Da HPE e Ambrosetti uno studio per analizzare l’impatto dei nuovi modelli di Cloud sulla crescita del Paese

HPE e The European House – Ambrosetti hanno annunciato la realizzazione di uno studio volto ad indagare l’impatto dei nuovi modelli di Cloud, basati sull’Everything-as-a-Service (XaaS), nel migliorare la competitività e la crescita dell’Italia e permettere la trasformazione di imprese e di istituzioni. Lo studio sfocerà in un Forum di alto livello, nel quale si discuterà della necessità di nuovi modelli di Cloud per favorire e rendere più agile il percorso di digital transformation per imprese e istituzioni.

Pubblicato il 03 Set 2021

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Indagare il ruolo e l’impatto dei nuovi modelli di Cloud, basati sull’Everything-as-a-Service (XaaS), nel migliorare la competitività e la crescita dell’Italia e permettere la trasformazione di imprese e di istituzioni. È quanto si prefigge di analizzare lo Studio Strategico “Nuovi modelli di cloud sostenibili, per la competitività e la crescita dell’Italia”, che Hewlett Packard Enterprise Italia (HPE) e The European House – Ambrosetti si avviano a realizzare.

Lo studio, anticipato nell’ambito del Forum di The European House – Ambrosetti, sarà svolto nel corso dell’autunno 2021 (da settembre a dicembre) e sfocerà in un Forum di alto livello, che intende porsi come punto di riferimento per la discussione e per il dibattito in merito alle necessità di nuovi modelli di Cloud che favoriscano e accelerino l’adozione del digitale.

“Con il PNRR l’Italia ha intrapreso la strada della digitalizzazione, in grado di abilitare la modernizzazione del paese. Per far sì che si realizzi quanto auspicato nel Piano, è necessario intervenire su nuove piattaforme, basate su architetture tecnologiche innovative, in grado di rendere più agevole e accessibile il percorso di trasformazione digitale di aziende e PA”, commenta Stefano Venturi, Presidente e Amministratore Delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia, Presidente di Cefriel.

Lo studio intende inoltre quantificare gli impatti positivi derivanti dall’impiego del modello Everything-as-a-Service (XaaS) per imprese, Pubblica Amministrazione e sistema-Paese. Un modello che può contribuire alla crescita del Paese, da oltre vent’anni è inficiata dalla scarsa produttività nella componente che The European House – Ambrosetti definisce le “Energie del Sistema”, ovvero nella parte di produttività non imputabile a lavoro e capitale.

Le Energie del Sistema, tra cui sviluppo manageriale delle aziende, gestione dei talenti, sinergia tra pubblico e privato, si compongono di elementi che afferiscono alla sfera degli asset intangibili, che possono essere favoriti e stimolati dalla trasformazione digitale di imprese e Pubblica Amministrazione.

Come premessa a questo studio strategico, il gruppo di lavoro di The European House – Ambrosetti ha individuato l‘Intangible Economy e la Data Economy come due dei principali paradigmi della società e dell’economia del futuro alle cui esigenze i modelli di sviluppo del digitale devono dare risposta.

Le prime evidenze raccolte mostrano come la diffusione di investimenti in asset intangibili sia correlata con la crescita del PIL. Ciò è dimostrato anche dall’analisi delle valutazioni di borsa: a oggi gli asset intangibili giustificano oltre il 90% del valore di borsa delle principali società statunitensi e oltre il 70% delle aziende europee.

In Italia, negli ultimi 25 anni, il valore degli asset intangibili è più che raddoppiato (x2,2), ma con un moltiplicatore più basso rispetto ad altri peers europei, quali Francia (x2,6), Regno Unito (x2,3) e Spagna, in cui è più che quadruplicato (x4,4).

“È fondamentale investire in tecnologie digitali per rilanciare la competitività e la crescita del sistema-Paese. Gli investimenti in nuove tecnologie, infatti, hanno un ruolo chiave nella creazione degli asset intangibili, fondamentali per il rilancio del sistema economico nazionale nel periodo post-Covid. In questo quadro, è necessario individuare un nuovo modello di sviluppo del digitale che accompagni in maniera efficace ed efficiente il percorso di trasformazione di imprese e Pubblica Amministrazione”, commenta Valerio De Molli, CEO & Managing Partner di The European House – Ambrosetti.

Il peso della Data Economy sulle economie europee sta crescendo, nonostante la quasi assenza di player rilevanti a livello internazionale. Sebbene l’Italia si trovi al quarto posto in UE27 + UK per valore complessivo della Data Economy (37,8 miliardi di Euro), si posiziona solamente in 17ª posizione considerando il peso della Data Economy sul PIL (2,3%), ben distante dalla media europea (3,0%) e da altri peers (UK, 4,0%; Germania, 3,6%; Spagna, 2,7%; Francia, 2,5%).

Dalle analisi svolte da The European House – Ambrosetti, questa situazione è destinata a peggiorare a causa di un tasso di crescita inferiore alla media europea che porterà l’Italia in 19ª posizione al 2025.

Al fine di consentire a imprese e Pubblica Amministrazione di attuare un processo di digital transformation che favorisca la crescita della produttività di aziende e Pubblica Amministrazione e, conseguentemente, il miglioramento del tasso di crescita dell’intero sistema-Paese, sarà necessario individuare un modello di sviluppo tecnologico adeguato alle esigenze di sviluppo dell’Italia

Tra queste esigenze, l’analisi svolta individua:

  • La necessità di avere il giusto mix di tecnologie e flessibilità che possa garantire un miglioramento del gross margin compreso in una forchetta tra il 33% e il 50%, nel tempo evitando lock-in in fase di startup
  • La necessità di fare fronte a crescite rapide delle attività, sempre più caratterizzate da forte variabilità, come in occasione dei momenti di instant shopping (tra cui, ad esempio, il Black Friday, le sessioni di click day per le
    PPAA, campagne, e-commerce, ecc). Ad esempio, nel 2021, il gruppo di lavoro The European House – Ambrosetti stima un aumento del +220% del traffico internet e un aumento del +139% dei ricavi (vs. un venerdì “normale”)
  •  La necessità di adottare un nuovo modello di sourcing che permetta di gestire la crescente rilevanza degli investimenti in infrastrutture digitali, il loro impatto sul profilo di rischio delle iniziative economiche e la flessibilità di instant consumption. Nei prossimi 5 anni si prevede un aumento del +3,1% delle spese ICT a livello mondiale.

Lo studio sarà guidato da un Advisory Board a cui parteciperanno, oltre a Venturi e De Molli, Claudio Bassoli (Vice Presidente HPE Italia), Corrado Panzeri (Associate Partner & Head of InnoTech Hub di The European House – Ambrosetti) e un panel di Advisor, a cui hanno già aderito Esko Aho (già Primo Ministro della Finlandia ed esperto di innovazione) e Roberto Monducci (già Direttore Generale dell’Istat e Professional Affiliate al Dipartimento di Economia, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).

Anche grazie alla realizzazione di un ciclo di incontri riservati con selezionate personalità e stakeholder-chiave, il gruppo di lavoro di The European House -Ambrosetti intende formulare una visione condivisa sulle opportunità associate alla transizione digitale e alle necessità di adozione di nuovi paradigmi per il sourcing delle tecnologie.

Inoltre, la realizzazione di una survey indirizzata a primari business leader, afferential network di The European House – Ambrosetti, permetterà di raccogliere importanti elementi quantitativi sullo stato di adozione e le prospettive di sviluppo del digitale, misurando la necessità di individuare modelli di diffusione del digitale differenti rispetto agli attuali.

Infine, lo Studio Strategico fornirà indicazioni precise ad aziende e istituzioni circa il percorso da intraprendere per sfruttare appieno le opportunità offerte dai nuovi paradigmi di sviluppo del digitale, facendo leva sugli elementi caratterizzanti della filiera italiana.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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