I cyber-rischi sono tra le 5 minacce più pericolose per il business

La gestione del rischio Cyber è ancora inadeguata tra molte imprese e la percezione delle minacce resta troppo bassa: Ne abbiamo parlato con i due amministratori delegati di Marsh Italy, Marco Araldi e Andrea Bono

Pubblicato il 10 Ott 2019

coccodrillo cyber risk

La gestione del rischio. È uno degli aspetti principali che ogni azienda deve considerare per valorizzare il proprio business. Una programmazione efficiente degli scenari di rischio si riflette, infatti, sul miglioramento della produttività e della capacità di far fronte alle diverse tipologie di minaccia. Che possono essere: finanziarie, tecnologiche o relative alla gestione delle persone, solo per fare qualche esempio. E queste minacce possono incidere in modo anche rilevante sulla performance aziendale in termini di disagi, danni e perdite di utili.

Rispetto al passato, le aziende italiane sono oggi più consapevoli dell’importanza di conoscere le cause e i potenziali impatti finanziari dei rischi sul loro business, ma talvolta il trasferimento di questa consapevolezza nella visione strategica non è così scontato.

Per analizzare e comprendere l’evoluzione dello scenario italiano dei rischi, Marsh, multinazionale americana che opera nel settore assicurativo e nella gestione dei rischi, ha realizzato un Report basato sull’analisi delle minacce indicate nei bilanci delle società quotate alla Borsa Italiana.

Si tratta di indicazioni oggettive, fornite direttamente dalle aziende, che hanno visto emergere al primo posto le criticità di tipo finanziario, come il rischio liquidità, la prospettiva di un aumento dei tassi d’interesse e i rischi connessi al credito e al cambio.

Marsh Italy è guidata da due amministratori delegati, Marco Araldi e Andrea Bono, che si dividono la responsabilità della gestione, e anche l’incombenza di spiegare strategie, visioni e obiettivi. E a Innovation Post rimarcano che “dal nostro Report emerge chiaramente come i rischi finanziari rappresentino una preoccupazione costante per le società più grandi, ma ci aspettiamo che lo siano ancora di più per le piccole e medie imprese, dal momento che queste ultime possono disporre di una leva inferiore”.

“Sorprende un po’, invece”, fanno notare, “la scarsa presenza dei rischi legati al tema della sostenibilità e, in particolare, delle azioni adottate per favorirla”, come l’implementazione di tecnologie meno inquinanti o l’ottimizzazione dei propri processi e della filiera di produzione.

La sostenibilità, lo sviluppo sostenibile, “è un tema di grande attualità e particolarmente sentito dall’opinione pubblica”, osservano i due amministratori delegati, “per questo motivo lavoriamo già da tempo con i nostri clienti per integrare il tema della sostenibilità all’interno dei loro piani di business”.

Rischio Cyber tra le minacce più probabili

C’è poi il grande e intricato capitolo della Cyber security. Il rischio Cyber costituisce una minaccia sempre più concreta per le imprese: spesso si dice come non sia più questione di “se”, ma di “quando” le aziende verranno colpite. E questo indipendentemente dal settore in cui operano, o dalla loro dimensione.

La minaccia Cyber non è una semplice percezione: il Global Risks Report, realizzato dal World Economic Forum con il contributo di Marsh, individua il rischio Cyber tra le 5 minacce più probabili per il business. “Analogamente”, rilevano i due top manager di Marsh Italy, “un altro recente Report sul tema Cyber che abbiamo realizzato in collaborazione con FireEye evidenzia come questa minaccia sia ormai stabilmente tra i cinque rischi principali per le aziende a livello mondiale”, con un danno globale quantificato nel 2018 in 600 miliardi di dollari.

Lo stesso report sottolinea inoltre come il fattore umano sia ancora la causa di circa il 90% degli incidenti Cyber, mentre le email continuano a essere il vettore più utilizzato per questi attacchi. “Ecco perché da tempo Marsh promuove attivamente una maggiore consapevolezza del rischio Cyber da parte delle imprese, anche attraverso eventi formativi sul territorio, e lavora a fianco dei propri clienti per individuare le migliori soluzioni per mitigarlo”, spiegano Marco Araldi e Andrea Bono.

Troppo bassa la percezione dei Cyber-rischi

Ma in tema di Cyber-rischio aziendale, ci sono evidenze che differenziano la situazione in Italia rispetto ad altri Paesi? “Rifacendoci allo studio dei rischi indicati dalle società quotate alla Borsa Italiana, emerge come l’Italia non appaia ancora al passo degli altri Paesi europei, come per esempio il Regno Unito, la Francia e la Germania, in termini di percezione del rischio Cyber”, fanno notare i due manager.

Che osservano: “inoltre sorprende, e per certi versi preoccupa, l’assenza del tema Cyber dalla Top 10 dei rischi, e il fatto che meno del 15% delle aziende quotate indichi espressamente questa minaccia tra quelle più pericolose per il proprio business”. Si tratta di un dato su cui riflettere, soprattutto considerando che un valore così basso proviene da realtà complessivamente più organizzate e dotate di maggiori capacità di visione, anche per quanto riguarda il tema dei rischi: questa percentuale potrebbe anche ridursi ulteriormente tra le realtà più piccole e meno strutturate.

Per tutti questi motivi, e con queste prospettive, “il settore Cyber sta acquisendo un’importanza sempre maggiore all’interno del nostro business, e ogni giorno vediamo crescere il numero di aziende interessate a investire nella propria sicurezza e nel controllo, nella gestione e nel trasferimento di questo rischio”, sottolineano i responsabili di Marsh Italy.

E poi vanno più nel dettaglio: “per accompagnarle in questo percorso, il nostro Team, composto da otto persone completamente dedicate alla gestione di questa minaccia, agisce secondo due modalità: da un lato, con un approccio consulenziale alle fasi di analisi e assessment del rischio Cyber in azienda, a cui seguono l’individuazione e l’implementazione di azioni concrete per mitigarlo; dall’altro, occupandosi del trasferimento della quota residuale del rischio, selezionando sul mercato assicurativo le proposte più indicate per rispondere alle esigenze dei nostri clienti”.

Anche le minacce corrono più veloci

La tecnologia sta evolvendo a un ritmo semplicemente impensabile anche solo qualche decennio fa, e con ogni probabilità questa accelerazione proseguirà in futuro: basti pensare all’intelligenza artificiale (IA) o alla Robotic Process Automation (RPA), sempre più utilizzate anche nel mondo assicurativo.

Per questo le strategie e le soluzioni di Marsh puntano a intercettare ogni possibile esigenza da parte delle aziende: “per fare degli esempi, abbiamo da un lato Rob, il nostro sistema virtuale per fornire assistenza in qualsiasi momento, anche al di fuori dei tradizionali orari d’ufficio; dall’altro abbiamo invece una soluzione come Bluestream, una piattaforma digitale che consente ai nostri clienti – soprattutto a quelli più evoluti digitalmente, come le realtà della Sharing economy – di offrire prodotti e servizi assicurativi ai propri clienti, collaboratori e dipendenti in modo semplice e immediato, con la possibilità di scalare secondo necessità”.

In futuro “continueremo a offrire assistenza a tutti i nostri clienti: da quelli più grandi alle realtà del mondo consumer e delle piccole e medie imprese, un settore quest’ultimo a cui ci stiamo rivolgendo con un’attenzione ancora maggiore”, anticipano Marco Araldi e Andrea Bono.

La tecnologia farà la differenza

In questo scenario, la tecnologia sarà un elemento differenziante: sia in modo ‘visibile’ al cliente, che potrà acquistare e gestire le soluzioni assicurative secondo modalità sempre più innovative, sia in modo ‘invisibile’, attraverso tecnologie sempre più evolute e innovative, come quelle relative alla Data analytics, che consentiranno una maggiore efficacia e un migliore utilizzo dei dati.

All’orizzonte c’è una sfida complessa ma affascinante: essere capaci di identificare tutti i rischi, e di farlo in modo estremamente tempestivo. Intervenendo per trovare delle soluzioni in un arco temporale sempre più ristretto. Non si tratta di una completa novità, dato che già oggi numerose aziende hanno scelto di abbracciare questo tipo di approccio, ma saranno ancora di più quelle che lo adotteranno nel prossimo futuro.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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