Eliminare la complessità: presente e al futuro della robotica collaborativa

Ridurre gli ingombri e la complessità e aumentare flessibilità, efficienza, qualità, sicurezza ed ergonomia: sono le promesse della robotica collaborativa targata Universal Robots. Al via oggi una tre giorni per scoprire tecnologie e applicazioni

Pubblicato il 16 Giu 2020

Il kit per l'avvitatura di Universal Robots

L’automazione? Alcuni dicono che sia troppo rigida e complessa. Ma tutti sono concordi nel ritenere che sia un driver fondamentale per le aziende che vogliono mantenere se non guadagnare competitività. E la ragione non è (sempre) quella a cui tutti pensano, la sostituzione di lavoro umano con tecnologia più redditizia. “Oggi – spiega Jürgen von Hollen, presidente di Universal Robots – c’è un problema demografico, che porta difficoltà nel reperire manodopera: la forza lavoro è una risorsa sempre più scarsa e i lavoratori iniziano ad avere un’età media sempre più alta”.

In un contesto del genere, se automazione e robotica vogliono rappresentare una soluzione e non un ulteriore problema, devono dimostrare di essere “semplici e accessibili per tutte le applicazioni, sicure, veloci e flessibili”, chiosa von Hollen.

E sono proprio queste – ça va sans dire – le caratteristiche della robotica collaborativa, nata per condividere gli spazi di lavoro con gli operatori umani e per “eliminare la complessità”.

La Casa danese è leader indiscusso nel settore della robotica industriale collaborativa, dove vanta (ma numeri ufficiali non ce ne sono) una quota di mercato di circa il 50% grazie al lavoro di 740 dipendenti. Il fatturato 2019 è stato di 248 milioni di dollari generati con una gamma di bracci robotici collaborativi (solo 4 i modelli, con payload dai 3 ai 16 kg) che si sono fatti apprezzare sul mercato per la semplicità d’uso e l’economicità.

Le esigenze a cui la robotica collaborativa può dare risposta

Va detto che Universal Robots non si limita a vendere cobot, ma conta molto sull’idea di “ecosistema”, sulle partnership e sulla formazione.

La robotica collaborativa è comunque una tecnologia relativamente giovane che ha ancora molto terreno da conquistare davanti a sé e non soltanto in ambito industriale. Come sottolinea von Hollen, permette di “ridurre gli ingombri, la complessità, di aumentare flessibilità, efficienza, qualità, sicurezza ed ergonomia”. E per questo ha dimostrato il suo valore anche durante l’emergenza Covid-19.

A tutti questi temi, dagli approfondimenti tecnologici alle potenzialità applicative, la Casa di Odense ha deciso di dedicare We Are Cobots una fiera virtuale che durerà tre giorni – dal 16 al 18 giugno – in cui sarà possibile ascoltare presentazioni (ben 50 keynote disponibili in 5 lingue, compreso l’Italiano) e visitare 30 stand virtuali.

La partecipazione è gratuita e ci si iscrive da qui

Il programma degli speech in Italiano tre giorni è questo

WeAreCOBOTS, agenda keynotes Italia

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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