Industria sostenibile, cresce l’utilizzo di tecnologie integrate per la prevenzione

I dati Istat relativi agli investimenti per l’ambiente delle imprese industriali. In calo quelli relativi agli interventi dopo che è avvenuto l’inquinamento, in crescita invece quelli preventivi

Pubblicato il 04 Mar 2019

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Le imprese industriali sono più attente all’ambiente. È quanto emerge dati pubblicati dall’Istat e relativi al 2016 secondo i quali questo tipo di investimenti è salito del 2,3% rispetto al 2015 arrivando a 1,4 milioni di euro.

Sostenuta la spesa da parte delle piccole e medie imprese (+12,9%), mentre le grandi aziende hanno segnato una flessione dello 0,4%.

Il dato negativo è rappresentato però dalla tipologia di questi investimenti che rientrano soprattutto nella categoria end-of-pipe (956 milioni di euro) che comprende investimenti in attrezzature, installazioni o dispositivi per il controllo e l’abbattimento dell’inquinamento, che agiscono dopo che questo è stato generato.

Gli end-of-pipe però sono in diminuzione del 2,3% mentre crescono del 12,9% per un totale di 481 milioni di euro degli investimenti in tecnologie integrate che prevengono o riducono alla fonte l’inquinamento generato dal processo produttivo.

Oltre un terzo della spesa, il 39%, è invece destinato alle attività di protezione e recupero del suolo e delle acque di falda e superficiali, all’abbattimento del rumore, alla protezione del paesaggio e protezione dalle radiazioni e alle attività di ricerca e sviluppo per la protezione dell’ambiente.

Diminuisce la spesa per la gestione dei rifiuti

L’Istat rileva comunque una lieve crescita del valore medio nominale degli investimenti ambientali per addetto che è di 376 euro rispetto ai 373 del 2015, con valori medi più elevati per gli investimenti end-of-pipe (250 euro) rispetto a quelli  integrati (126).

Esaminando la tipologia di spesa, l’Istat rileva che nel 2016 oltre i due terzi della spesa per investimenti ambientali è stata realizzata nelle attività di protezione e recupero del suolo e delle acque di falda e superficiali, nell’abbattimento del rumore, nella protezione del paesaggio e dalle radiazioni, nelle attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla protezione dell’ambiente (39% del totale), e nella gestione delle acque reflue (33,6%).

Diminuisce invece anche nel 2016 la quota di spesa destinata alla gestione dei rifiuti (-5,7 punti percentuali). Per quanto riguarda i settori industriali, nell’industria manifatturiera la spesa maggiore proviene dai settori della fabbricazione di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (18,4%), della metallurgia (18,1%) e della fabbricazione di prodotti chimici (13%).

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Luigi Ferro

Giornalista, 54 anni. Da tempo segue le vicende dell’Ict e dell’innovazione nel mondo delle imprese. Ha collaborato con le principali riviste del settore tecnologico con quotidiani e periodici

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