A marzo il calo della produzione industriale sfiora il 30%: crollano il tessile e il settore delle macchine

La produzione industriale nel mese di marzo 2020 ha subito un calo che sfiora il 30%, sia rispetto al mese precedente che in confronto a marzo 2019. Lo rende noto l’Istat, sottolineando che si tratta di un vero e proprio “crollo” di questo parametro, determinato dai livelli minimi della domanda e dalle misure di contenimento connesse all’epidemia da Covid-19.

Pubblicato il 11 Mag 2020

produzione industriale marzo

La produzione industriale nel mese di marzo 2020 ha subito un calo che sfiora il 30%, sia rispetto al mese precedente che in confronto a marzo 2019. Lo rende noto l’Istat, sottolineando che si tratta di un vero e proprio “crollo” di questo parametro, determinato dai livelli minimi della domanda e dalle misure di contenimento connesse all’epidemia da Covid-19.

Precisamente, la variazione della produzione industriale di marzo rispetto a febbraio è di -28,4%, e coinvolge tutti i comparti: i beni strumentali (-39,9%), i beni intermedi (-27,3%), i beni di consumo (-27,2%) e l’energia (-10,1%). Le attività manifatturiere in generale subiscono un calo della produzione industriale del 30,6%. Lo shock più forte l’ha subito il settore della fabbricazione di mezzi di trasporto (-60,1% rispetto a febbraio 2020). Seguono le industrie tessili (-51,1%), la riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (-42,4%) e la fabbricazione di quest’ultime (-39,7%). La metallurgia registra un calo del 36% mentre la produzione industriale del settore dell’elettronica e dell’elettrotecnica registra un -37,9%.

Rispetto a febbraio, nel mese di marzo i settori in cui la produzione industriale è scesa di meno sono quelli che hanno subìto solo in piccola parte gli effetti del lockdown: la fornitura di energia, gas, vapore ed aria (-3,7%), le industrie alimentari, bevande e tabacco (-4%), la fabbricazione di prodotti chimici (-5,4%) e l’industria farmaceutica (-8,7%).

Rispetto a marzo 2019, inoltre, il calo della produzione industriale è stato del 29,3%. Si tratta, come evidenzia l’Istat, della maggiore diminuzione della serie storica (che parte dal 1990): un dato che supera anche i valori registrati durante la crisi del 2008-2009. Simili anche in questo caso gli andamenti dei comparti: per i beni strumentali il calo è del 39%, seguito dai beni intermedi (-28,7%), i beni di consumo (-26,2%) e dall’energia (-10,5%).

La produzione industriale a marzo 2020 registra variazioni tendenziali di segno negativo in tutti i principali settori di attività economica, con alcuni cali che superano il 50%. È il caso della fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%). Segue la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-40,1%) e la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37%). Resiste meglio, pur rimanendo in territorio negativo, la produzione industriale di marzo delle industrie alimentari, bevande e tabacco, con un calo del 6,5%.

Anche considerando il primo trimestre del 2020, i dati sono in calo, seppur più contenuti per la solo parziale incidenza del lockdown nella produzione industriale. Rispetto al quarto trimestre del 2019, il calo è stato dell’8,4%, mentre è dell’11,3% se confrontato con il primo trimestre dello scorso anno.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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