Programma Nazionale di Ricerca, aperta la consultazione pubblica: Industria 4.0 e robotica protagoniste

Il nuovo Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) 2021-2027 è in consultazione pubblica fino al prossimo 11 settembre: ricercatori, ma anche imprese, istituzioni, cittadini, associazioni di categoria ecc. potranno fare osservazioni e proposte. Un ampio capitolo è dedicato a Digitale, industria e aerospazio, dalla robotica all’intelligenza artificiale, fino all’Industria 4.0. Ecco tutti i dettagli.

Pubblicato il 21 Ago 2020

Robot

I contenuti del nuovo Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) 2021-2027 sono aperti al contributo di tutti i portatori di interessi: dal mondo accademico e della ricerca pubblica e privata a quello delle autorità nazionali e locali, delle imprese, delle associazioni di categoria e dei sindacati, fino a tutti i cittadini.

È stata infatti lanciata dal Ministero dell’Università e della Ricerca la consultazione pubblica per andare a definire quella che sarà la linea guida per la ricerca nel nostro Paese per i prossimi sette anni.

Il PNR 2021-2027 vuole essere una “programmazione strategica partecipata e dinamica per contribuire allo sviluppo sostenibile della società e dare risposte anche alle istanze emergenziali”. Solo al termine della consultazione verrà licenziato un documento definitivo con il Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027.

Il documento di lavoro (disponibile in PDF in fondo all’articolo) è stato elaborato dai gruppi di esperti nominati dal Ministero. Contiene tutti i grandi ambiti di ricerca e innovazione su cui si intende indirizzare il Programma Nazionale:

  • Salute
  • Cultura umanistica e inclusione
  • Sicurezza per i sistemi sociali
  • Digitale, industria e aerospazio
  • Clima, energia, mobilità sostenibile
  • Prodotti alimentari, risorse naturali, agricoltura, ambiente.

Per ogni ambito di ricerca sono formulati i relativi ambiti tematici, di cui qui di seguito vedremo quelli legati al mondo dell’industria, dell’innovazione e delle nuove tecnologie.

Chi intende presentare osservazioni o proposte dovrà collegarsi a questo link attivo fino all’11 settembre 2020.

Diamo ora un’occhiata ravvicinata ai progetti più vicini al mondo delle tecnologie digitali tra quelli dell’area digitale, industria e aerospazio. Nell’ultimo paragrafo parleremo invece della cyber security.

Transizione digitale e Industria 4.0

Industria 4.0 è un settore “nel quale diventa sempre più pressante l’urgenza di mettere a sistema e valorizzare pienamente il potenziale dell’innovazione digitale a vantaggio delle diverse esigenze e prospettive che possono emergere a livello individuale, di comunità e del Sistema Paese”, si legge nel documento di lavoro del PNR 2021-2027. “L’Europa e l’Italia dovranno affrontare la doppia sfida della trasformazione digitale e green se vogliono proporsi come economie moderne, efficienti, competitive: in tale processo le ricerche sulla transizione digitale e sull’I4.0 si configurano come alcuni dei principali volani per il raggiungimento dei Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030″.

Le attività di ricerca indicate nel PNR sono ritenute fondamentali, anche a livello internazionale, “in quanto abilitanti per la trasformazione digitale della PA e del sistema produttivo in termini di prodotti e servizi, e per la necessità di sostenere in modo continuo lo sviluppo tecnologico e metodologico in settori dinamici, ad elevata qualificazione, pervasivi e quindi altamente strategici, anche nell’ottica di limitare drasticamente la dipendenza tecnologica da Paesi terzi, specialmente in ambiti come Difesa, Telecomunicazioni, Aerospazio e Cybersecurity”.

Le articolazioni di questo settore sono cinque:

  • Servizi human-centered (rivolti all’individuo): ricerche riguardanti l’identità digitale, anche attraverso tecnologie biometriche e modelli di human-behaviour analysis, le tecnologie didattiche (incluso il lifelong learning), per il superamento del digital divide, i servizi alla persona, i modelli di e-governance, le tecnologie a supporto dell’individuo nel mondo del lavoro e per la fruizione di contenuti culturali, la telemedicina, con particolare enfasi alle problematiche della medicina personalizzata
  • Comunità sostenibili: ripensare le città col modello delle smart city; soluzioni e servizi digitali facili e sicuri; condividere, validare e integrare flussi di dati eterogenei provenienti da fonti diverse (IoT, IoP, social media…); semplificazione amministrativa per PA e imprese (ad esempio attraverso la Blockchain); nuovi modelli di lavoro come lo Smart Working o approcci di Human-Machine-Interaction; formazione; approcci Digital Twins; politiche green (Smart Grid, sistemi di Intelligent Energy Management, riconversione a fonti rinnovabili…). Le tecnologie su cui si dovrà concentrare la ricerca sono: sistemi embedded, nuovi sensori e dispositivi, anche indossabili, basati su sistemi micro, nano e opto elettro-meccanici, tecnologie fotoniche e nuovi materiali, biochips per la realizzazione di laboratori di analisi miniaturizzati (Lab-on-Chip), modelli di monitoraggio e controllo per la rappresentazione virtuale di entità e processi, e l’integrazione eterogenea di blocchi funzionali (chiplet), packaging avanzato e mix elettronica-fotonica per il superamento della legge di Moore nell’ambito dei dispositivi a semiconduttore, dispositivi a basso rumore, dispositivi programmabili sia via software (microprocessori) che via hardware (FPGA, sistemi di accelerazione), convertitori analogico digitali (AD) e digitale-analogici (DA), tutti dotati di connettività wireless per favorire la costruzione di reti+
  • Competitività del Paese: “la ricerca sulla transizione digitale e sull’I4.0 offre l’opportunità di favorire, attraverso le tecnologie ICT, lo sviluppo, la modifica e la gestione intelligente di processi e prodotti industriali, aumentando la competitività intra/extra-UE”. Si citano ad esempio l’IoT, gli smart devices e i sistemi embedded intelligenti, i modelli di cloud manufacturing e di manufacturing as a service, sistemi di workforce management e per il deployment di soluzioni e servizi, anche attraverso l’uso di Data Analytics (per cui sarà fondamentale lo sviluppo della 5G-industry). Ma non solo: per la competitività del Paese si citano anche il remote sensing, un “programma di alta formazione universitaria e post-universitaria, anche basato su Dottorati di Interesse Nazionale centrati sulle discipline scientifiche e tecnologiche alla base della Transizione Digitale”, il sostegno della IP protection in ambito ICT, e così via
  • Dispositivi e sistemi eterogenei: “sviluppo di soluzioni scientifiche e tecnologiche per l’integrazione di nuovi materiali e funzionalità” insieme ad “avanzamenti delle tecnologie tradizionali”: tra i tanti si citano i metamateriali, l’integrazione di dispositivi ottici e fotonici con processori, i sensori intelligenti e connessi, dispositivi e circuiti elettronici di potenza basati su semiconduttori ad alto bandgap per il risparmio energetico, l’aumento delle prestazioni, l’integrazione e l’ottimizzazione dell’uso delle fonti rinnovabili
  • Reti di sistemi intelligenti: “è fondamentale definire infrastrutture IT ad alte prestazioni, sicure, con accesso pervasivo ad alta velocità” attraverso “la convergenza di telecomunicazioni e tecnologie dell’Informazione in un’unica infrastruttura integrata, portando a compimento la visione dell’ecosistema 5G e successivi”

High performance computing e Big Data

In linea con gli obiettivi del programma Horizon Europe 2021-2027, che assegnano ai settori del Calcolo Avanzato e ad Alte Prestazioni (HPC) e dei Grandi Sistemi di Dati (BD, Big Data) un ruolo primario, il PNR 2021-2027 ricorda che “i dati e le informazioni disponibili in formato digitale stanno crescendo negli ultimi anni in modo esponenziale, creando nuove e prima inimmaginabili opportunità di conoscenza e di sviluppo economico”.

Per questo motivo si intende delineare una strategia di ricerca italiana nel settore HPC&BD che si sviluppi lungo tre direttive:

  • ricerca di base, teorica e sperimentale, per la produzione di nuova conoscenza e l’evoluzione dei fondamenti caratterizzanti il calcolo ad alte prestazioni (HPC) e i sistemi di gestione e analisi di dati di grandi dimensioni (BD)
  • ricerca in ingegneria, scienze e tecnologie software, hardware e dei dati per componenti, piattaforme e sistemi di HPC&BD
  • ricerca finalizzata per applicazioni e soluzioni HPC &BD su specifici obiettivi e/o domini applicativi, inclusa la resilienza anti-pandemica

Le tre direttiva andranno attuate secondo le 5 articolazioni:

  • Hardware e software a supporto della realizzazione ed evoluzione dei grandi hub HPC&BD europei e nazionali per il calcolo scientifico, la ricerca e la scienza aperta: evoluzione dei sistemi di HPC & BD verso il calcolo Exascale con architetture e componenti innovative che superino metodi e tecniche tradizionali di scaling, con forte accelerazione verso efficienza e sostenibilità energetica
  • Ricerca di base e fondamentale in ingegneria, scienze e tecnologie informatiche per HPC e Big Data: ricerca per la produzione di nuova conoscenza e l’evoluzione di quella esistente su tutte le aree tematiche HPC&BD
  • Strutture distribuite e decentralizzate di calcolo e dati, per IoT, I4.0 e applicazioni sociali e di rete: ricerca, prototipazione e sperimentazione di infrastrutture, componenti e piattaforme distribuite per il calcolo e la gestione dati, integrando le funzionalità delle grosse infrastrutture e le capacità di elaborazione locale e in tempo reale
  • Architettura, ingegneria, scienze e tecnologie informatiche per l’evoluzione dei dati della PA verso sistemi aperti, Big Data e servizi cloud
  • Applicazioni HPC, BD e sistemi di servizi cloud per la società, per la sua resilienza, per lo sviluppo sostenibile, per gli spazi dati comuni locali, nazionali ed europei

Intelligenza Artificiale

“L’IA è una priorità assoluta per tutti i Paesi e per l’Europa in primis”, si legge nel documento che fa da testo base per il PNR 2021-2027. “La capacità di contribuire con posizione dominante nella ricerca sia di base sia applicata è essenziale per il posizionamento strategico dell’Europa a breve, medio e lungo termine, come già ampiamente confermato dai rapporti e dagli investimenti internazionali nel settore”.

In particolare, nel 2030 l’adozione dell’IA potrà contribuire al previsto incremento del 14% del Pil mondiale. Si prevede infatti un incremento negli investimenti nella ricerca sull’IA per il periodo 2021-2027, con almeno 7 miliardi di euro dedicati nei programmi Horizon Europe e Digital Europe. “Tali investimenti, se supportati da finanziamenti appropriati dal settore pubblico e privato, rappresentano una irripetibile opportunità per il rilancio nel nostro Paese dell’industria digitale, del settore manifatturiero e di tutto il Made-in-Italy”, come si sottolinea anche nella “Strategia Italiana in IA“.

Sono quattro gli aspetti caratterizzanti in cui può essere declinata la ricerca nel documento di lavoro del PNR 2021-2027:

  • L’IA è ricerca fondazionale: “malgrado la sua lunga storia, l’IA non è una tecnologia assestata, come è testimoniato dagli investimenti pubblici e privati in ricerca fondazionale in tutto il mondo nei diversi temi delle sue anime componenti”. Per questo “è necessario un forte investimento ed impegno di tutte le comunità scientifiche e tecnologiche, delle istituzioni e dell’industria italiana per promuovere la ricerca a lungo termine sulle nuove metodologie di IA”
  • L’IA è ricerca applicata nell’industria: “l’IA per l’industria deve superare il classico modello lineare ricerca-sviluppo-adozione a favore di un approccio circolare che possa coniugare, fin dalla ideazione, le competenze di dominio e quelle informatiche”
  • L’IA è ricerca applicata alle sfide sociali, dei singoli, della collettività e dell’ambiente: “le soluzioni dell’IA sono determinanti nel mondo della medicina, nella comprensione di nuove pandemie, nelle fasi di anticipazione e gestione dei rischi naturali, tecnologici e chimici, nel controllo delle infrastrutture critiche, nella sicurezza dei cittadini, nell’ottimizzazione delle risorse energetiche ed economiche, nell’analisi automatica dei dati della Pubblica Amministrazione e delle città intelligenti, in tutte le discipline scientifiche
  • L’IA è una industria: . “l’IA è l’industria delle piattaforme, degli strumenti e dei servizi hardware e software, testimoniata nel mondo dai più grandi colossi industriali IT e che, coniugando tecnologia e creatività, favorisce la creazione di brillanti start-up”. Per questo motivo l’IA in Italia ha un grande potenziale per “far risorgere l’industria informatica” o per rilanciare “l’industria hardware nazionale” (con la spinta di quella software), essere il “volano dell’industria digitale, anche in collegamento con iniziative europee come gli EDIH (European Digital Innovation Hub), i TEF, i Competence Center, i Cluster Tecnologici Nazionali e le iniziative accademiche e degli enti di ricerca sulla terza missione”

Sono cinque le articolazioni in cui si suddivide il PNR 2021-2027 per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale:

  • IA per IA: “l’Italia deve investire nella ricerca e sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, in quanto disciplina scientifica: deve investire sulla ricerca fondazionale in IA per mantenere l’attuale leadership scientifica internazionale; deve investire, anche mediante un grande Progetto Nazionale in IA, per incidere con contributi importanti in tutte le articolazioni del PNR, e per garantire opportunità di crescita all’industria italiana e un futuro lavorativo alle nuove generazioni”
  • IA per la persona e la salute: “l’IA moderna si sta definendo sempre di più come uno strumento rivolto alla persona, sia in termini di capacità aumentate dell’individuo in termini cognitivi e predittivi a supporto delle decisioni e dei comportamenti dei singoli, sia in termini di Human-AI interaction sia, infine, per migliorare il benessere, la salute e la vita della persona”
  • IA per la società: “l’IA, attraverso l’elaborazione di grandi quantità di dati, mostra enormi potenzialità nella risposta alle sfide della Società, in ambiti che spaziano dal suo benessere alla sua pianificazione, alla sua evoluzione economica e scientifica”
  • IA per l’ambiente e le infrastrutture critiche: “le problematiche di natura ambientale sono, per loro natura, complesse e multisfaccettate a causa del grande numero di variabili coinvolte, delle loro mutue interazioni e della dominante presenza di incertezza anche causata dalla interazione con l’umano. La creazione di un modello in grado di descrivere computazionalmente tale complessità (o alcune sue parti) è una sfida che l’IA può cogliere e vincere”
  • IA per la produzione industriale: “l’IA è il perno della nuova rivoluzione industriale a completamento dei paradigmi della Industria 4.0 che va nella direzione di adottare, personalizzare e co-creare sistemi intelligenti per l’ottimizzazione dei processi e per la progettazione di nuove generazioni di prodotti IA-nativi”. La ricerca dovrà riguardare il controllo di qualità e la diagnostica, la ricerca di nuove molecole, la progettazione di nuovi materiali, la creazione di Digital Twin per la simulazione di scenari industriali complessi, lo sviluppo di sistemi di edge-AI integrabili nella produzione e nei prodotti, e così via

Robotica

Anche alla Robotica si dedica un ampio capitolo del settore “Digitale, Industria e Aerospazio” del PNR.

Sono cinque le articolazioni ad essa riferite:

  • Robotica in ambiente ostile
  • Robotica per Industria 4.0
  • Robotica per l’ispezione e la manutenzione di infrastrutture
  • Robotica per il settore agro-alimentare
  • Robotica per la salute

Tutte queste articolazioni sono strettamente legate ai cluster istituiti dal piano Horizon Europe, il filo rosso è quello dello sviluppo di “adeguate capacità di autonomia dei robot che abbiano un impatto sull’efficienza delle applicazioni chiave e che vadano oltre l’attuale stato dell’arte”.

Nel PNR 2021-2027 si ricorda l’importanza e l’eccellenza della comunità robotica nazionale (accademie, centri di ricerca, aziende, start-up), riunita nell’Istituto di Robotica e Macchine Intelligenti (I-RIM). A questo settore andranno dedicati “investimenti strategici fatti in questa fase, caratterizzata da una profonda riconversione produttiva fondata sulle nuove esigenze di sicurezza e sulle nuove tecnologie”.

L’Articolazione dedicata alla “Robotica per Industria 4.0“, in particolare, ricorda che “i robot sono gli strumenti preferiti nei sistemi di automazione flessibile, dove la produzione deve potersi modificare sulla base delle mutevoli esigenze del mercato”.

Da cosa deriva il successo della robotica industriale nel mondo e in particolare in Italia? Nel PNR si ricordano diversi motivi, come la personalizzazione sempre più spinta dei prodotti, che richiede piccoli lotti con elevati mix produttivi (a cui i robot industriali si prestano particolarmente bene); oppure l’aumento della competitività nel mercato globale, che richiede incrementi di produttività, eliminazione e riduzione dei difetti, soluzioni produttive sostenibili. Ma non solo: si ricorda anche che “i robot oggi non sono più appannaggio della sola grande industria ma sono utilizzati sempre più anche da aziende medio-piccole (PMI), in particolare nella versione dei robot collaborativi, in grado di operare a stretto contatto con l’uomo”.

Con l’avvento di Industria 4.0, poi, la robotica ha vissuto un ulteriore slancio: accanto ai tradizionali manipolatori industriali sono arrivati i robot mobili (AGV), sempre più importanti per la logistica. “La ricerca si indirizza verso la gestione di flotte di AGV, di AGV con manipolatori a bordo, l’integrazione spinta e intelligente con i MES aziendali e lo sviluppo di AGV leggeri per la logistica dell’ultimo miglio”.

Ma soprattutto “il robot diventerà elemento sempre più centrale nella nuova fabbrica intelligente“, e questo comporterà “una sempre maggiore fusione degli aspetti fisici e digitali della macchina, che diventerà a tutti gli effetti un sistema cyber-fisico indissolubilmente legato alla sua rappresentazione digitale, utilizzata per manutenzione predittiva, monitoraggio della produzione e ottimizzazione delle prestazioni”.

In questo scenario la robotica collaborativa vivrà un periodo di forte crescita nei prossimi anni, che dovrà “essere accompagnata da attività di ricerca e trasferimento tecnologico intese a dare compimento alle esigenze di operare in sicurezza negli ambienti misti uomo–robot”.

Vengono infine individuate le tecnologie abilitanti su cui la ricerca deve focalizzarsi per raggiungere gli obiettivi fissati dal PNR 2021-2027 in tema di robotica:

  • intuitività e usabilità delle interfacce uomo-robot, che abilitino l’uso efficace di robot da parte di persone senza formazione specifica
  • integrazione di percezione e intelligenza naturale e artificiale, che permetta agli operatori di avvalersi delle capacità aumentate dalle macchine senza essere espropriati delle proprie indispensabili capacità cognitive e operative
  • capacità di interazione fisica dei robot con l’ambiente e con le persone circostanti con stabilità e in sicurezza
  • realizzazione di strumenti fisici per la manipolazione destra e la locomozione in ambienti aerei, acquatici, e su suoli di natura diversa e accidentata
  • autonomia energetica e resilienza alle imperfette comunicazioni nelle situazioni realisticamente incontrate nelle applicazioni sul campo

Innovazione e industria manifatturiera

Un intero paragrafo del PNR viene poi dedicato alla ricerca e all’innovazione nell’industria manifatturiera: “questioni chiave e opportunità importanti per l’economia e la società italiana”.

Innanzitutto vengono identificati i problemi attuali della ricerca e innovazione nel settore manifatturiero:

  • percentuale bassa di risorse pubbliche e private destinate alla R&S in rapporto al Pil
  • caduta degli investimenti materiali e immateriali delle imprese nell’ultimo decennio
  • percentuale bassa di laureati nella società e nelle imprese italiane e la scarsa attività di formazione sulle nuove tecnologie nelle aziende
  • emigrazione di 14.000 ricercatori italiani all’estero in un decennio per la mancanza di opportunità di lavoro in Italia
  • bassi salari di ingegneri, tecnici, professionisti e ricercatori nelle imprese e nel settore pubblico, a confronto di altri paesi europei
  • prevalenza nelle imprese di un orientamento verso innovazioni di processo rispetto a quelle di prodotto, con effetti negativi sull’occupazione
  • scarsa dimensione media delle imprese italiane e resistenze a processi di aggregazione che porterebbero a maggiori capacità competitive e di ricerca
  • acquisizione di molte importanti imprese italiane da parte di aziende straniere con lo spostamento all’estero di attività di ricerca e centri decisionali
  • scarsa integrazione del sistema università-ricerca-innovazione del Paese
  • mancato coordinamento tra stimoli allo sviluppo di tecnologie dal lato dell’offerta e corrispondente domanda pubblica di beni ad alta tecnologia
  • difficoltà a individuare missioni specifiche su cui far convergere in modo coerente l’insieme delle politiche di ricerca, industriali, della domanda, economiche, ambientali, di formazione del Paese

Ecco che nel PNR 2021-2027 si propongono le cinque direttrici principali “che dovranno guidare lo sviluppo e la competitività del sistema manifatturiero italiano”:

  1. Industria circolare, pulita ed efficiente. L’industria manifatturiera dovrà fare progressi sostanziali verso processi produttivi caratterizzati da economia circolare, carbon neutrality di filiera e impianti efficienti dal punto di vista energetico, fornendo prodotti “verdi e circolari” per design che siano al contempo innovativi oltre che accessibili economicamente
  2. Industria inclusiva. Il nuovo modello di industria deve essere centrato sulla persona, intesa sia come lavoratore che come utilizzatore dei prodotti e dei servizi a base industriale; le nuove tecnologie dovrebbero avere al centro le capacità umane, le competenze dei lavoratori, i diritti dei cittadini, contribuendo al loro sviluppo e benessere, anziché presentare minacce, limitazioni, creare nuovi divari
  3. Industria resiliente. Ai sistemi produttivi e alle filiere logistiche è richiesta una sempre maggiore resilienza per far fronte a fenomeni di natura sociale, tecnologica, economica, ambientale sempre più imprevedibili e in rapido cambiamento, e adattività alle mutevoli esigenze del mercato; la crisi determinata dall’emergenza sanitaria ha fatto emergere le vulnerabilità della nostra società, anche riguardo ai modelli produttivi e alle capacità del Paese e delle aziende di rispondere in modo sistemico a situazioni imprevedibili
  4. Industria intelligente. La diffusione delle tecnologie digitali sta modificando lo scenario industriale attraverso la disponibilità di enormi quantità di dati, lo sviluppo di processi, dispositivi e materiali intelligenti, la connettività di macchine, di sistemi produttivi e filiere logistiche con un forte cambiamento anche dei modelli di impresa, improntati a logiche relazionali di sistemi prodotto-servizio. In questo contesto, le piattaforme digitali che consentono la connessione e l’interoperabilità in sicurezza tra sistemi rivestono un’importanza fondamentale per la competitività dei sistemi produttivi e, in ultima istanza, del sistema Paese
  5. Industria competitiva. Trasversale alle precedenti, riguarda l’orientamento della ricerca verso il sostegno alle imprese perché possano realmente trasferire nei propri prodotti e processi le opportunità di innovazione tecnologica rese possibili dal mondo della ricerca privata e pubblica, aumentando la produttività dei fattori produttivi, le performance economiche e la propria competitività. Fondamentale sarà l’integrazione di ricerca pubblica (sia di base che applicata), ricerca nelle imprese, sostegno all’innovazione, diffusione e formazione delle conoscenze.

Cybersecurity

Nell’ambito del capitolo dedicato alla “Sicurezza per i sistemi sociali“, la proposta per il PNR 2021-2027 dedica ampio spazio alla Cybersecurity, un’arma ormai fondamentale per difendersi, ad esempio, da blocchi dell’operatività delle aziende, dalla compromissione dei servizi delle infrastrutture critiche o di servizi essenziali, dal furto della proprietà intellettuale o di informazioni cruciali per la sopravvivenza di aziende e di asset nazionali.

Per questo motivo nel PNR si legge che “è necessario mettere a punto sistemi di difesa, coordinati al livello nazionale, per contrastare le minacce e, ove possibile, prevenirle”, perché la “diffusione su larga scala delle tecnologie IoT, del 5G, dell’Intelligenza Artificiale e delle tecnologie quantistiche, introdurrà nuove criticità dovute al progressivo rilassamento del concetto di “perimetro di difesa” e al conseguente crollo di buona parte delle strategie di difesa e protezione che si basano su tale concetto”.

Inoltre la Cybersecurity deve essere “un presupposto abilitante per la realizzazione di asset stabili e competitivi”, dando ai cittadini, alle imprese e alla PA non solo una tecnologia IT avanzata e intelligente, ma anche la fiducia in essa. Bisogna quindi “individuare misure per coprire l’intero spettro che va dalla ricerca di base, a quella industriale e allo sviluppo sperimentale, mettendo a sistema strumenti di supporto allo scrutinio tecnologico e coordinando azioni già esistenti”, aumentando ad esempio il numero di aziende di medie dimensioni che si occupano di cybersecurity, oltre a puntare su start-up e spin-off anche per evitare che tanti giovani considerino l’estero un terreno più fertile e collaborativo.

L’impatto atteso in tema di Cybersecurity, all’interno del PNR 2021-2027, è:

  • Sviluppo di strumenti di protezione dati e di controllo accessi, definizione di metodologie e tecniche per proteggere, identificare e rispondere ad attacchi
  • Irrobustimento delle soluzioni di Intelligenza Artificiale utilizzate per la sicurezza, ma anche messa in sicurezza dei sistemi di Intelligenza Artificiale
  • Definizione di nuove norme e standard per la sicurezza aziendale e la certificazione di prodotti, servizi ed organizzazioni
  • Creazione di spin-off o start-up, con aumento di pubblicazioni e brevetti e trasferimento dalle pubblicazioni alle applicazioni
  • Nuovi modelli di interazione con istituzioni pubbliche e private, nuovi modelli produttivi e aumento della consapevolezza dei rischi cyber e della privacy
  • Nuove infrastrutture per ricerca avanzata e per servizi digitali sicuri

Le 6 articolazioni in cui suddividere la ricerca sulla Cybersecurity sono:

  • Intelligence and incident response: metodologie e tecnologie orientate alla prevenzione, identificazione, gestione, contenimento, analisi di attacchi cyber
  • Sicurezza dei sistemi cyber-fisici e delle infrastrutture: necessità di investire in soluzioni hardware o software in grado di fornire il livello di sicurezza richiesto sia nel Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica che nei dispositivi sempre più connessi e diffusi (soprattutto in ambito industriale, con l’avvento dell’IoT)
  • Tecniche e metodologie per la protezione: crittografia, controllo degli accessi, Intelligenza Artificiale
  • Sicurezza dei servizi al cittadino e alle imprese
  • Ecosistema della cybersecurity: visione orientata ai processi di gestione, certificazione, assessment, standardizzazione e compliance
  • Infrastrutture di ricerca per la cybersecurity: “la struttura portante di questo ecosistema potrebbe essere una rete di centri di competenza che ruoti attorno ad un Centro Nazionale di Ricerca e Sviluppo in Cybersecurity (previsto nel DPCM del 17 Febbraio 2017) e che possa essere di riferimento anche per il nascituro Centro Europeo di competenza industriale, tecnologica e di ricerca sulla cybersecurity”.

Il documento

Di seguito è possibile consultare e scaricare in PDF il documento di lavoro (oggetto di consultazione pubblica) per il Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) 2021-2027.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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