Uno studio illustra i costi e benefici degli esoscheletri

La ricerca sostenuta anche da Fondazione Ergo ha l’obiettivo di capire e quantificare in che modo l’utilizzo di sistemi esoscheletrici possa effettivamente ridurre il carico biomeccanico per i lavoratori

Pubblicato il 30 Apr 2020

Esoscheletro Comau

Il progetto di studio Eso-Eaws propone alcuni primi risultati sull’uso degli esoscheletri per ridurre il carico biomeccanico dei lavoratori. L’iniziativa di ricerca scientifica è stata avviata grazie alla collaborazione tra Fondazione Ergo, l’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, il Laboratorio di Ingegneria del Sistema Neuromuscolare (LISiN) del Politecnico di Torino e promosso da Iuvo – azienda spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna, e parte del gruppo Comau – con l’obiettivo di rispondere ad una tra le maggiori sfide aperte nell’ambito degli esoscheletri industriali: capire e quantificare in che modo l’utilizzo di sistemi esoscheletrici possa effettivamente ridurre il carico biomeccanico per i lavoratori, in virtù della loro assistenza al movimento.

Il rapporto tra costi e benefici

I risultati del progetto Eso-Eaws consentono finalmente di mettere in relazione l’investimento economico in tecnologie indossabili a supporto del lavoro manuale con i benefici in termini di riduzione del livello di fatica e, conseguentemente, con il miglioramento della qualità del lavoro per gli operatori ed il ritorno economico per l’azienda. Infatti, l’utilizzo dell’esoscheletro, in un campo di applicazione adeguato, comporta nell’immediato un miglioramento percepito come minor sforzo e minor fatica durante le ore di lavoro e, per le aziende che utilizzano il modello Ergo-MTM, una diminuzione del fattore di maggiorazione ergonomico (fattore designato per aumentare il tempo di riferimento di un’attività manuale, per far fronte a un maggior livello di fatica); nel lungo periodo, inoltre, una minore incidenza di malattie muscolo-scheletriche.

Quest’ultimo punto, insieme alla riduzione del fattore di maggiorazione, è fondamentale per la riduzione dei costi sia per l’azienda sia per il sistema sanitario.

Lo studio sul modello Mate

Focus principale dello studio è stato l’impatto del modello di calcolo del carico biomeccanico del sistema Eaws (Ergonomic Assessment Work-Sheet -strumento di valutazione complessiva del rischio da sovraccarico biomeccanico), generato dall’utilizzo dell’esoscheletro passivo Mate (Muscolar Aiding Tech Exoskeleton).

Mate, sviluppato da Iuvo e prodotto e commercializzato da Comau, è un dispositivo esoscheletrico avanzato che, grazie a un sofisticato meccanismo con ingranaggi ed elementi elastici passivi, riesce a fornire all’operatore che lo indossa un’assistenza agli arti superiori, riducendo il carico biomeccanico ove sia necessario manipolare oggetti con le braccia in posizione flessa per lunghi periodi (esempi di applicazione: assemblaggio sottoscocca nel settore automotive, pulizia di finestre con asta telescopica, approvvigionamento di linee aree per la verniciatura).

Gli obiettivi

Il progetto di ricerca, iniziato a maggio 2019, affronta una delle principali barriere alla diffusione massiva degli esoscheletri nel settore industriale: “Siamo soddisfatti di aver attivato un progetto sulla base di richieste arrivate dalle imprese e dai sindacati e che si è sviluppato con una partnership di alto livello, strategica che, grazie al coordinamento del professor Francesco Violante, ha garantito non solo la scientificità del progetto, ma ci ha anche permesso di sviluppare una procedura di certificazione per gli esoscheletri industriali unica e focalizzata sul sistema Eaws -, afferma Gabriele Caragnano, Direttore Tecnico di Fondazione Ergo -. Il supporto fornito dal laboratorio LISiN , diretto dal professor Marco Gazzoni, ha inoltre consentito di sviluppare un protocollo di studio per valutare l’effetto dell’esoscheletro combinando l’analisi dell’attività muscolare con l’analisi del movimento”.

“Il progetto Eso-Eaws segna un passo importante nel campo della bioingegneria per le tecnologie indossabili: questo metodo permette per la prima volta – attraverso uno standard largamente utilizzato nel settore industriale – di quantificare l’impatto positivo derivante dall’utilizzo di sistemi esoscheletrici sulla biomeccanica degli operatori”, evidenzia Simona Crea, Advisor scientifico, co-fondatrice di Iuvo e Ricercatrice della Scuola Superiore Sant’Anna. Il progetto si è concluso con la produzione di un Addendum al manuale d’uso del sistema Eaws dal titolo “Appendix: Exoskeletons impacts on Eaws evaluation”, diffuso a livello mondiale ad Aprile 2020.

Sono in programma alcuni eventi divulgativi per descrivere i contenuti dello studio e gli esiti ottenuti.

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P
Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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