Ricerca e sviluppo, la scure della pandemia si è abbattuta sulle PMI, ma nel 2022 la spesa tornerà ai livelli pre-pandemia

Secondo il nuovo report dell’Istat, dopo il deciso calo della spesa delle imprese in attività di ricerca e sviluppo intra-muros nel 2020, il 2021 ha fatto registrare degli importanti segnali di ripresa che trovano conferma anche nell’anno in corso, quando la spesa dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia. A pagare lo scotto maggiore sono state le piccole e medie imprese.

Pubblicato il 20 Set 2022

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Dopo un 2020 che ha fatto registrare un brusco calo della spesa delle imprese in attività di ricerca e sviluppo intra-muros, cioè le attività di R&S interne, svolte con personale e attrezzature gestite dai soggetti rispondenti, il 2021 ha fatto registrare degli importanti segnali di ripresa che trovano conferma anche nell’anno in corso, quando la spesa dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemia. A pagare lo scotto maggiore sono state le piccole e medie imprese.

Secondo il nuovo report “Ricerca e sviluppo in italia 2020-2022” pubblicato dall’Istat nel 2020 per la Ricerca e sviluppo intra-muros sono stati spesi 25 miliardi di euro, il 4,7% in meno dell’anno precedente. Sono quattro le tipologie attori prese in considerazione dall’Istat: le imprese, le Università, le istituzioni no profit e le istituzioni pubbliche.

La scure della pandemia si è abbattuta sulle PMI

La spesa dalle imprese ha fatto segnare un calo del 6,8% rispetto al 2019, con la grande impresa in leggera crescita (+2,2%), e le PMI in marcata flessione: le piccole (con meno di 50 addetti) hanno ridotto le proprie spese del 26,5% rispetto al 2019 e una caduta altrettanto importante è stata registrata dalle imprese di media dimensione (-17,5% rispetto all’anno precedente).

Quella delle imprese resta comunque la principale componente della spesa in Ricerca e sviluppo intra-muros complessiva del Paese: le imprese infatti hanno investito circa 15,5 miliardi di euro (lo 0,93% del Pil) con un peso pari al 61,8% della spesa totale, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-1,4%).

La diminuzione registrata nella spesa delle imprese dipende sia dal calo della spesa sostenuta dalle imprese già attive in Ricerca e sviluppo nel 2019 (-4,1%), sia da un minor numero di imprese che hanno complessivamente svolto attività interne di Ricerca e sviluppo nel corso del 2020 (15.718 unità contro le circa 19.000 del 2019).

Le imprese che investono maggiormente in Ricerca e sviluppo sono concentrate nei settori della produzione di macchinari, autoveicoli e altri mezzi di trasporto: i tre settori insieme rappresentano un terzo della spesa complessiva. Seguono l’elettronica, l’informatica e il comparto della Ricerca con oltre 1 miliardo di spesa e quote superiori al 6%. Infine, una quota importante e in crescita (+0,9% rispetto al 2019) è quella della farmaceutica.

Rispetto al 2019 tutti i settori principali registrano un calo significativo nella spesa di Ricerca e sviluppo, mentre i servizi finanziari e assicurativi, l’industria farmaceutica e la produzione di autoveicoli investono quote crescenti (rispettivamente +34,9%, +14,9% e +8,9%).

Cala anche la spesa delle Università

In calo anche la spesa delle Università (-2%) che, con il 23,1% della spesa complessiva, rappresentano l’attore più importante della Ricerca e sviluppo dopo le imprese, partecipano alla spesa totale del 2020 con una quota in lieve aumento (+0,6 punti percentuali rispetto al 2019).

Aumenta invece la spesa delle istituzioni private non profit (+2,2%) e resta stabile la spesa delle istituzioni pubbliche, responsabile del 13,2% della spesa totale (+0,6%).

L’incidenza percentuale della spesa in R&S sul Pil risulta pari all’1,51%, in aumento rispetto all’anno precedente (1,46%) solo a causa della flessione del Pil registrato nel 2020.

Le imprese restano i principali finanziatori della spesa in R&S

Con riferimento alle fonti di finanziamento, le imprese finanziano la maggior parte della spesa in Ricerca e sviluppo (13,2 miliardi, pari al 52,8% dei finanziamenti complessivi). Seguono il settore delle istituzioni pubbliche con il 33,7% (8,4 miliardi) e i finanziatori stranieri con l’11,3% (circa 2,8 miliardi).

Rispetto al 2019, aumenta la spesa finanziata da soggetti stranieri e dal settore pubblico (rispettivamente +1,7 e +1,4 punti percentuali), mentre è in calo la componente privata delle imprese (-3,1%). Resta invariata la quota dei finanziamenti sostenuti dal non profit e dalle Università.

A eccezione del non profit e delle Università, l’autofinanziamento si conferma la fonte principale della spesa per Ricerca e sviluppo. In particolare, le istituzioni pubbliche finanziano il proprio settore per una quota pari all’86,5% e le imprese nazionali per l’82,3%; in entrambi i settori, tuttavia, l’autofinanziamento è in calo rispetto al 2019 (rispettivamente -0,6 e -3,2 punti percentuali). Aumentano, invece, sia i finanziamenti esteri che i contributi pubblici; in particolare, i primi prevalentemente nella Ricerca e sviluppo delle imprese (+2,7 p.p. rispetto al 2019), i secondi nella Ricerca e sviluppo del non profit (+6,1%).

Bene la ricerca di base, calano ricerca applicata e sviluppo sperimentale

Nel 2020 si registra una tendenza generalizzata a contrarre le spese di Ricerca e sviluppo in tutte le sue componenti. La ricerca applicata, che si conferma la principale voce di investimento con 10 miliardi di euro, subisce importanti cadute (-4,4%), mentre la ricerca di base o pura resta sostanzialmente stabile in termini di spesa (5,5 miliardi, pari a -0,5% rispetto all’anno precedente).

Le perdite maggiori si rilevano nello sviluppo sperimentale di nuovi prodotti e processi (9,4 miliardi e -7,3% rispetto al 2019). In termini di composizione della spesa la situazione resta invariata; in particolare crescono in misura lieve le quote della ricerca (sia applicata che di base), a fronte di un ridimensionamento di attività di sviluppo sperimentale che scendono al 37,7% della spesa totale (contro il 38,8% del 2019).

Guardando alle sole imprese, il grosso della spesa è naturalmente rivolto ad attività di Ricerca e sviluppo più prossime all’industrializzazione: oltre la metà della spesa in Ricerca e sviluppo proviene infatti dalla componente dello sviluppo sperimentale (circa 8,5 miliardi, pari al 55,3% della spesa totale), in pesante calo rispetto al 2019 (-7,8%). Anche la spesa in ricerca applicata subisce una caduta importante (-6,7%), mentre quella in ricerca di base registra un lieve aumento (+0,8%).

Nel settore delle istituzioni pubbliche aumenta la quota di spesa destinata alla ricerca di base  (+1,2 punti percentuali rispetto al 2019) mentre diminuisce la quota della ricerca applicata (-0,9 p.p) e resta sostanzialmente stabile quella dello sviluppo sperimentale (-0,3 p.p). Nelle istituzioni private non profit aumentano le quote di spesa destinate alla ricerca applicata e allo sviluppo sperimentale (rispettivamente +1,8 e +1,3 punti percentuali), mentre risultano in calo gli investimenti nella ricerca di base (-3,1 punti percentuali rispetto al 2019).

2021-2022 biennio di ripresa

Per il 2021 invece i dati preliminari segnalano un’importante ripresa della spesa in Ricerca e sviluppo delle imprese, il 5,2% in più rispetto al 2020. Nel 2022 il trend di crescita è confermato, anche se a un ritmo inferiore (+3,9% sul 2021).

A fine 2022, dunque, la spesa delle imprese dovrebbe tornare sopra il livello del 2019: secondo le previsioni, infatti, la spesa delle imprese raggiungerà i 16,9 miliardi di euro.

Quanto al settore delle istituzioni pubbliche, la spesa in Ricerca e sviluppo intra-muros aumenta dell’8,0% nel 2021 e del 3,8% nel 2022.

Per le istituzioni private non profit, invece, si prevede che la spesa resti stabile nel 2021 e aumenti del 4,3% nel 2022.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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