Xcelerator e Industrial Operations X, come sarà il futuro dell’industria digitale e sostenibile secondo Siemens

Integrazione, collaborazione e apertura sono le parole chiave di Xcelerator, la piattaforma digitale e aperta di Siemens, presentata la scorsa estate, che è nel pieno del suo sviluppo: dopo la presentazione di Building X, a breve arriverà Industrial Operations X, la declinazione di Xcelerator per l’industria, che sarà progressivamente arricchita di prodotti e applicazioni sviluppate anche con partner.

Pubblicato il 21 Dic 2022

Xcelerator Industrial Operations X

Accelerare la digitalizzazione mettendola anche al servizio della sostenibilità, grazie a soluzioni flessibili, interoperabili e scalabili. Xcelerator è la risposta di Siemens alle sfide del presente e del futuro dell’industria e delle infrastrutture grazie a un set completo di funzioni fruibili in Cloud e in modalità as-a-service.

La piattaforma digitale e aperta di Siemens, presentata la scorsa estate, è nel pieno del suo sviluppo: dopo la presentazione di Building X, dedicato al mondo degli edifici, ad aprile 2023, in occasione della Hannover Messe, arriverà Industrial Operations X, la declinazione di Xcelerator per l’industria,  che sarà progressivamente arricchito di prodotti e applicazioni sviluppate anche con partner. Due delle parole chiave di Xcelerator sono infatti integrazione e collaborazione. Una terza istanza sarà Railigent X, soluzione dedicata ai trasporti ferroviari.

Un approccio aperto e orientato all’integrazione di tecnologie

Un’altra parola d’ordine di Xcelerator è apertura. La piattaforma infatti è frutto della filosofia dell’azienda, impegnata nella fornitura di soluzioni di automazione industriale più aperte e interoperabili, in risposta ai cambiamenti del mercato e alle esigenze dei clienti. Riunirà quindi in un unico marketplace anche le soluzioni sviluppate dai partner, per accelerare la fruizione di prodotti e servizi da parte delle aziende.

“Il domani è fatto di soluzioni integrabili e interoperabili da fruire in modalità as-a-Service”, spiega Maurizio Rovaglio, Head of Digital Enterprise Business for Process Industries di Siemens in Italia.

A richiederlo è – spiega Rovaglio – prima di tutto il mercato: con lo spostamento del focus dal prodotto al servizio è infatti anche il rapporto stesso con il cliente che cambia.

“Il modello as-a-Service è un contratto con il cliente che non si esaurisce nel momento in cui viene consegnato il prodotto, ma continua nel momento in cui su quel prodotto viene offerto un servizio che assicura al cliente nel tempo la qualità di ciò che ha acquistato”, aggiunge. In questo senso tra fornitore e utilizzatore di tecnologie si instaura una relazione win-win, una convergenza di interessi imperniata sulla qualità e l’efficienza della produzione.

Ed è in questo rapporto che i fornitori di tecnologia possono davvero differenziarsi dai competitor e fidelizzare i clienti.

Un rapporto che richiede un diverso approccio anche nei confronti dei competitor, sia perché ormai questi progetti riguardano quasi esclusivamente impianti brownfield – dove quindi sono presenti soluzioni stratificate, personalizzate e poco flessibili -, ma anche (e soprattutto) perché è il mercato stesso a chiederlo.

“Ormai tutti i fornitori di tecnologia si stanno rendendo conto che sta diventando sempre più irrealistico pensare di poter fornire da soli ai clienti tutte le soluzioni di cui hanno bisogno. Questo vale anche per i venditori di hardware, che non venderanno più solo pezzi di hardware proprietario, ma pezzi di soluzioni, che dovranno poi integrarsi in architetture edge-cloud “, spiega Rovaglio.

La piattaforma Xcelerator di Siemens

Ed è proprio questa la filosofia che sta animando il progetto di Xcelerator di Siemens, una piattaforma che includerà un portfolio di prodotti completo e dedicato, un crescente ecosistema di partner e un marketplace in evoluzione per accelerare la creazione di valore nell’industria, nei trasporti, nelle infrastrutture e negli edifici.

Un’infrastruttura completa – che parte dall’hardware arriva fino al software – e strutturata per essere non soltanto un catalogo Siemens: l’azienda ha infatti già integrato più di 4.000 partner nel marketplace.

Partner che divide in tre categorie:

  1. Build and Sell, i partner che possono costruire, sviluppare e vendere prodotti. Sono quelle aziende, comprese le medie e piccole imprese e le startup, in grado di proporre prodotti che siano sinergici con l’offerta di Siemens (come, ad esempio i system integrator)
  2. Consulting and Service, società di consulenza che spesso raccolgono le esigenze dei clienti e ne studiano i processi
  3. Enable and Run, cioè i provider di infrastruttura cloud e di servizi IT

Building X, la suite per edifici intelligenti a emissioni zero

Siemens ha già reso disponibile la prima soluzione sviluppata per Xcelerator: si tratta di Building X, lanciata lo scorso giugno, una piattaforma aperta che agisce come un’unica fonte dati per eliminare la complessità e supporta gli obiettivi ad emissioni zero.

Building X permette agli utilizzatori di digitalizzare e utilizzare i dati degli edifici provenienti da diverse fonti, discipline e sistemi, su un’unica piattaforma. Ciò consente all’utente di vivere un’esperienza senza soluzione di continuità grazie all’integrazione del software e dell’ecosistema esistente, comprese le applicazioni di terze parti, grazie alla connettività aperta ai partner e fornitori e alle interfacce aperte di programmazione delle applicazioni (API).

La piattaforma offre applicazioni modulari, abilitate dall’intelligenza artificiale e sicurezza informatica integrata. Inoltre, facilita anche la co-creazione con i clienti ed i partner per affrontare più rapidamente le loro sfide grazie all’apertura e alla tecnologia cloud che permette di abilitare la trasformazione digitale in modo più semplice, veloce e su larga scala.

Industrial Operations X, la roadmap di sviluppo di Xcelerator

Industrial Operations X, dedicata al mondo dell’industria, sarà il secondo “tassello” di Xcelerator. Si prevede che lo sviluppo della piattaforma Xcelerator, sia come integrazione di soluzioni che di partners, impegnerà i prossimi 2 anni per arrivare alla copertura completa di tutti i mercati  , tuttavia va sottolineato che, per sua natura stessa, Xcelerato se non sarà mai un prodotto “finito”, ma continuerà ad evolvere nel tempo.

“Industrial Operations X consentirà di abilitare i vantaggi di Building X al mondo dell’industria e includerà quindi anche il metaverso industriale. Al momento stiamo lavorando sull’integrazione del portfolio, che è molto vasto”, spiega Rovaglio.

Gli utenti del marketplace avranno la possibilità di effettuare ricerche sia verticali – quindi cercare soluzioni rivolte a una determinata industria – che orizzontali, cercando quindi la soluzione più adeguata a un determinato obiettivo (ad esempio cercando “sostenibilità” o “efficienza” nel marketplace).

Le soluzioni adatte ad essere incluse nel marketplace di Xcelerator saranno contrassegnate con una X, a garanzia del rispetto dei principi a cui si ispira Siemens (apertura, interoperabilità e flessibilità).

Oltre che in questo processo di classificazione, l’azienda è ora impegnata nella regionalizzazione della piattaforma per poter proporre soluzioni country-specific: per ora sono 25 le regioni individuate tra cui l’Italia che è il terzo mercato mondiale per Siemens.

I vantaggi per i costruttori di macchine: la testimonianza di E.P.F

Un esempio concreto della partnership tecnologica tra Siemens e Nvidia, sia dal punto di vista hardware che software, presentata alla recente SPS a Norimberga, arriva da E.P.F, azienda del cuneese che opera a livello nazionale ed internazionale nei settori dell’automazione industriale, delle energie rinnovabili e dello stampaggio plastico ad iniezione.

L’integrazione di diverse tecnologie in un’unica soluzione permette ai costruttori di macchine di abilitare una produzione davvero flessibile, in grado di rispondere ai cambiamenti della domanda, caratterizzata da piccoli batch di prodotti altamente personalizzati che richiedono ai macchinari industriali di poter essere facilmente riconvertiti per adattarsi alle specifiche di ciascun prodotto.

E.P.F. aveva la necessità di sviluppare per un suo cliente un sistema di assemblaggio ad alta cadenza e precisione, caratterizzato da efficienza, flessibilità e velocità.  Il progetto, sviluppato in collaborazione con Siemens, ha portato a Supata, un’isola di singolarizzazione ed assemblaggio componenti robotizzata, totalmente automatica, dove modularità e innovazione sono concetti chiave per un rinnovato processo produttivo.

Lo smart feeder “intelligente” di E.P.F. si caratterizza per la molteplicità di componenti manipolati e per la semplicità nel cambio formato senza dover effettuare alcuna modifica al sistema, il quale riconosce in automatico i pezzi inseriti nel database dei formati di produzione ed è pronto per operare sul nuovo lotto.

Un’unica soluzione compatta, studiata per la Factory Automation, per infinite tipologie di inserti manipolabili, anche non ancora presenti sul mercato, per un investimento con tempi di ritorno molto competitivi per i riferimenti di settore.

Lo smart feeder presenta diverse novità in ambito di riconoscimento visivo. Il piano di accumulo viene di fatto svuotato dal robot tramite l’integrazione con l’AI, che lo guida nella ricerca della presa dell’oggetto. Il processo risulta così ottimizzato grazie ad algoritmi che pianificano il minor numero di vibrazioni necessarie utilizzando calcoli probabilistici relativi alla posizione degli oggetti da raccogliere.

Il sistema inoltre è user friendly con un’unica interfaccia HMI per l’operatore che gestisce robot, visione e sistema vibrante.

La macchina di E.P.F.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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