PMI e Industria 4.0, a che punto siamo?

Pubblicato il 23 Mar 2017

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In occasione di di un evento organizzato dall’Associazione Piccole e Medie Industrie API presso il Samsung District a Milano sono stati presentati i risultati di un sondaggio mirato a verificare in che misura le piccole e medie industrie stiano trasformando i loro reparti produttivi in ottica smart factory, se siano già state adottate innovative tecnologie abilitanti o aggiunte risorse – informatiche e umane – necessarie per evolvere nell’Industria 4.0 e, non meno importante, quali siano i benefici attesi in termini di aree e processi aziendali.

Che cos’è Industria 4.0

Per il 42% degli imprenditori Industria 4.0 rappresenta una rivoluzione che interessa tutte le aree dell’azienda, il 15% ritiene, invece, che il fenomeno implichi l’introduzione di nuove tecnologie come il Wi-Fi, la posta in mobilità e lo smart working. Per il 25% degli intervistati, infine, Industria 4.0 significa evoluzione tecnologica delle aree produttive che generano valore per il cliente, mentre il 18% dei partecipanti al sondaggio dichiara di non sapere esattamente come definirla.

Gli ostacoli

Alla domanda: “Qual è il maggiore ostacolo che vedi nel fare Industria 4.0?” il 29% degli intervistati risponde che gli interventi da effettuare a livello aziendale non sono chiari, mentre per il 24% degli imprenditori il maggiore limite risiede negli investimenti. Inoltre, anche la mancanza di KPI chiari e mentalità diverse, così come di know-how e coinvolgimento del top management rappresentano un chiaro impedimento all’implementazione di tecnologie 4.0 secondo, rispettivamente, il 20% e l’11% degli intervistati.

I settori più promettenti

Alla luce dei dati raccolti dall’indagine A.P.I., tre sono i mercati che, secondo le pmi lombarde, avranno la maggiore espansione all’interno della quarta rivoluzione industriale, nello specifico: il settore dell’healthcare, in cima alla classifica con il 31% dei voti, quello dell’automotive, secondo con un 25%, e infine quello della smart home, con un 24%.

Un percorso lungo

Tuttavia, nonostante Industria 4.0 e Internet of Things siano àmbiti noti per le imprese associate, i risultati del sondaggio dimostrano che la strada per l’adozione di tali tecnologie è ancora lunga: l’82% degli imprenditori dichiara, infatti, che, all’interno della propria azienda, non esiste ancora un controllo digitale e automatizzato della produzione, nemmeno in modo parziale. In aggiunta, ancora il 58% degli intervistati non utilizza macchine utensili a controllo numerico e solo il 20% afferma di avvalersi dell’aiuto di un robot nelle fasi di produzione.

Il commento

Paolo Galassi, presidente di A.P.I., ha commentato: “I dati del sondaggio mostrano un ulteriore scenario interessante per le PMI, sempre più coinvolte in questa rivoluzione. In tal senso è importante segnalare l’entusiasmo delle nostre imprese nei confronti delle nuove tecnologie, che rappresentano il futuro dell’economia: i risultati parlano chiaro e vedono il 25% del tessuto imprenditoriale investire nel 2017 in modo importante in ottica 4.0 all’interno dei processi di produzione, contro un 56% degli intervistati che invece prevede di intervenire solo marginalmente e, infine, il 13% che non è propenso a effettuare alcun cambiamento significativo. Questi numeri dimostrano la volontà delle pmi di trasformarsi, valorizzando ancora di più le nostre eccellenze, che ci posizionano come la seconda realtà manifatturiera in Europa dopo la Germania”.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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