Automatizzare l’automazione. Per Rainer Brehm, COO e CTO di Siemens Digital Industries, sono queste le uniche due parole in grado di spiegare la trasformazione industriale in corso. Nei padiglioni della fiera SPS 2025 a Norimberga, Siemens ha lanciato la sfida più audace: archiviare definitivamente l’era della programmazione hardcoded, utilizzata ancora dal 99% dei clienti, in favore di workflow goal-driven, flussi di lavoro guidati dagli obiettivi. Questo nuovo paradigma, spinto dall’Intelligenza Artificiale (AI), non chiede più al sistema come eseguire un compito, ma solo che cosa deve essere fatto, rendendo l’industria più adattiva, autonoma e flessibile.
Indice degli argomenti
Dal codice rigido ai flussi guidati dagli obiettivi
Il cuore della strategia esposta da Brehm risiede nel superamento del concetto di “hard-coded task”. Attualmente, spiega il CTO di Siemens, il 99% dei clienti industriali opera ancora scrivendo programmi che dicono alla macchina esattamente cosa fare in ogni singola evenienza: “se accade X, fai Y”. Questo approccio, sebbene stabile, offre zero flessibilità di fronte a imprevisti o variazioni di mercato.
La visione di Siemens inverte questo processo trasformando i task in “goal-driven workflows”. Non si istruisce più il sistema sul come eseguire un compito, ma gli si indica cosa deve essere realizzato. È il sistema stesso, grazie all’integrazione tra mondo reale e digitale e al supporto dell’AI generativa, a determinare il percorso ottimale per raggiungere l’obiettivo. Un passaggio, questo, che abilita livelli inediti di autonomia: le macchine diventano capaci di reagire in tempo reale a cambiamenti nella supply chain o a variazioni nei materiali, riconfigurandosi senza l’intervento umano diretto per riscrivere il codice.
Per rendere possibile questa transizione, Siemens punta sui “digital threads”, fili digitali che connettono l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione alla produzione fino al service. “La trasformazione nell’industria può essere spiegata con sole due parole: automatizzare l’automazione”, spiega Brehm. “Questo è importante perché crediamo che l’industria debba cambiare. L’industria ha bisogno di diventare più adattiva, più autonoma e più flessibile”.

In quest’ottica l’AI viene integrata strategicamente in ogni fase, ma l’ambizione va ben oltre la semplice assistenza alla programmazione. “Credo fermamente che in futuro ci saranno agenti AI che automatizzeranno l’intero workflow di ingegneria passo dopo passo”, ha detto Brehm, introducendo poi il concetto rivoluzionario di intelligenza artificiale applicata direttamente all’hardware: “Stiamo preparando ciò che potete chiamare AI fisica. Crediamo che in futuro avrete agenti di intelligenza artificiale che controlleranno gli asset reali. Questi agenti opereranno su un sistema software-defined, magari in parallelo a un PLC virtuale“.
Ma per controllare il mondo fisico serve una precisione assoluta, diversa da quella richiesta ai chatbot generalisti. Per questo Siemens sta sviluppando una tecnologia proprietaria specifica: “Stiamo lavorando su un Industrial Foundation Model, che non è addestrato utilizzando dati di Internet, ma utilizzando dati industriali, per garantire che funzioni nell’ambiente industriale, che sia affidabile, perché nel mondo reale non c’è la possibilità di cliccare sul tasto ‘annulla’”.
Sfruttando la convergenza tra mondo reale e digitale, questo approccio permette di passare da operazioni semplicemente assistite a sistemi realmente autonomi, capaci di compensare la carenza di manodopera qualificata e di adattarsi in tempo reale alle mutevoli condizioni di mercato, incrementando la produttività ben oltre i limiti attuali.
Sinamics S220: più densità di potenza e architettura multiasse
La traduzione hardware di questa filosofia trova riscontro nelle novità presentate in fiera, a partire dal sistema di azionamento Sinamics S220. Brehm non ha dubbi nel definirlo “il nuovo gold standard per i sistemi di servoazionamento”, affermando con decisione che “non esiste sul mercato un sistema con una densità di potenza superiore”. Successore della fortunata serie S120, il nuovo drive è stato reingegnerizzato per rispondere alle esigenze di spazio e potenza di calcolo dell’industria 4.0.
Il salto prestazionale è garantito dalla nuova Control Unit CU320-3, capace di gestire fino a 12 assi con una singola unità. Questo livello di integrazione permette una riduzione degli ingombri fino al 50% rispetto alle generazioni precedenti nei moduli di potenza, un dato critico per i costruttori di macchine che necessitano di armadi elettrici sempre più compatti. Sotto il profilo tecnico l’innovazione rilevante è l’introduzione di un metodo a impulsi di prova che consente il controllo sensorless con una qualità quasi pari a quella dell’encoder, migliorando robustezza ed efficienza energetica. La connettività è assicurata dall’interfaccia X128 ad alta frequenza, progettata specificamente per alimentare gli algoritmi di manutenzione predittiva con dati di campo di alta qualità.
Sicurezza Zero Trust con Sinec Secure Connect
La convergenza tra IT (Information Technology) e OT (Operational Technology) apre il fianco a nuove vulnerabilità. Per questo Siemens ha lanciato Sinec Secure Connect, una piattaforma di sicurezza basata sull’approccio Zero Trust specifica per le reti OT.
A differenza delle VPN tradizionali, che spesso concedono accessi troppo ampi alla rete, questa soluzione crea reti overlay virtuali. Il sistema verifica l’identità di ogni dispositivo prima di stabilire connessioni crittografate end-to-end. Questo permette di gestire connessioni Machine-to-Cloud o accessi remoti in modo granulare, impedendo movimenti laterali non autorizzati all’interno della rete di fabbrica. La configurazione semplificata, che richiede solo connessioni in uscita, elimina la complessità amministrativa tipica dei firewall tradizionali, facilitando l’adozione anche in impianti privi di staff IT dedicato.
TIA Portal V21: l’ingegneria abbraccia i flussi IT
Sul fronte software il rilascio di TIA Portal V21 segna un avvicinamento deciso agli standard di sviluppo del mondo IT.
La novità più significativa è l’introduzione di formati di esportazione che permettono l’integrazione nativa con sistemi di controllo versione come Git. Vengono così abilitati flussi di lavoro di Continuous Integration (CI) anche per LAD, FBD ed SCL, permettendo ai team di sviluppo di gestire versionamento e modifiche con la stessa fluidità delle software house.
La versione 21 potenzia inoltre la disponibilità degli impianti attraverso il supporto ad architetture server ridondanti per WinCC Unified. Il Data Hub centralizzato funge da archivio unico per i dati di produzione, messaggi e audit trail, garantendo quella trasparenza dei dati necessaria per alimentare i sistemi di intelligenza artificiale descritti nella visione di Brehm.











