Osservatorio Ipack-Ima: c’è ottimismo per i primi sei mesi del 2017

Pubblicato il 30 Mag 2017

packaging

Tra bilanci e proiezioni la filiera dell’industria italiana del processing e del packaging si conferma in buona salute, in crescita nel secondo semestre 2016 e con la maggioranza delle aziende che prevede il proseguimento del trend positivo anche nel primo semestre del 2017.

Tra le principali minacce che mettono a rischio questo rapido sviluppo delle aziende, lo scenario competitivo e macroeconomico, i prezzi delle commodities, il costo del lavoro e la tassazione.

Una filiera industriale in buona salute che genera un giro d’affari annuo superiore ai 44 miliardi di euro e con prospettive future che aprono a interessanti opportunità di business grazie anche ad una elevata propensione all’export.

I dati: una tendenza generale positiva

É questa la fotografia che emerge dall’Osservatorio Ipack-Ima, lo studio congiunturale realizzato su base semestrale su un campione di aziende operative lungo tutta la filiera del processing e packaging (costruttori di macchine di processo e confezionamento, fornitori di componentistica, produttori di materiali) e che servono vari settori industriali a valle suddivisi nelle cosiddette business community (Food, Fresh & Convenience; Meat & Fish; Pasta, Bakery, Milling; Beverage; Confectionery; Chemicals, Home & Industrial; Health & Pesonal Care).

Dai risultati della ricerca emerge infatti un comparto che nel secondo semestre 2016 è cresciuto tra lo 0% e il 5% per la maggioranza delle tipologie produttive e business community, un dato che ha inciso significativamente sul sentiment positivo degli imprenditori per il semestre in corso.

L’export, in particolare, si è rivelato il motore trainante delle vendite, mentre i primi sei mesi 2017 prevedono crescite maggiori sul mercato domestico a cui stanno contribuendo, in modo diretto o indiretto, le misure dell’iperammortamento sull’acquisto di beni strumentali varate dal Governo italiano.

Spaccato del trend di ogni settore

Nel dettaglio delle varie business community, per il Food Fresh & Convenience l’analisi ha registrato una sostanziale crescita (fino al +5%) per la maggioranza delle aziende, ma sono numerose anche le imprese (una su cinque) che hanno dichiarato un incremento del giro d’affari a doppia cifra (+10%). Inoltre, le previsioni sul semestre in corso sono migliorative rispetto alla situazione di quello precedente.

Stime più caute sul semestre corrente provengono invece dal segmento Meat & Fish, già caratterizzato da performance non proprio brillanti nella seconda metà del 2016, con l’export per un egual numero di aziende in crescita (tra 0 e 5%) o in calo (fra 0 e -5%).

Nel settore Pasta, Bakery & Milling, poco più della maggioranza delle aziende del campione (fra il 62% e il 64% del totale) ha realizzato, nel secondo semestre 2016, un incremento delle vendite. Il giudizio delle aziende sul semestre in corso è più positivo; aumentano di 15 punti percentuali le aziende che prevedono incrementi di fatturato sia sul fronte delle esportazioni sia sulle vendite nazionali.

Fenomeno opposto per il Beverage che, nel secondo semestre dello scorso anno, ha registrato ottime performance, con una quota significativa di aziende (oltre una su cinque) con vendite a +10%, ma che guarda al 2017 con un atteggiamento più prudente ridimensionando la crescita in un range compreso tra il 5 e il 10%.

Il segmento Confectionery è quello caratterizzato da percezioni di crescita più diffuse (eccezion fatta per un 6% che prevede cali del fatturato nazionale), forte anche dell’importante incremento del giro d’affari registrato da quattro imprese su cinque (81,2%) nel secondo semestre 2016. Nel Chemicals Home & Industrial prevalgono le società che esprimono valutazioni positive sia sulla crescita osservata, sia sulle sue prospettive di sviluppo, con un numero tuttavia piuttosto elevato di aziende che formulano previsioni molto negative (-10%) sulle vendite nazionali.

Il consuntivo del secondo semestre 2016 del segmento Health & Personal Care, riporta un andamento nettamente positivo delle vendite in Italia e all’estero (> 5% per oltre il 40% delle imprese). Crescono le previsioni positive, ma diminuiscono quelle di crescita molto elevata.

Scomponendo l’andamento per tipologie di macchinari o materiali prodotti dalle aziende, le macchine di processo hanno registrato un giro d’affari analogamente positivo in Italia e all’estero, con buoni riscontri anche dal punto di vista occupazionale. In entrambi i semestri, la maggioranza delle aziende del comparto si colloca in un range di crescita compreso tra lo 0 e il 5%. In rialzo, ma a tassi lievemente inferiori, risulta l’altro segmento dei beni strumentali costituito dai costruttori di macchine per il packaging. Un maggior numero di aziende stima cali nelle esportazioni e negli occupati, anche se, nei due semestri, prevalgono le aziende che vedono uno sviluppo del business (dal 62% al 75%). Coerentemente con quanto osservato per il settore dei macchinari per il packaging, anche tra i produttori di materiali da imballaggio si raffreddano le previsioni sull’andamento del semestre in corso, soprattutto per quanto riguarda le vendite nazionali e l’occupazione. Al contrario le previsioni sono migliorative sul fronte delle esportazioni. Estremamente positive sono invece le opinioni delle imprese della componentistica, segmento in cui la quota percentuale di pareri negativi non supera il 5%.

L’indagine ha provveduto anche a un’attenta identificazione dei rischi percepiti dagli operatori del campione riguardo la profittabilità del proprio business. Pur con intensità variabile a seconda dei diversi segmenti produttivi, le principali minacce riguardano il clima concorrenziale sempre più aggressivo (20% dei rispondenti), i fattori macroeconomici incidenti a vario titolo sulle vendite (12%), l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia (uno su quattro dei rispondenti), il costo del lavoro (13%) e i cambiamenti avversi del regime tributario (12%). Minor peso hanno le minacce che vanno a influire direttamente sulla gestione finanziaria delle imprese, come l’accesso al credito e il relativo costo, presenti solo in una quota inferiore al 4% dei rispondenti.

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Redazione

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