La blockchain scende in miniera per portare efficienza e trasparenza

La piattaforma blockchain di IBM apre al settore minerario e estrattivo. Al via due progetti pilota per dare trasparenza e de efficienza al comparto

Pubblicato il 16 Gen 2019

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Utilizzare la tecnologia blockchain per migliorare l’efficienza operativa e ridurre i costi della supply chain del settore minerario e dei metalli, ma anche per tracciare e validare materiali destinati al comparto automobilistico e all’elettronica di consumo. La piattaforma blockchain messa a punto da IBM, quindi, trova una sua applicazione naturale in un comparto “pesante” come quello del minerario con due progetti distinti.

Il primo progetto in collaborazione con MineHub permetterà di risolvere le inefficienze dell’intero percorso dei materiali della miniera di Penasquito di Goldcorp in Messico fino all’acquirente finale. Il secondo, con Ford Motor Company, Huayou Cobalt, LG Chem e RCS Global permetterá, invece, di tracciare i rifornimenti di cobalto, materiale altamente richiesto per la produzione di batterie agli ioni di litio, e validarne l’estrazione con metodi etici.

Dati in tempo reale grazie alla blockchain

L’accordo tra MineHub Technologies e IBM parte dal fatto che un mercato come quello delle miniere e dei metalli, è sempre stato soggetto a inefficienze derivanti da procedure manuali e basate su documenti cartacei, e da mancanza di trasparenza tra gli attori della supply chain. La tecnologia blockchain, grazie alla presenza di un registro condiviso permette di creare un’unica vista in tempo reale delle transazioni e dei dati dell’intera supply chain. Dati che risultano visibili a tutti i partecipanti autorizzati.

Si tratta di un progetto che vede la partecipazione, assieme a MineHub, di Goldcorp, ING Bank, Kutcho Copper Corp., Ocean Partners USA Inc. e Wheaton Precious Metals Corp, le principali società di tutte le aree fondamentali della supply chain, quale l’attività mineraria, i contratti streaming, il commercio e la finanza.Il primo progetto creato sulla piattaforma MineHub gestirà il concentrato proveniente dalla miniera di Penasquito di Goldcorp in Messico per l’intero percorso fino al mercato.

Come funziona la piattaforma MineHub

Quando il minerale grezzo viene estratto, la società mineraria carica i dati, comprese le prassi di sostenibilità ed etiche, consentendo una verifica indipendente dagli organi di controllo agli utenti finali, in base alle necessità. Quando i materiali vengono caricati per il trasporto, la piattaforma MineHub può registrare ciascuna transazione, consentendo alle parti autorizzate di visualizzare e riconciliare le informazioni dell’intero percorso. Società come Wheaton Precious Metals e altri istituti di credito, quali ING Bank, utilizzeranno i contratti intelligenti per le procedure della supply chain, in materia di finanza commerciale, contratti streaming e royalty.

Blockchain per l’estrazione etica del cobalto

Anche Ford Motor Company, Huayou Cobalt, LG Chem e RCS Global hanno dato vita, con IBM, a un progetto pilota che utilizza la tecnologia blockchain per tracciare e validare l’estrazione di minerali con metodi etici. Il gruppo, che include partecipanti di ogni maggiore livello della supply chain, dalle miniere agli utilizzatori finali, ha in corso un progetto focalizzato sul cobalto per la creazione di una piattaforma blockchain aperta a livello industriale che potrebbe in ultima analisi essere utilizzata per tracciare e validare una serie di minerali utilizzati per prodotti di consumo.

Il cobalto è altamente richiesto per la produzione di batterie agli ioni di litio che alimentano una vasta gamma di prodotti come laptop, dispositivi mobili e veicoli elettrici. Secondo un rapporto di Morgan Stanley, entro il 2026 la domanda è destinata ad aumentare di otto volte, specialmente nel settore dei veicoli elettrici e dei dispositivi di consumo. La batteria per auto elettriche standard richiede fino a 9,5 kg di cobalto mentre un laptop standard richiede circa 28,3 grammi di minerale.

Ecco i dettagli del progetto

Il progetto pilota basato sulla tecnologia blockchain è già in corso, si concluderà a metà 2019, e punta a dimostrare come è possibile produrre, commercializzare e lavorare in modo responsabile i materiali che fanno parte della supply chain. Per questo progetto pilota basato su uno scenario di approvvigionamento simulato, il cobalto estratto nella miniera industriale di Huayou nella Repubblica Democratica del Congo (DRC) sarà tracciato attraverso la supply chain durante il suo percorso dalla miniera e fonderia fino allo stabilimento LG Chem che produce catodi e batterie nella Corea del Sud, per arrivare infine nello stabilimento Ford negli Stati Uniti.

Un audit trail immutabile sarà creato sulla blockchain ed includerà dati corrispondenti a dimostrazione della produzione di cobalto dalla miniera al produttore finale. I partecipanti alla rete saranno sottoposti a validazione al fine di testare il rispetto di standard di approvvigionamento responsabile sviluppati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. La tecnologia blockchain propone, inoltre, una rete di partecipanti validati e dati immutabili che possono essere visualizzati in tempo reale da tutti i partecipanti della rete autorizzati.

Un aiuto anche per i produttori o più piccoli

Mentre l’interesse iniziale riguarda i progetti minerari su vasta scala, un obiettivo importante del gruppo è quello di aumentare la trasparenza nelle strutture estrattive artigianali e su piccola scala e di permettere a tali operatori di vendere le loro materie prime nel mercato globale, rispettando i requisiti di responsabilità convalidati a livello internazionale.

La rete, quindi, può aiutare gli operatori di strutture estrattive artigianali e su piccola scala a collaborare con fornitori di dati sulla “due diligence” e, in ultima analisi, ad aderire ad una rete basata sulla tecnologia blockchain di partecipanti validati. Il progetto pilota esplorerà anche l’applicazione di incentivi o vantaggi fiscali per le strutture estrattive artigianali e su piccola scala e le comunità locali coinvolte nell’attività mineraria.

Dal Cobalto alle altre materie prime

Questa iniziativa sarà estesa non solo al cobalto, ma anche ad altri metalli e materie prime utilizzate per le batterie, inclusi minerali come tantalio, stagno, tungsteno e oro, che sono a volte chiamati “minerali provenienti da aree di conflitto” oppure “terre rare”. I settori di riferimento per la soluzione sono quello automobilistico, aerospaziale e della difesa e dell’elettronica di consumo. Sono previsti piani per introdurre un organo di governance a rappresentare i membri di questi settori, in grado di garantire ulteriormente la crescita e la funzionalità della piattaforma e il suo impegno verso principi democratici.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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