L’Automazione chiude il 2020 in calo a doppia cifra (e la ripresa attesa nel 2021 non sarà rapidissima)

I dati dell’Osservatorio dell’industria italiana dell’automazione, documento che comprende i dati del settore e traccia un quadro delle tendenze di mercato dal 2020 fino ai primi mesi del 2021, indicano un fatturato complessivo di 4,5 miliardi di euro (-10,3%). Per il 2021 è del +6% la variazione attesa del fatturato. La ripresa attesa si confronta con tensioni sul fronte delle quotazioni e dei tempi di consegna per le principali commodity impiegate nel processo produttivo, unitamente alla carenza della componentistica elettronica di base.

Pubblicato il 18 Mag 2021

automazione

Nel 2020 l’industria italiana dell’automazione industriale manifatturiera e di processo ha registrato un fatturato complessivo (vendite Italia + esportazioni dirette) di 4,5 miliardi di euro, in flessione del 10,3% rispetto al 2019. A fronte di una flessione delle esportazioni del 3% e delle importazioni del 6%, il mercato interno ha evidenziato una contrazione del 10,9%.

A presentare i dati dell’Osservatorio dell’industria italiana dell’automazione, documento che comprende un inserto con i dati del settore e traccia un quadro delle tendenze di mercato registrate, dal 2020 fino ai primi mesi dell’anno in corso, con previsioni sull’andamento complessivo del 2021, è stato il presidente di Anie Automazione, Fabrizio Scovenna, intervenuto questa mattina alla presentazione degli SPS Digital Days.

Gli effetti della pandemia hanno fortemente penalizzato il comparto. L’emergenza sanitaria si è inserita in un quadro  in deterioramento dal secondo semestre del 2019, con una domanda interna fortemente indebolita da una progressiva frenata degli investimenti industriali correlati al Piano Transizione 4.0. Gli investimenti in macchinari e attrezzature, secondo i dati di contabilità nazionale, hanno chiuso il 2020 con un calo a doppia cifra.

Nel dettaglio del fatturato Italia per singole merceologie, il segno negativo è diffuso, con le flessioni più accentuate per riduttori fissi (-18%), motori brushless (-17%), azionamenti (-14%), quadri bordo macchina (-13%). Unica eccezione il software industriale, con un andamento in controtendenza che segna nel 2020 un incremento del 5% nel complesso, crescita che diventa a doppia cifra se valutata nel dettaglio di specifiche tecnologie a esso correlate.

Dal punto di vista delle quote di mercato, Lombardia ed Emilia Romagna guadagnano nel 2020 un punto percentuale, a discapito di Piemonte, Liguria e regioni del nord-est. Per quanto riguarda i canali di vendita dei componenti e sistemi per l’automazione industriale, gli OEM calano di 4 punti, dal 64 al 60%, i distributori crescono dal 15 al 19%, gli utenti finali perdono 1 punto percentuale mentre sistemisti e quadristi ne guadagnano 1.

Dal punto di vista dei settori di destinazione dei componenti e sistemi per l’automazione industriale, la meccanica la fa ancora da padrone ma cala di 3 punti percentuali, mentre packaging, logistica e materiali handling guadagnano rispettivamente 3 e 2 punti percentuali.

Le previsioni per il 2021

Luci e ombre per il 2021. La ripresa attesa si confronta con tensioni sul fronte delle quotazioni e dei tempi di consegna per le principali commodity impiegate nel processo produttivo, unitamente alla carenza della componentistica elettronica di base. Segnali positivi originano tuttavia dal mercato che potrà beneficiare di alcuni elementi favorevoli in virtù dell’accelerato processo di digitalizzazione del sistema economico sostenuto anche dai fondi europei. Una recente indagine di Anie Automazione stima un ritorno su un sentiero di crescita già nel 2021 (+6% la variazione attesa del fatturato) e un recupero dei livelli pre Covid nel 2022.

“Per consolidare e incentivare questi risultati, siamo in attesa di vedere gli interventi di politica industriale che agiscano su settori strategici come la connettività e le infrastrutture immateriali (banda larga e 5G), sul mondo delle competenze digitali, della riqualificazione professionale, delle scuole e degli ITS”, ha dichiarato Scovenna. “Eccoci quindi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che dovrà dare attuazione al programma Next Generation EU basandosi su tre assi strategici: digitalizzazione ed innovazione (qui rientra anche il Piano Transizione 4.0), transizione ecologica e inclusione sociale. L’obiettivo del piano è correggere quelle forti asimmetrie di cui soffriamo: territoriale, generazionale e di genere, oltre a dare più competitività al Paese”.

La chiave di volta, però, secondo Scovenna, risiede nell’approccio al cambiamento: non servono semplici interventi di maquillage, ma la volontà di trasformare il proprio modello di business in senso digitale. “Solo così si potrà essere vincenti e competitivi”, ha concluso, ricordando l’appuntamento con Forum Meccatronica a ottobre, questa volta, finalmente, in presenza.

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Daniela Garbillo

Giornalista pubblicista con 30 anni di esperienza di redazione, coordinamento e direzione maturata presso case editrici, gruppi e associazioni in diversi settori, dalle tecnologie innovative alle energie rinnovabili, dall'occhialeria al beauty, all'architettura. All'attivo anche importanti esperienze in comunicazione, organizzazione di eventi e marketing.

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