Il nuovo governo e le imprese, Meloni: “L’Italia deve tornare ad avere una politica industriale”

“L’Italia deve tornare ad avere una politica industriale, puntando su quei settori nei quali può contare su un vantaggio competitivo”. Nel suo discorso per chiedere la fiducia al nuovo governo, il presidente del Consiglio incaricato Giorgia Meloni ha parlato anche di imprese, promettendo semplificazione e deregolamentazione dei procedimenti amministrativi per dare stimolo all’economia, alla crescita e agli investimenti. Ecco che cosa ha detto

Pubblicato il 25 Ott 2022

melonicamera

“L’Italia deve tornare ad avere una politica industriale, puntando su quei settori nei quali può contare su un vantaggio competitivo”. Così il presidente del Consiglio incaricato Giorgia Meloni ha introdotto la parte dedicata al mondo delle imprese del suo discorso sulla fiducia al nuovo governo.

I settori citati da Meloni sono moda, lusso, design e anche “l’alta tecnologia”. Oltre naturalmente alle eccellenze in campo agroalimentare, sulle quali Meloni ha chiarito che “sovranità alimentare non significa, ovviamente, mettere fuori commercio l’ananas, come qualcuno ha detto, ma più banalmente garantire che non dipenderemo da Nazioni distanti da noi per dare da mangiare ai nostri figli”.

Tornando alle imprese, la premier ha detto che “serve una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo, che deve essere paritetico e di reciproca fiducia. Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto, perché la ricchezza la creano le aziende con i loro lavoratori, non lo Stato con decreti o editti”.

Si inaugura quindi una stagione improntata al “lasseiz faire”, anche se di termini in lingua straniera nel discorso di Meloni non c’è traccia (ha tradotto persino la flat tax come tassa piatta). “Il motto di questo Governo sarà: «non disturbare chi vuole fare». Le imprese chiedono soprattutto meno burocrazia, regole chiare e certe, risposte celeri e trasparenti. Affronteremo il problema partendo da una strutturale semplificazione e deregolamentazione dei procedimenti amministrativi per dare stimolo all’economia, alla crescita e agli investimenti, anche perché tutti sappiamo quanto l’eccesso normativo, burocratico e regolamentare aumenti esponenzialmente il rischio di irregolarità, contenziosi e corruzione. Un male che abbiamo il dovere di estirpare”.

La flat tax (o “tassa piatta”)

Una delle leve di azione del nuovo Governo sarà il fisco.

Meloni promette “un nuovo patto fiscale” basato su tre pilastri.

Il primo consisterà nel “ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità”. Ci sarà quindi l’estensione della flat tax per le partite IVA dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. Non solo: per non penalizzare chi cresce, spiega Meloni, ci sarà “l’introduzione della tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente: una misura virtuosa con limitato impatto per le casse dello Stato che può essere un forte incentivo alla crescita”.

Il secondo pilastro è la tregua fiscale “per consentire a cittadini e imprese, in particolare PMI, in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco”.

Il terzo punto è la lotta all’evasione che – assicura la premier – non sarà una “caccia al gettito”.

Il cuneo fiscale

Meloni ha poi affrontato il tema del cuneo fiscale.

“L’obiettivo che ci diamo – ha detto – è intervenire gradualmente per arrivare a un taglio di almeno cinque punti del cuneo in favore di imprese e lavoratori per alleggerire il carico fiscale delle prime e aumentare le buste paga dei secondi”.

Le aziende ad alta densità di lavoro saranno premiate con un meccanismo fiscale del tipo “più assumi meno paghi” senza “far venir meno il necessario sostegno all’innovazione tecnologica”.

Un ultimo cenno al tema delle competenze: “Serve colmare il grande divario esistente tra formazione e competenze richieste dal mercato del lavoro con percorsi formativi specifici, certamente, ma ancora prima grazie a una formazione scolastica e universitaria più attenta alle dinamiche del mercato del lavoro”

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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