I robot si addestrano per l’ispezione delle navi, a Genova il primo campo di prova

È nato a Genova il progetto ROBINS, il primo laboratorio al mondo che permette ai robot di simulare l’intervento nelle delle riparazioni navali.

Pubblicato il 10 Lug 2019

Robins testing facility

Creare un ambiente reale dove sia possibile verificare tutte le potenzialità della robotica per l’ispezione delle navi e, in futuro, anche addestrare gli operatori e sviluppare robot innovativi che permettano l’esecuzione di ispezioni sempre più complesse. È questo l’obiettivo di Robins (ROBotics technology for INspection of Ships), un progetto di ricerca, unico al mondo, che ha permesso di realizzare all’università di Genova una Testing Facility, una struttura unica al mondo dove simulare vere e proprie ispezioni navali.

Il progetto è cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito delle attività di Horizon 2020, che ha visto l’Università di Genova al centro dell’attività: un progetto iniziato nel 2018 e coordinato da Cesare Mario Rizzo, che è il responsabile scientifico, che coinvolge i laboratori MaSTeL (Marine Structures Testing Lab) e Dreams (Drives and Experimental Automation for Marine Systems Lab) del Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni (Diten) della Scuola Politecnica.

Robot al lavoro su modelli reali

Il progetto, che è unico al mondo per quanto riguarda l’ambito delle riparazioni navali, nasce per favorire il trasferimento delle tecnologie robotiche. Si tratta di attrezzature capaci di fornire un supporto concreto agli ispettori che operano in ambienti di bordo difficili o pericolosi, in cui i rischi e i costi di ispezione sono significativi. Questo progetto, quindi, propone una soluzione innovativa e pragmatica riproducendo, presso l’Università di Genova, una Testing Facility in cui sono riprodotte parti di strutture navali reali, che sono state ottenute con elementi recuperati dai lavori di riparazione delle navi.

Al progetto, nella realizzazione dei modelli per i test, partecipa infatti, il cantiere navale San Giorgio del Porto, che ha conquistato una fama internazionale grazie alla demolizione del relitto della Costa Concordia. Il cantiere, quindi, fornisce gran parte del materiale che proviene dai lavori di riparazione che vengono svolti presso le sue officine. questo viene poi adattato, su indicazione dei ricercatori dell’Università di Genova, in modo da riprodurre varie zone di una nave, compresi i difetti e i fenomeni di degrado tipici di una costruzione navale: corrosione, fratture, danneggiamenti meccanici, ecc.

Ecco gli scenari per la simulazione

La Testing Facility, che è stata allestita negli spazi dell’Università di Genova è divisa in due parti:

  • Sezione A – dedicata ai test in uno scenario complesso che riproduce l’ambiente di bordo, come una tipica stiva di carico di una nave portarinfuse, un doppio fondo, un doppio fianco, una cassa di zavorra in varie condizioni di degrado
  • Sezione B – dedicata a prove specifiche volte a verificare alcune caratteristiche particolari delle piattaforme robotiche, utilizzando attrezzature di prova appositamente progettate.

Uno standard per i protocolli nell’ispezione robotica delle navi

“Ad oggi, una struttura di laboratorio dedicata allo sviluppo e alla valutazione di piattaforme robotiche per l’ispezione delle navi – spiega il Politecnico in una nota – costituisce senza dubbio un’innovazione. Produttori di droni e robot di vario genere hanno, infatti, sviluppato protocolli e attrezzature di prova ma generalmente questi non sono progettati per le ispezioni a bordo delle navi. Viceversa, nella Testing Facility i test vengono eseguiti secondo protocolli studiati ad-hoc e le performance dei robot sono valutate secondo metriche definite sulla base della usuale pratica delle ispezioni navali”.

“La Testing Facility e i protocolli di prova messi a punto nel corso del progetto potranno essere utilizzati con duplice finalità: da un lato potranno essere certificate le capacità di un robot per l’esecuzione di specifiche tipologie di ispezioni, valutando l’accuratezza e l’affidabilità di quanto rilevato, e dall’altro si potrà utilizzare la stessa Testing Facility per l’addestramento degli operatori e lo sviluppo di robot innovativi che permettano l’esecuzione di ispezioni sempre più complesse e in accordo con quanto, a oggi, si può ritenere il miglior strumento per l’ispezione delle navi: l’essere umano con la sua sensibilità, esperienza e abilità, tracciando inoltre una strada verso la standardizzazione”.

Verso un centro di competenza per le costruzioni navali

Al progetto Robins partecipa un consorzio che comprende aziende che operano nel campo dello sviluppo di ausili robotici e del software (Flyability, GE Inspection Robotics, Open Cascade), società del settore industriale navale (Ships Surveys and Services di Napoli, il cantiere danese Fayard, la società greca Glafcos Marine), società di classificazione (LR e RINA), organismi universitari (UNIGE e Universitatde les Illes Balears).

L’ambizione dei partecipanti al progetto è quella di creare un luogo di aggregazione e condivisione delle esperienze tra gli stakeholders del settore (shipping, robotica, sviluppatori CAD/CAE, ecc.) che costituisca, in prospettiva, un centro di competenza multidisciplinare sull’esercizio delle costruzioni navali e ne promuova, anche nell’ambito accademico, le relative conoscenze.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 4