PNRR, progetti-bandiera per l’idrogeno verde in 6 Regioni

Nel quadro delle iniziative connesse al PNRR il Governo ha siglato una serie di accordi con le Regioni per creare delle Hydrogen Valley in Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia. A questi progetti-bandiera per l’Idrogeno verde è da aggiungere quello della Liguria, centrato sulla nascita del primo Centro di Medicina Computazionale e Tecnologica nel territorio genovese degli Erzelli.

Pubblicato il 16 Giu 2022

idrogeno

Nel quadro delle iniziative connesse al PNRR il Governo ha siglato una serie di accordi con le Regioni per creare delle Hydrogen Valley in Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia. A questi progetti-bandiera per l’Idrogeno verde è da aggiungere quello della Liguria, centrato sulla nascita del primo Centro di Medicina Computazionale e Tecnologica nel territorio genovese degli Erzelli.

Ricordiamo che i progetti-bandiera rispondono alla domanda del Dipartimento per gli Affari Regionali che ha chiesto a ogni Regione e Provincia autonoma di individuare un progetto di particolare rilevanza strategica per il proprio territorio: si capisce quindi come questi progetti partano dai territori invece di essere decisi a livello centrale.

Questi 21 progetti, il cui valore complessivo è di circa 9 miliardi, saranno realizzati sulla base di accordi che gli Enti stipuleranno con il Dipartimento e con il Ministero competente in base alla tipologia dell’intervento proposto nel quadro del PNRR.

Progetti virtuosi

Nel corso della stipula degli accordi il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha messo in evidenza la bontà che questi progetti che sono “in linea con i migliori Paesi europei in un settore che è strategico per il futuro. Saranno costruiti distretti per Idrogeno verde, che è prodotto con la tecnica dell’elettrolisi alimentata solo con energia da rinnovabili”.

Ricordiamo che l’Idrogeno si può produrre dagli idrocarburi, composti prevalentemente da Carbonio e, per l’appunto, da Idrogeno, oppure usando come ‘materia prima’ l’acqua, composta da Idrogeno e Ossigeno. L’Idrogeno reagisce con l’Ossigeno producendo nuovamente acqua ed energia (le Fuel cell convertono questa energia in elettricità), quindi senza emissioni nocive. Ovviamente il processo produttivo consuma energia e, se la si produce con gli idrocarburi, viene implicata anche l’estrazione di Carbonio dal sottosuolo.

La Puglia in prima linea

Si capisce quindi che estrarre Idrogeno dall’acqua usando energie rinnovabili è un processo che ha emissioni ridottissime e che genera un combustibile ‘pulito’, potenzialmente in grado di sostituire quelli fossili nell’industria e nei trasporti.

È in questo quadro che il presidente della regione Puglia Michele Emiliano ha puntualizzato che” la Puglia ha grandi opportunità grazie al fatto che è la prima produttrice italiana di energia rinnovabile, e fra le prime in Europa, e questo consente di produrre idrogeno verde e dà senso del localizzare a Taranto il Centro di Studi e di Applicazioni Industriali che consentirà la decarbonizzazione dell’impianto siderurgico ex Ilva”.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha risposto che il “voler avere questo progetto a Taranto è particolarmente importante e il Governo intende riportare l’Ilva a quando era competitiva: era la più grande acciaieria d’Europa, non possiamo permetterci che non produca ai livelli dei quali è capace”.

Più Idrogeno, meno CO2

Il ministro Cingolani ha citato due tappe per questi progetti-bandiera: “il primo è l’identificare le zone industriali dismesse sulle quali costruire mentre il secondo, con orizzonte 2026, riguarda l’installazione di elettrolizzatori (sono gli apparati che scindono l’acqua in Idrogeno e Ossigeno) con potenze fra 1,5 e 10 MW”, alimentati con la produzione eccedente delle fonti rinnovabili, notoriamente aleatoria.

Il gas così prodotto può funzionare da “vettore energetico” che immagazzina l’energia green rendendola disponibile in altri luoghi e senza vincoli di orario. Il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha enfatizzato che “il passaggio obbligato dal motore termico al motore elettrico rischia di lasciare per strada tanti lavoratori che abbiamo il dovere di assumere e di occupare e l’idrogeno può essere il loro nuovo lavoro”.

La Basilicata come ‘Green Hub’ dell’Italia

Anche la regione Basilicata, per bocca del presidente Vito Bardi, rivendica un suo ruolo importante nei progetti-bandiera del PNRR: “siamo stati la regione del petrolio, del gas, dell’eolico e ora vogliamo diventare la terra dell’Idrogeno, anche in vista della transizione energetica e dell’emancipazione dalle fonti fossili. La Basilicata punta a essere la regione ‘Green Hub’ dell’Italia e a dare benefici concreti a tutti i lucani con siti di stoccaggio e distribuzione di Idrogeno e metano liquido nelle principali aree industriali della regione”.

Anche il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga ha obiettivi ambiziosi: “questi progetti saranno le best practices nazionali per quanto riguarda la ricerca e la messa sul campo dell’approvvigionamento ad idrogeno per un po’ tutti i altri settori del mondo produttivo. Abbiamo presentato il progetto per l’Hydrogen Valley, che sarà la prima transfrontaliera in Europa, dato che riguarderà anche Slovenia e Croazia”.

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Nicodemo Angì

Metà etrusco e metà magno-greco, interessato alle onde (sonore, elettriche, luminose e… del mare) e di ingranaggi, motori e circuiti. Da sempre appassionato di auto e moto, nasco con i veicoli “analogici” a carburatore e mi interesso delle automobili connesse, elettriche e digitali.

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