possibile dei miei sistemi. Il 5G aiuterà le aziende a raggiungere questi risultati, ma non solo, perché una volta che l’azienda avrà creato questi data lake di informazioni, potrà usarli per migliorare il suo livello di conoscenza dei propri strumenti, scambiandoli con altri utilizzatori per migliorare ancora i risultati. Per questo però deve cambiare la mentalità, da “i miei dati sono miei” a “i miei dati diventano bene comune così miglioriamo insieme”.

Più avanti nel futuro, il 5G darà un grande aiuto nel creare le cosiddette Smart City o Connected City. Grazie a esso, anche le automobili potranno connettersi alla rete cittadina e scambiare dati in qualsiasi momento, senza aspettare di essere collegate alla colonnina di ricarica per scambiare informazioni. Pensate ad automobili in grado di avvisare la città del loro arrivo, permettendo ai sistemi di controllo del traffico di adeguarsi dinamicamente per esempio a un’ondata di traffico in ingresso nell’ora di punta. O pensate a linee metropolitane che regolano la cadenza dei treni in base al numero di smartphone che sono entrati in un determinato orario in ogni stazione.

Quanto pensate che potrà pesare il 5G, direttamente o indirettamente, sui futuri fatturati di Equinix?

L’interconnessione, ossia lo scambio di dati privati tra aziende, è la connettività più veloce, più sicura e a bassa latenza che esista, e sarà una parte fondamentale della rivoluzione 5G. Le aziende hanno bisogno di flessibilità per espandersi man a mano che i confini si ampliano. Hanno anche bisogno di accedere al proprio cloud, reti, dati e partner, in modo da potersi collegare direttamente a qualsiasi cosa di cui hanno bisogno, ovunque ne abbiano bisogno. Ecco che una piattaforma di interconnessione globale come la Piattaforma Equinix è sempre in crescita e accoglie nuovi ecosistemi industriali e partner, e può essere un luogo che aiuta le aziende a gestire qualsiasi cosa il 5G stia portando.

Emmanuel Becker

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Renzo Zonin
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