Italia 2030: ecco la “vision” di Assolombarda e ADAPT per il mercato del lavoro

Pubblicato il 19 Mag 2018

Libro bianco Assolombarda adapt

Superare il concetto dell’orario e del luogo di lavoro in previsione di nuovi modelli più compatibili con l’economia digitale; cambiare le modalità di retribuzione, ma anche migliorare professionalità e competenze con lo sviluppo dell’apprendistato; il rilancio dell’alternanza scuola-lavoro; la promozione degli studi STEM; il rafforzamento dell’impegno sugli ITS. Sono queste alcune delle idee lanciate dal “Nuovo Libro Bianco sul Futuro del lavoro”, la pubblicazione con cui Assolombarda e ADAPT, l’Associazione fondata da Marco Biagi per gli studi sul diritto del lavoro e le relazioni industriali, presentano la loro visione per il lavoro nel 2030.

Il lavoro: come sarà e come vorremmo che fosse

“L’analisi dello scenario ha portato ad individuare come macro aree di attenzione e cambiamento – sottolinea il Presidente di Assolombarda Carlo Bonomi nell’introduzione – le nuove tecnologie e il loro impatto su occupazione e organizzazione del lavoro, i fattori demografici quali il prolungamento dell’aspettativa di vita e la loro correlazione al tema della sostenibilità del sistema di welfare, le nuove dinamiche territoriali legate a globalizzazione e digitalizzazione, il tema della formazione e delle nuove competenze e la rappresentanza. Dallo scenario si passa alle proposte, con l’idea di riflettere sul mondo del lavoro in una prospettiva futura, come sarà e come vorremmo che fosse nella logica della crescita delle imprese, del lavoro e del conseguente benessere del Paese”.

“Non crediamo ad uno scenario nel quale il lavoro scomparirà – spiega il direttore di ADAPT, Francesco Seghezzi – ma ad uno nel quale il lavoro cambierà profondamente, con professioni che verranno meno, altre che nasceranno e molte, più della metà, che cambieranno radicalmente a causa della spinta dell’innovazione tecnologica e della nuova fase della globalizzazione. Saranno quindi necessarie nuove competenze, ma soprattutto nuovi modelli organizzativi. La persona e il suo lavoro saranno sempre più al centro con importanti rivoluzioni sui tempi di lavoro, sui luoghi e sulle modalità di retribuzione”.

Lo scenario da cui partire

Nonostante un miglioramento nel mercato del lavoro, in Italia restano ancora molti elementi di criticità e contese, ideologiche e politiche, che ci allontanano dal resto d’Europa. Il tasso di occupazione è ancora fermo al 58,3, al penultimo posto nell’Area Euro, e quello di disoccupazione (11%) ci colloca al terzo posto. A penalizzare il paese, infatti, anche una profonda frammentazione del mercato del lavoro che ci consegna uno scenario ancora largamente insoddisfacente.

Cambia, invece, la situazione internazionale che, grazie alle nuove tecnologie, vive una nuova fase della globalizzazione. L’Internet delle cose e i big data, ad esempio, permettono di integrare sistemi fisici distanti tra loro e di governarli lungo una supply chain completamente digitalizzata. Le reti territoriali oggi possono approfittare di questa situazione per costruire distretti della conoscenza che consentano alle nostre imprese di proiettarsi nel mondo. Imprese che devono diventare “permeabili” agli stimoli esterni come tecnologia, demografia e ambiente.

L’impatto della Tecnologia sul lavoro

Secondo lo studio l’apporto della tecnologia difficilmente porterà una profonda trasformazione. Ci sarà un profondo cambiamento di vecchi lavori, che in qualche caso potranno sparire, creazione di nuove professionalità, nuovi modelli di organizzazione del lavoro, nuove pratiche nelle relazioni industriali e nei modelli di welfare. Le conseguenze saranno sulla struttura del mercato del lavoro caratterizzato da una nuova idea di stabilità, non più basata sul posto di lavoro ma sulla costruzione di carriere discontinue.

La forte incidenza della demografia

Il cambiamento demografico sarà una delle sfide più importanti da affrontare anche perché l’incidenza risulta molto forte sia nella sostenibilità del welfare che nell’età della forza lavoro. Se un neonato del 1976 aveva una forte probabilità di essere ancora in vita all’età di 50 – 59 anni, adesso può confidare di sopravvivere fino alla età di 64 – 70 anni. Ciò comporterà non solo forti pressioni sulla sostenibilità dei sistemi pubblici di welfare ma anche la presenza di una popolazione aziendale in media più anziana da gestire parallelamente a una spinta alla innovazione che richiede costante aggiornamento di competenze soprattutto in ambito digitale.

Nuove opportunità da ambiente ed economia circolare

La protezione dell’ambiente e l’eco-sostenibilità sono diventati elementi prioritari nelle agende politiche e gli effetti del cambiamento climatico stanno sollecitando un ripensamento dei modi di produzione, distribuzione e consumo, verso una economia più sostenibile e apprestando strumenti di prevenzione e gestione dei rischi ambientali. Nonostante quella dell’ambiente sia una tematica che, nel nostro paese, spesso ha visto convergere istanze radicali e resistenze pregiudiziali verso il valore della impresa, l’economia circolare inciderà positivamente sul mercato del lavoro in termini di nuovi posti di lavoro, moderni profili professionali e competenze ad elevato valore aggiunto.

Le quattro proposte del libro bianco

All’interno di questo quadro sono state avanzate quattro proposte generali che hanno l’obiettivo di aprire un dibattito che possa contribuire alla costruzione di un mondo del lavoro che sappia sostenere e vincere le sfide del prossimo decennio:

Le prime due: semplificazione (quantitativa) e razionalizzazione (qualitativa) del quadro regolatorio nazionale, affidando al tempo stesso maggior spazio alla contrattazione di secondo livello in modo che ogni contesto possa dotarsi di metodi attuativi su misura per affrontare la sfida della produttività e della qualità del lavoro.

La terza proposta: ripensamento del sistema previdenziale, senza distruggere quanto di importante fatto negli ultimi anni, al fine di tutelare le transizioni occupazionali e costruire un sistema in cui pilastro pubblico e pilastro privato garantiscano chi si affaccia oggi nel mercato del lavoro.

La quarta proposta: ripensamento del sistema di politiche attive intervenendo innanzitutto sull’impianto delle infrastrutture di governo e gestione del mercato del lavoro.

Le altre proposte di Assolombarda e ADAPT

Tecnologie e digitalizzazione

Oltre alle quattro proposte principali Assolombarda e ADAPT hanno individuato anche diverse altre tematiche su cui è auspicabile intervenire, che sono basate su quattro macro aree di intervento

  • Tecnologia e digitalizzazione: In questa area le proposte riguardano, tra l’altro, il ripensamento degli attuali schemi di classificazione e inquadramento del personale, ma anche interventi sull’orario di lavoro, per renderlo più compatibile con l’economia digitale. Serve, inoltre, immaginare nuove forme di flessibilità contrattuale che incontrino i bisogni di imprese e lavoratori e garantiscano un quadro normativo chiaro per le attività economiche e il lavoro nelle piattaforme online
  • Demografia in questo comparto rientrano gli interventi in materia di welfare, con l’auspicio di arrivare a un Testo Unico. Tra le misure più importanti quelle relative a disabilità, inidoneità, inabilità e invalidità al lavoro. A questo si devono aggiungere politiche attive per la promozione dell’occupabilità dei lavoratori con malattie croniche e promozione di assessment di carriera lungo l’arco di vita dei lavoratori. Tra le misure anche quelle dedicate alle neo mamme, con la possibilità di conversione della maternità facoltativa in voucher per baby-sitter e asilo nido.
  • Territorio e Ambiente. In questo ambito l’impegno è volto, tra l’altro, a sviluppare le relazioni industriali sul territorio, promuovere e favorire la presenza di reti di imprese trasformandole in distretti della conoscenza. Serve anche una nozione globale, dinamica ed articolata del rischio che possa contribuire alla creazione di un piano straordinario di manutenzione del territorio da costruire con il coinvolgimento degli attori delle relazioni industriali;
  • Persone, Professionalità e Competenze. In questo comparto le misure proposte dal libro bianco prevedono, diverse tematiche, a partire dal lancio di un piano straordinario di alfabetizzazione digitale degli adulti. Tra le richieste una maggiore semplificazione delle procedure di attivazione dell’apprendistato di primo e terzo livello, il rilancio dell’alternanza scuola-lavoro e il potenziamento degli Istituti Tecnici superiori. Tra i temi anche un nuovo rapporto tra pubblico e privato all’interno del sistema universitario che possa svincolare il finanziamento degli atenei dal sistema pubblico. Infine lo sviluppo, nelle imprese e nei lavoratori di una cultura della formazione come diritto/dovere individuale e come investimento sulla persona e sul capitale umano.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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