Dal simulatore navale al lampione smart: a Sestri Ponente nascono le tecnologie per la smart city del futuro

Dal simulatore di nave allo sviluppo delle tecnologie per la smart city. Dalla Basilicon Valley Lumen investe su Genova come laboratorio per la città digitale

Pubblicato il 26 Lug 2019

Lumen simulatore navale

Si parte da un simulatore navale, uno dei più avanzati messi a punto in Italia, per arrivare a un sistema per la smart city che, solo per fare un esempio, potrà utilizzare lampioni intelligenti che possano far risparmiare energia, accendendoli solo quando passano persone o auto in strade poco trafficate. Ma anche strutture che, grazie alla tecnologia 5G riescano capire, e comunicare, situazioni di emergenza, come segnalare un incidente stradale, ma anche quando ci sono parcheggi nelle vicinanze.

È un progetto particolarmente ambizioso quello portato avanti da Lumen, una holding che fattura 16 milioni di euro in Italia e in Svizzera e che detiene il controllo di Upgrade S.r.l., Scenario S.r.l. e Storyline S.r.l., tutte società di under 35, per lo più genovesi, attive rispettivamente nella system integration, nella formazione e simulazione, e nella cybersecurity.

Il maxi simulatore che piace agli arabi

La holding, infatti, ha realizzato un insediamento industriale nella zona di Sestri Ponente: un investimento di due milioni di euro su oltre 2.000 metri quadrati nel cuore di quella che, con una battuta, hanno voluto chiamare “basilicon valley”, dove si sta lavorando ad alcuni progetti particolarmente innovativi.

Il punto di partenza resta, comunque, quello della simulazione che ruota attorno a un progetto di grande avanguardia, dedicato al comparto navale. Un simulatore che, attraverso algoritmi può, ad esempio, creare ex novo un porto, oppure modificarne uno esistente adattandolo a diverse situazioni climatiche o di traffico.

Si tratta di una piattaforma che in tempo reale consiglia al comandante quale sia la rotta migliore, anche solo per risparmiare carburante, spiegano, e che ha già visto un forte interesse da parte di alcuni paesi. “Vogliamo creare competenze in settori avanzati che oggi non ci sono ed esportarle nel resto del mondo, a partire dagli Emirati Arabi con cui siamo già in contatto – spiega Riccardo Rolando, amministratore delegato di Lumen – e nessuna città, come Genova, riassume una forte esperienza e nuove competenze tecniche”.

Dal simulatore navale alla smart city, il passo è breve

Ma lo sviluppo del simulatore navale non è un tema fine a se stesso anche perché permette di elaborare nuove tecnologie che possono essere applicate all’altro grande filone in cui opera Lumen, ovvero quello delle smart cities. “La simulazione non deve essere sottovalutata per la smart city – spiega Rolando – perché, di fatto tutto il mondo della simulazione funziona allo stesso modo: in pratica abbiamo un hardware molto sofisticato e un software che ricrea la realtà. Il trucco è che attraverso la simulazione puoi ricreare una nave, o un porto, ma anche una smart city”.

L’idea, quindi, è quella di ricreare uno scenario prima di fare una determinata installazione, per capire come funziona o, in un secondo tempo, migliorarla. L’obiettivo dell’azienda, quindi, è quello di trasformare Genova, città con una forte incidenza di anziani e con seri problemi di traffico, in un laboratorio per le tecnologie intelligenti, dove mettere a punto strumenti nuovi per renderla polo di eccellenza per la smart industry grazie a un accordo con il Dipartimento di ingegneria elettronica e navale dell’Università di Genova.

Un lampione intelligente per rendere la città più smart

L’esempio più semplice, tra i progetti che saranno portati avanti da Lumen, è quello del lampione smart. “Se tu installi un lampione intelligente – spiega Rolando – avrai una luce che si accende solo quando serve e nel tempo restante rimane spenta. Ma con le nuove tecnologie questo lampione puoi renderlo ancora più intelligente, mettendo sopra un antenna 5G. In questo questo modo puoi collegare il lampione, diventato un ripetitore, ai cellulari che passano per quella zona e raccoglierne i dati. Puoi, così, capire se una persona, magari anziana, è caduta perché lo segnala l’accelerometro del suo telefonino, ma puoi anche accorgerti di un incidente stradale o di un parcheggio libero nelle vicinanze”.

E qui entra in gioco il simulatore perché, partendo da una singola strada si può capire, attraverso i dati, come funziona su larga scala e migliorare gli algoritmi. “Il mondo della simulazione serve proprio a migliorare servizi – sottolinea Rolando – dove il fattore umano resta fondamentale dal punto di vista decisionale ma, dal punto di vista analitico, assume sempre più importanza lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Noi abbiamo messo a punto anche simulatori di logistica o di carico e scarico delle navi, perché l’obiettivo è proprio quello di unire le competenze per creare servizi nuovi o aprire mercati nuovi”.

A fine anno le prime installazioni per la videosorveglianza proattiva

Tutti progetti che, molto presto, si concretizzeranno in installazioni sul territorio. “Contiamo entro fine anno di avere il primo progetto di video sorveglianza proattiva – prosegue Rolando – per l’erogazione dei servizi al cittadino. L’obiettivo iniziale è quello di fornire una sostenibilità economica del nostro progetto di smart city. Questi progetti si possono pagare con il risparmio di energia consentito dalle nuove tecnologie”.

Se dobbiamo sostituire un lampione “possiamo farlo utilizzando lampade a led, che consumano meno, e poi possiamo investire su sistemi per l’accensione solo al passaggio delle auto”.

Grazie a questi risparmi, quindi, si possono erogare servizi in più, e gratis per i cittadini, e nuove opportunità, in questo caso, a pagamento per le aziende. “Per avere servizi smart devi avere una città che ha una rete distribuita. E quello dei lampioni può essere il modo più semplice per creare servizi in più. Una volta che abbiamo le infrastrutture si possono creare nuovi servizi e, di conseguenza, aprire a nuovi mercati”.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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