Digital Tax, Draghi: “Soluzione globale, in accordo con gli USA, per un’equa distribuzione dei proventi”

Nel suo messaggio alle Camere Draghi ha presentato le posizioni che l’Italia porterà al prossimo Consiglio Europeo sui diversi temi all’ordine del giorno, dal piano vaccini alla politica industriale. Draghi ha parlato della necessità di recuperare il gap che l’Europa sconta nei confronti di altre potenze mondiali e di come lo sviluppo dei settori legati alla transizione digitale non possa prescindere da un’equa distribuzione dei loro proventi, auspicando una posizione comune dei Paesi OCSE – compresi gli USA – sulla Digital Tax.

Pubblicato il 24 Mar 2021

digital europe

In occasione del prossimo Consiglio Europeo, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha rivolto un messaggio alle Camere nel corso del quale ha presentato le posizioni che l’Italia porterà nel consesso internazionale sui diversi temi all’ordine del giorno, dal piano vaccini alla politica industriale, sui cui ci soffermiamo in questo articolo.

In primis Draghi ha sottolineato l’importanza del mercato unico per lo sviluppo del Paese e per il processo di integrazione europea. “Dal 1992 al 2018, le esportazioni tra Paesi europei sono cresciute fino a raggiungere il 20% del prodotto interno lordo dell’Unione. Dimostrando quindi che un mercato europeo unico, coeso, con stessi standard, permette anche uno sviluppo delle esportazioni intraeuropee, quindi dovremo gradualmente dipendere sempre meno dal resto del mondo per le nostre esportazioni, come avviene a tuti i grandi mercati, tutti i grandi Paesi”.

E poi, ha aggiunto, “sono cresciute moltissimo le catene del valore, attraverso i vari Paesi europei” e “anche gli investimenti diretti esteri dal resto dell’UE verso l’Italia, con il rafforzarsi del mercato unico, sono aumentati”.

In sostanza, conclude Draghi, “difendere l’unicità del mercato significa difendere le aziende italiane, che ne beneficiano in grande misura”.

Digital Compass e Digital Tax

Passando al tema delle politiche a supporto dell’innovazione, Draghi ha sottolineato come “alcune iniziative di politica industriale comune possono contribuire a rafforzare la capacità d’innovazione in Europa, soprattutto in quei settori in cui l’Ue è rimasta indietro”.

Il riferimento è in particolare all’ambito ICT, sul quale l’Europa paga dazio rispetto ai big player americani e cinesi.

A guidare le azioni europee sarà il Digital Compass o “Bussola Digitale”, recentemente proposta dalla Commissione Europea, che elenca gli obbiettivi per rafforzare il ruolo dell’Europa nell’economia digitale in termini di competenze e infrastrutture: una popolazione digitalmente qualificata e professionisti digitali altamente qualificati; infrastrutture digitali sicure e robuste; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei settori pubblici. Sono temi, di cui ha recentemente parlato il ministro Vittorio Colao, su cui vincere la sfida “Non sarà facile, visto il divario accumulato con gli Stati Uniti e la Cina”, ha detto Draghi.

“Questo processo – prosegue il presidente del Consiglio – richiederà profondi cambiamenti nella formazione dei lavoratori, nella cultura degli imprenditori e nei processi della pubblica amministrazione. In Italia, il programma Next Generation EU offre un’enorme opportunità: come ricordato dal ministro Colao nella sua audizione parlamentare, il 20% dei fondi destinati a finanziare i piani europei di ripresa e resilienza riguarda proprio la trasformazione digitale”.

E qui il nodo della digital tax.

“Lo sviluppo di questi nuovi settori non può prescindere da un’equa distribuzione dei loro proventi”, dice Draghi. “Riteniamo che il Consiglio Europeo debba procedere verso una soluzione globale e consensuale sulla tassazione digitale internazionale, entro metà 2021, nell’ambito dell’OCSE. Credo sia un approdo possibile, grazie proprio alla collaborazione con la nuova amministrazione degli Stati Uniti, e quindi su questo fronte noi intendiamo impegnarci. In altre parole, si vede una certa quale apertura, una certa quale disponibilità dall’amministrazione di un Paese che in passato invece aveva dimostrato completa chiusura sulla possibilità di avere una tassa digitale”.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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