MindSphere World promuove l’approccio Low Code/No Code per scrivere software senza essere programmatori professionisti

MindSphere World, associazione che promuove la digitalizzazione del comparto industriale, si fa promotrice su scala nazionale dell’approccio Low Code/No Code

Pubblicato il 21 Feb 2023

MindSphere ecosistema

Scrivere software senza la necessità di coinvolgere una figura IT, uno sviluppatore o un programmatore professionista: è quello che consente di fare il Low Code/No Code, approccio di cui MindSphere World, associazione che promuove la digitalizzazione del comparto industriale, si fa promotrice su scala nazionale.

Grazie all’inserimento del Low Code/No Code all’interno del suo ecosistema, MindSphere World supporta i soci con un nuovo metodo di programmazione semplice e flessibile ad alto potenziale per l’Industry 4.0. MindSphere World si fa portavoce di questa nuova modalità di implementazione digitale nell’industria per il mercato italiano anche erogando attività di formazione, con la consapevolezza che, secondo gli analisti, è previsto un utilizzo di tecnologie Low Code/No Code nelle aziende sempre crescente a livello globale. Secondo Forrester, infatti, nel 2025 fino al 70% delle applicazioni Enterprise saranno sviluppate con strumenti Low Code/No Code.

L’approccio drag&drop

La programmazione tramite Low Code/No Code avviene su una piattaforma di sviluppo visuale con un approccio drag&drop di blocchetti preconfigurati che svolgono le stesse funzioni logiche di svariate righe di codice. In questo modo la strutturazione dell’applicazione digitale viene semplificata e resa flessibile. Inoltre, alla sua scrittura possono cooperare figure solitamente non coinvolte come quella “business”, che può così accertarsi che la soluzione risponda effettivamente al problema in questione.

Il Low Code/No Code è utile alla determinazione di programmi di automazione intelligenti che forniscono strumenti di smart manufacturing per orchestrare processi fisici e digitali lungo tutta la supply chain. Considerando che, secondo un sondaggio di Gartner, il 57% dei leader nell’industria ritiene che nella propria forza lavoro manchino le competenze adatte ad affrontare questa sfida, ecco allora che il Low Code/No Code può ridurre questo skill gap.

L’esempio di Omet e Ims Technologies

Lo sviluppo di applicazioni con Low Code/No Code è il modo più semplice ed efficace per accelerare la trasformazione digitale, portando innovazione in fabbrica e nuovi modelli di business sul mercato.

Alcune aziende del settore costruzione macchine e impianti come Omet e IMS Technologies hanno già espresso interesse per le potenzialità di applicazione del Low Code/No Code nell’industria. Infatti, nel percorso continuo di trasformazione digitale di Omet, il Low Code/No Code è una delle soluzioni prese in considerazione per la flessibilità e snellezza nella creazione e gestione degli applicativi, avvicinando l’IT ai Business Users e rendendo possibile una rapida risposta ai cambiamenti delle esigenze aziendali. Omet ha infatti esplorato le funzionalità messe a disposizione dal Low-Code per l’integrazione dei sistemi da campo, e sta valutando l’ipotesi di applicare questo linguaggio di programmazione per la strutturazione di tool di supporto ai tecnici sul campo, o per aiutare i clienti a trarre valore dai dati provenienti dalla piattaforma IIoT.

Sempre in un percorso di digitalizzazione dei processi, anche IMS Technologies sta intraprendendo azioni di innovazione al suo interno con l’adozione di strumenti di programmazione Low Code/No Code come Mendix di Siemens – applicazione disponibile in MindSphere. Questo per tre principali finalità: una gestione del progetto molto più vicina alle necessità dell’utente (interno o esterno); perché i rilasci delle varie funzionalità possano essere più piccoli e frequenti, dando modo agli operatori di affinare il target dell’applicazione durante la sua implementazione (non solo alla fine, quando tutto è già stato sviluppato); e per acquisire un know-how che, in un futuro prossimo, possa divenire una componente fondamentale del patrimonio intellettuale aziendale.

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Daniela Garbillo

Giornalista pubblicista con 30 anni di esperienza di redazione, coordinamento e direzione maturata presso case editrici, gruppi e associazioni in diversi settori, dalle tecnologie innovative alle energie rinnovabili, dall'occhialeria al beauty, all'architettura. All'attivo anche importanti esperienze in comunicazione, organizzazione di eventi e marketing.

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