Dopo la crisi innescata dalla pandemia, da oltre un anno l’industria manifatturiera deve fare i conti anche con il rialzo dei prezzi delle materie prime e la difficoltà di reperimento dei materiali. Una situazione su cui occorre agire per evitare una crisi mondiale, sottolinea Anima Confindustria, l’organizzazione industriale di categoria che, all’interno di Confindustria, rappresenta le aziende della meccanica varia e affine.
Da oltre un anno, infatti, i rincari hanno toccato tutti i metalli di interesse per l’industria: dall’acciaio al rame fino allo stagno e all’alluminio. Il prezzo delle materie prime continua a viaggiare sopra la media storica degli ultimi anni, ma sembra essersi assestato su valori stabili nell’ultimo mese.
Prosegue però la scarsa reperibilità dei materiali che comporta ritardi nelle forniture e nelle consegne. Una situazione che, secondo il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli, è in larga parte il risultato del primo lockdown, che ha creato uno squilibrio in favore delle potenze che si sono riprese prima dalla crisi e che hanno potuto fare “razzie” dei materiali a disposizione.
“A questo si è poi aggiunto il problema dei costi di trasporto, con un rialzo clamoroso del prezzo dei noli marittimi. Oggi l’industria meccanica, e quella manifatturiera più in generale, necessitano di misure che possano frenare questa impennata dei prezzi”, commenta.
Sul tema si esprime anche Fabrizio Leoni, presidente di Aqua Italia, l’Associazione costruttori trattamenti acque primarie federata Anima Confindustria, secondo cui vi sono due elementi da valutare.
Prima di tutto il rincaro dei costi dei trasporti per le importazioni dovuto, per quanto riguarda le materie plastiche, alla mancanza di linee di produzione dei polimeri sufficienti a coprire le trasformazioni europee. Di conseguenza, la scarsità di materiale comporta, per effetto speculativo, un rincaro del costo della materia prima.
“Un altro aspetto è l’enorme volume di richiesta di produzione, non tanto dovuta ad un aumento reale della domanda, ma all’effetto di una paura di rimanere senza approvvigionamento qualora si ripetesse una situazione analoga”, commenta.
Vi è poi il problema dei ritardi nelle consegne dei materiali e dei componenti e tempi di consegna dilatati per i nuovi ordinativi. Problema che rende anche per le imprese rispettare le date di consegna concordate con i propri clienti.
“Questi ritardi comportano incertezza, aumentando la complessità per le aziende della meccanica, e non solo, di formulare offerte, pianificare la produzione e nuovi progetti. Ora confidiamo che anche le istituzioni possano intervenire, non solo a livello nazionale, per limitare i danni comportati da questi continui aumenti. Ricordiamo che, dall’ultimo sondaggio diffuso tra le aziende associare Anima, circa il 21% delle aziende afferma di trovarsi in una situazione di difficoltà a causa della crisi dell’anno scorso e dell’aumento dei prezzi delle materie prime”, conclude Pietro Almici, Vice Presidente di Anima.