Doccia fredda sulle istanze di quanti stanno spingendo per introdurre la possibilità di cedere il credito d’imposta per gli acquisti di beni strumentali nell’ambito del piano Transizione 4.0.
Proprio in questi giorni infatti era stato presentato un nuovo emendamento al decreto Fondo Complementare, primo firmatario il senatore Mario Turco (M5S), di tenore simile a quello che era stato protagonista di un’accesa polemica il mese scorso, quando un analogo emendamento al disegno di legge di conversione del decreto Sostegni era stato stralciato a causa di un’osservazione della Ragioneria dello Stato.
La questione è piuttosto complessa. In parole semplici, la Ragioneria dello Stato aveva rilevato come la cessione del credito non fosse a costo zero per le casse dello Stato, come invece si suppomneva nell’emendamento: la ragione – spiegavano – sta nel fatto che, nonostante il fatto che l’acquirente del credito potesse vantare il credito nelle stesse modalità del creditore originale, secondo i principi contabili dell’Eurostat, l’istituto statistico europeo, il credito d’imposta ceduto tecnicamente diventava “payable”, cioè interamente imputabile al primo anno.
I politici hanno successivamente avuto una serie di interlocuzioni con i tecnici del governo e della Ragioneria, al termine delle quali è stato deciso di far chiedere, da parte dell’Istat, un parere proprio all’Eurostat sia in merito alla cessione del credito relativo al bonus 110% sia in relazione alla cessione del credito Transizione 4.0.
La richiesta è stata inoltrata lo scorso 29 maggio e proprio oggi Eurostat ha pubblicato il parere.
Mentre per quanto riguarda il bonus 110% Eurostat ha riconosciuto, in virtù della trasferibilità del credito fiscale, che le regole attuali del SEC 2010 e dell’MGDD (Manual on Government Deficit and Debt) non prevedono al momento dei criteri precisi su questi aspetti che permettano di definire con chiarezza se la misura sia non-payable (a riduzione delle entrate fiscali per la quota detraibile nell’anno) o payable (come spesa per l’intero importo del credito concesso), per cui Eurostat si è riservata di chiarire questi aspetti attraverso una guida metodologica in attesa della pubblicazione della versione aggiornata dell’MGDD e nel frattempo la misura continuerà a essere registrata nei conti nazionali come “non-payable”, il parere relativo ai credito d’imposta Transizione 4.0 sono di segno opposto.
Eurostat ha infatti confermato l’interpretazione dell’Istat secondo cui la misura, per le caratteristiche che la contraddistinguono, ha natura “payable”. Per questa ragione, l’introduzione della cessione avrebbe un impatto sui conti pubblici e richiederebbe una copertura finanziaria.
A seguito del parere di Eurostat, l’emendamento è poi stato ritirato.
Qui di seguito vi riportiamo il parere rilasciato dall’Eurostat. Buona lettura!
IT-Advice on Bonus and Transition Plan 4.0
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Ci sono possibilità che la cessione del credito imposta 4.0 venga introdotta ?
Grazie
Buongiorno, la possibilità esiste, ma a mio avviso le probabilità non sono molte.
a me sembrava chiaro che se il credito d’imposta è di norma ” riscattabile” in 3 anni e poi l’emendamento ne consente la cessione totale e chi lo acquisisce lo può riscattare in un solo anno, l’impatto esiste e non era necessario coinvolgere Eurostat per avere una risposta abbastanza banale e prevedibile. Se invece l’emendamento veniva costruito consentendo il riscatto anno per anno, il problema non si sarebbe posto
L’emendamento prevedeva che chi acquisisce il credito lo avrebbe riscattato nelle stesse tempistiche del cedente. La questione non è questa, ma più prettamente contabile: il credito in capo al primo beneficiario potrebbe non essere riscattato e quindi si contabilizza man mano che viene utilizzato (non è considerato “payable”). Una volta entrato nel circuito attraverso la cessione, invece, viene considerato come certamente incassato e quindi diventa una spesa certa (payable).
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