La reindustrializzazione ricetta per far crescere l’occupazione

Pubblicato il 06 Giu 2018

Convegno EMS reindustrializzazione

Superare un modello basato su cassa integrazione, prepensionamenti e mobilità incentivata, ormai poco sostenibile economicamente, per puntare su processi di reindustrializzazione con soluzioni di lungo periodo. È questa la “ricetta” portata avanti dall’Unità di Gestione delle Vertenze delle imprese in crisi (UGV) che ha presentato, nel corso di un convegno su reindustrializazioni e crisi aziendali, organizzato dalla società di consulenza EMS e dal Gruppo Intersettoriale Direttori del Personale i risultati del lavoro svolto tra il 2014 e il 2017.

L’orientamento alla reindustrializzazione ha, infatti, fortemente caratterizzato l’attività dell’Unità UGV portando alla definizione di un nuovo modello operativo. Un modello fondato su prevenzione, collaborazione tra pubblico e privato, riqualificazione e ricollocamento, nella stessa azienda o altrove, ben diverso rispetto a quello precedente, che interveniva a crisi già in corso.

I numeri dell’Unità Gestione Vertenze

Negli ultimi quattro anni l’organismo del ministero dello Sviluppo Economico ha gestito 160 casi di aziende in difficoltà che hanno interessato 617mila lavoratori. Di questi il 13%, oltre 77mila, hanno trovato una nuova occupazione e, solo nell’ultimo anno, di 190mila lavoratori di aziende in crisi oltre 23mila  (13%) hanno trovato un’occupazione, e il 50% di queste proprio attraverso il nuovo modello di reindustrializzazione.

L’applicazione del nuovo modello ha portato in undici casi, utilizzati dal MISE come campione (Blutec, IND Italia, Sangalli, Ideal Standard, Embraco, Whirlpool, Lucchini, Ginori, LFoundry e Schneider), a un sensibile incremento nella preservazione dei livelli occupazionali: in questi casi sono stati salvati 2.600 posti di lavoro su 13.000 addetti pre-crisi (20%).

Nuovi strumenti per la reindustrializzazione

Un “nuovo corso” che si fonda su una stretta collaborazione tra aziende in crisi, istituzioni pubbliche, investitori privati e organizzazioni sindacali con l’obiettivo di prevenire le situazioni di difficoltà, investire sulla formazione delle risorse umane e individuare nuove opportunità anche provenienti da altre imprese interessate a subentrare. 

Nel modello di partnership pubblico-privato, quindi, il MISE esercita un ruolo d’indirizzo e offre incentivi mirati, mentre i privati intervengono per definire le soluzioni operative, formare gli addetti e collaborare alla definizione delle nuove opportunità.

“L’Unitá Gestione Vertenze del MISE – ha spiegato Giampietro Castano, Responsabile Unità di crisi d’Impresa del ministero – è fortemente impegnata nel sostegno alla reindustrializzazione. La sinergia tra istituzioni, imprese, parti sociali e società di consulenza ha portato a definire un modello che negli ultimi anni ha dato risultati soddisfacenti in termini occupazione e rilancio delle aziende. Bisogna proseguire in questa direzione”.

Il ruolo di AssoReind

Il MISE ha inoltre stimolato la nascita di AssoReind, un’associazione composta da soggetti privati che già sono advisor nella gestione delle crisi, che opererà in coordinamento con le Regioni e gli altri stakeholder con l’obiettivo di proporre strumenti operativi per la soluzione delle crisi e proposte legislative.

“Spesso siamo chiamati come advisor da aziende che stanno affrontando crisi profonde – ha ricordato Stefano Scaroni, Partner & Fondatore di EMS – che indirizziamo verso soluzioni di reindustrializzazione come possibile alternativa a scelte che altrimenti impatterebbero in maniera diretta a livello sociale, sull’occupazione e sul territorio”. 

“All’interno della nostra rete individuiamo poi quelle realtà in crescita, con solidi progetti imprenditoriali – conclude – per cui il coinvolgimento come subentrante in percorsi di reindustrializzazione rappresenti un’opportunità per insediarsi in un territorio ed attingere da una forza lavoro disponibile”.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5