Aprirà il 14 gennaio 2026 il nuovo sportello dedicato alla presentazione delle domande di agevolazione per gli Accordi per l’innovazione. A disposizione delle imprese ci sono 731 milioni destinati a finanziare progetti di ricerca e sviluppo sulle tecnologie abilitanti fondamentali, le Key Enabling Technologies (o KET): materiali avanzati e nanotecnologia, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale e connessione e sicurezza digitale.
Con il decreto direttoriale del 27 ottobre 2025, che segue il decreto ministeriale del 4 settembre 2025, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha predisposto i dettagli di questa nuova fase degli Accordi per l’innovazione, definendo regole e tempistiche per accedere ai finanziamenti destinati a progetti di ricerca e sviluppo.
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Una leva per la politica industriale
Gli accordi per l’innovazione rappresentano una importante misura di politica industriale, pensata per favorire la collaborazione tra imprese e centri di ricerca. L’obiettivo è accelerare la transizione tecnologica e digitale dei settori produttivi strategici, favorendo la competitività del sistema industriale nazionale. Lo sportello consente di finanziare progetti che prevedono un impegno congiunto tra imprese di diverse dimensioni, università, enti di ricerca e, in alcuni casi, regioni o altri organismi pubblici.
Il nuovo bando introduce procedure semplificate e un approccio selettivo, in linea con la strategia europea per la sovranità tecnologica. Il Ministero intende concentrare le risorse su progetti in grado di generare risultati concreti in termini di sviluppo di tecnologie abilitanti fondamentali (Key Enabling Technologies, KETs): materiali avanzati e nanotecnologia, fotonica e micro/nano elettronica, sistemi avanzati di produzione, tecnologie delle scienze della vita, intelligenza artificiale, connessione e sicurezza digitale
La dotazione finanziaria e le fonti di copertura
I 731 milioni di euro complessivi resi disponibili per questo sportello provengono da due fonti distinte: 530 milioni di euro a valere sul Fondo per la crescita sostenibile (FCS), destinati a progetti di ricerca e sviluppo nelle aree indicate nell’allegato n. 2 (tra cui Automotive e competitività industriale nel settore dei trasporti, Materiali avanzati, Robotica e Semiconduttori), e 201 milioni di euro provenienti dalle economie del Piano sviluppo e coesione MIMIT 2014-2020, riservati ai progetti delle aree indicate nell’allegato n. 3 (Tecnologie quantistiche, Reti di telecomunicazione, Cavi sottomarini, Realtà virtuale e aumentata).
La misura si inserisce in un disegno più ampio di rafforzamento della capacità tecnologica e produttiva del Paese, in coerenza con le priorità delineate dal Piano Transizione 5.0 e con gli obiettivi di competitività industriale definiti a livello nazionale ed europeo. L’intento è stimolare investimenti privati e favorire la nascita di nuove partnership pubblico-private.
Chi può accedere e come
Possono presentare domanda imprese di qualsiasi dimensione, anche in forma congiunta, insieme a centri di ricerca e organismi pubblici e privati che svolgono attività di ricerca. Le proposte devono riguardare attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, con un piano di lavoro articolato e risultati misurabili. Il decreto stabilisce che le iniziative devono avere un valore minimo di 5 milioni di euro e una durata compresa tra 18 e 36 mesi.
L’apertura dello sportello è prevista a partire dal 14 gennaio 2026 e fino alle ore 18:00 del 18 febbraio 2026. Le domande potranno essere presentate esclusivamente in via telematica utilizzando la procedura disponibile nel sito internet del soggetto gestore. Sarà applicato un criterio valutativo basato su una graduatoria, con priorità assegnata ai progetti che dimostrino maggiore coerenza con le traiettorie tecnologiche individuate dal Ministero e un potenziale di impatto industriale più elevato. Vediamolo ora con maggiore dettaglio.
Come funzionano gli Accordi per l’innovazione
L’accesso alle agevolazioni per gli Accordi per l’innovazione segue una procedura valutativa negoziata.
I soggetti proponenti, incluse imprese, centri di ricerca e organismi di ricerca, sono tenuti a presentare la domanda in via esclusivamente telematica, utilizzando la procedura disponibile sul sito internet del Soggetto gestore (Mediocredito Centrale S.p.A.). Lo sportello sarà attivo dalle ore 10:00 del 14 gennaio 2026 sino alle ore 18:00 del 18 febbraio 2026.
La domanda deve essere corredata dalla documentazione tecnica, dal piano di sviluppo del progetto e, per le proposte congiunte, dal contratto di collaborazione. L’ammissione alla fase istruttoria non è cronologica, ma avviene nel rispetto della posizione assunta in due graduatorie distinte. Queste graduatorie sono formate in ordine decrescente sulla base del punteggio attribuito a specifici indicatori di solidità economico-finanziaria del proponente, con priorità per i progetti che dimostrino maggiore coerenza con le traiettorie tecnologiche del Ministero e un elevato potenziale di impatto industriale. Una volta ammessi, il Soggetto gestore procede all’istruttoria amministrativa, finanziaria e tecnica del progetto, verificandone la fattibilità, la congruità dei costi e la conformità al principio di “non arrecare un danno significativo” (DNSH). In caso di esito positivo, la procedura culmina nella sottoscrizione dell’Accordo per l’innovazione tra il Ministero e i proponenti, passaggio essenziale per l’adozione del successivo Decreto di Concessione.
Le tecnologie strategiche e le aree di intervento
Il decreto individua le aree tematiche prioritarie, tutte riconducibili alle tecnologie abilitanti fondamentali. Tra queste spiccano la microelettronica e la fotonica, considerate pilastri della manifattura avanzata e dell’automazione industriale. Un’attenzione particolare è rivolta alle tecnologie digitali per l’industria 5.0, alla robotica collaborativa e alle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per la gestione efficiente delle risorse.
Sono inclusi anche i materiali avanzati, le nanotecnologie e le biotecnologie industriali, ambiti nei quali l’Italia può vantare competenze consolidate ma necessita di un rafforzamento in termini di trasferimento tecnologico. I progetti che integrano obiettivi ambientali e di sostenibilità energetica potranno beneficiare di una premialità nella valutazione.
Le spese ammissibili
Per quanto riguarda i costi e le spese ammissibili, il progetto deve prevedere un importo complessivo non inferiore a 5 milioni di euro e non superiore a 40 milioni di euro.
Le spese, che devono essere sostenute direttamente dal beneficiario ed essere relative al periodo di svolgimento del progetto, ricadono in categorie ben definite. Sono ammissibili i costi per il personale (tecnici, ricercatori e altro personale ausiliario) impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo, escludendo tuttavia il personale con mansioni amministrative, contabili e commerciali. Le spese per il personale dipendente sono calcolate secondo le tabelle dei costi standard unitari previste da decreti interministeriali.
Un’altra categoria è costituita dagli strumenti e dalle attrezzature di nuova fabbricazione. In questo caso, sono ammissibili i costi nella misura e per il periodo in cui tali beni sono utilizzati per il progetto; se l’utilizzo è inferiore all’intera vita utile, sono ammissibili unicamente le quote di ammortamento fiscali ordinarie relative al periodo di progetto.
Sono inoltre finanziabili i servizi di consulenza, di ricerca contrattuale e altri servizi, inclusa l’acquisizione o l’ottenimento in licenza di risultati di ricerca, brevetti e know-how, purché le transazioni avvengano a normali condizioni di mercato.
E poi le spese generali relative al progetto e i materiali utilizzati per lo svolgimento dello stesso sono ammissibili in misura forfettaria (a lump-sum basis), pari al 20% del totale dei costi ammissibili delle categorie precedenti (personale, strumenti e servizi).
Per garantire la tracciabilità, è essenziale che il soggetto beneficiario si doti di un sistema di contabilità separata o di un’adeguata codificazione contabile. Non sono ammessi i titoli di spesa inferiori a 500 euro al netto di IVA.
L’impatto atteso sulla competitività nazionale
Secondo il MIMIT, l’attivazione dello sportello potrà generare investimenti complessivi superiori ai due miliardi di euro, grazie all’effetto leva dei contributi pubblici. L’iniziativa punta a rafforzare la capacità del Paese di sviluppare tecnologie proprietarie e di attrarre investimenti internazionali, contrastando la dipendenza da fornitori esteri in settori strategici.
L’azione si inserisce in un percorso di lungo periodo volto a consolidare il sistema nazionale della ricerca industriale, favorendo la sinergia tra mondo accademico e impresa. Le esperienze maturate con le precedenti edizioni degli accordi per l’innovazione hanno dimostrato come l’integrazione tra politiche pubbliche e strategie aziendali possa produrre risultati tangibili, soprattutto nei distretti tecnologici e nelle filiere a maggiore intensità di conoscenza.
Il testi dei decreti
Qui di seguito il decreto direttoriale 27 ottobre 2025
DD_Accordi_27_ottobre_2025_signedQui invece il decreto ministeriale del 4 settembre 2025
DM_4_settembre_2025_Accordi_innovazione









