Il 2017 sarà ricordato come l’anno d’oro dell’industria italiana della macchina utensile. Con un fatturato complessivo di 6.110 milioni di euro – questa la cifra di pre-consuntivo resa nota dal Centro Studi di Ucimu – Sistemi per Produrre – il settore raggiunge il suo record assoluto e mette a segno anche il completo recupero dei valori pre-crisi per quanto riguarda il consumo nazionale, che cresce del 13,8%, a quota 4.390 milioni di euro, superando così il valore del mercato italiano del 2007 (4.345 milioni di euro).
Indice degli argomenti
L’Italia che investe
I 6,1 miliardi di fatturato registrati nel 2017 sono frutto sia della ripresa delle vendite verso l’estero (+5,8%, 3.440 milioni) sia soprattutto del boom delle vendite sul mercato nazionale (+16,1%, 2.670 milioni) che è tornato, grazie agli incentivi del piano Industria 4.0, a mostrare grande vivacità ed è cresciuto di quasi il 70% in tre anni.
“Il mercato italiano, anche grazie agli incentivi di Super e Iperammortamento, ha raggiunto e superato il record di consumo che era stato registrato nel 2007 e si accinge a crescere ulteriormente anche nel 2018 grazie al favorevole contesto economico e alle misure a sostegno degli investimenti previste dal Governo anche nella prossima Legge di Bilancio”, ha commentato Massimo Carboniero, presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre, che ha posto l’accento sull’importanza di queste misure nel sostenere e favorire il processo di ammodernamento e digitalizzazione degli impianti manifatturieri italiani.
“La trasformazione delle imprese italiane è appena avviata e la decisione del Governo di prolungare l’operatività dei provvedimenti che hanno innescato questo processo è decisamente lungimirante poiché assicura continuità in un momento cruciale per lo sviluppo e l’adeguamento delle nostre imprese agli standard di competitività richiesti dal mercato globale”.
Positivo anche il giudizio sul credito di imposta per la formazione: “Per crescere e restare competitivo continuando a produrre ricchezza e lavoro per i nostri giovani, il manifatturiero ha bisogno non solo di tecnologia ma di competenze adeguate a gestire e guidare i processi di trasformazione in atto. In questo modo i giovani potranno avere anche delle nuove opportunità di impiego, perché – ci tengo a sottolinearlo – Industria 4.0 crea e non distrugge occupazione”.
Bene anche l’export
L’export vale oggi poco più del 55% del totale, il valore più basso degli ultimi anni. Ma la buona notizia è che le esportazioni sono tornate a crescere (+5,8%) dopo la battuta d’arresto del 2016 determinata da un generale rallentamento del mercato internazionale. Nel 2017, in particolare, è tornato a correre il mercato cinese (+11,5%). Ottime anche le performance di Polonia, Spagna e Messico, tutte cresciute con incrementi superiori al 20%.
“Dopo un anno di arretramento sono ripartite le vendite di made in Italy oltreconfine e la Cina è tornata al vertice della graduatoria dei paesi di sbocco a conferma delle enormi potenzialità di questo paese”, ha commentato Carboniero. “La Cina rappresenta il 35% del mercato mondiale. Proprio in ragione di ciò Ucimu, a fine novembre, ha organizzato, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, Ambasciata d’Italia nella Repubblica Popolare Cinese, ICE-Agenzia e CMTBA, l’omologa cinese di Ucimu, il primo Forum Italo Cinese della macchina utensile a Pechino nel corso del quale è stata ribadita, sia da parte italiana che da parte cinese, la forte complementarietà dell’offerta e le potenzialità di cooperazione tra le rispettive industrie impegnate in un profondo processo di sviluppo di innovazione, sostenuto dai rispettivi piani governativi, Industria 4.0 e Made in China 2025″. La Cina, insomma, apprezza la qualità e la personalizzazione dell’offerta dei costruttori italiani e continuerà a richiedere le nostre macchine utensili.
Previsioni 2018
Nel 2018 il settore continuerà a crescere. Le previsioni vedono il valore della produzione sfiorare i 6,5 miliardi di euro (+6,2%) trainato ancora una volta dal mercato interno (+8,2%), che beneficerà del rinnovato piano Impresa 4.0. Le esportazioni dovrebbero consolidare la crescita a un ritmo vicino al 5%.