Così Iveco produce la nuova generazione di camion a emissioni zero

Un impianto altamente digitalizzato e innovativo, in grado di produrre camion di nuova generazione, basati su batterie elettriche o fuel cell a idrogeno: è questo il risultato della joint venture siglata tra Iveco Group – attraverso il suo brand IVECO – e Nikola Corporation, startup innovativa statunitense. Un progetto realizzato grazie all’esperienza di Capgemini, che ha messo a disposizione di Iveco Group la sua conoscenza del settore e le tecnologie digitali innovative dei suoi partner, come la piattaforma SAP S/4HANA.

Pubblicato il 08 Giu 2022

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Un impianto altamente digitalizzato e innovativo, in grado di produrre camion di nuova generazione, basati su batterie elettriche o fuel cell a idrogeno: è questo il risultato della joint venture siglata tra Iveco Group – attraverso il suo brand IVECO – e Nikola Corporation, startup innovativa statunitense.

Un progetto realizzato grazie all’esperienza di Capgemini, che ha messo a disposizione di Iveco Group la sua conoscenza del settore e le tecnologie digitali innovative dei suoi partner, come la piattaforma SAP S/4HANA.

Un progetto innovativo per un settore in cambiamento

Il risultato è stato un impianto innovativo e che potrà portare un grande valore aggiunto in un settore che sta attraversando un momento di profonda trasformazione, anche sotto la spinta accelerativa che la pandemia ha dato alla rivoluzione green.

Una trasformazione che richiederà di ripensare tutto l’approccio alla produzione, in un’ottica di una maggiore flessibilità, sfruttando tecnologie e competenze digitali.

Ed è proprio quello che ha fatto Capgemini con il cliente Iveco Group, come spiega Diego Borghese, Amministratore Delegato Nikola IVECO Europe. “IVECO offre già da diversi anni motorizzazioni natural gas che permettono di abbattere significativamente le emissioni e di installare un concetto di circular economy anche nel mondo dei trasporti. Con Nikola abbiamo voluto dare ulteriore spinta per la decarbonizzazione del settore, introducendo sul mercato veicoli sia in configurazione battery-electric vehicle, sia in configurazione fuel-cell”.

Il progetto, quindi, punta ad ampliare l’offerta del gruppo integrando una gamma di veicoli zero emission, che verranno prodotti in uno stabilimento altamente digitalizzato, dove tutto il processo produttivo si baserà sui principi dell’efficienza e della sostenibilità.

La nuova offerta di veicoli zero emission comprenderà battery-electric vehicle (BEV) e fuel-cell electriv vehicle (FCEV). Quest’ultimi, alimentati a idrogeno, rappresentano un’alternativa sostenibile per il settore della logistica a lungo raggio e aiuteranno le aziende a vincere la sfida della decarbonizzazione del settore.

I dettagli del progetto

Il sito scelto per ospitare lo stabilimento si trova a Ulm, in Germania. Una città con un legame profondo sia con l’azienda – a Ulm si trova uno dei principali siti di IVECO, che vanta più di 150 anni di storia – e dalla storia fortemente innovativa. La città, infatti, non solo ha dato i natali ad Albert Einstein, ma si trova in una delle regioni più avanzate d’Europa per lo sviluppo di tecnologie green.

Il luogo giusto, dunque, per un progetto altamente ambizioso, che ha portato al totale ricondizionamento dell’impianto esistente, seguendo i programmi di eccellenza in ambito manufacturing più elevati e avanzati in termini di efficienza e flessibilità fin dalla fase di progettazione, iniziata nel marzo del 2020.

Il risultato raggiunto è frutto di uno sforzo congiunto e della roadmap disegnata da Capgemini, che l’azienda ha voluto condividere, fin dalle prime fasi del progetto, con il cliente.

E proprio grazie a questa roadmap è stato possibile per Capgemini “mettere in piedi un’infrastruttura che aiuta a massimizzare l’efficacia degli operatori, avere un controllo di processo real-time e anche massimizzare la qualità dei veicoli che escono da questo stabilimento”, come spiega Giorgio Bonnet, Head of ICT for Truck Business Unit, Iveco Group.

Un approccio di ‘intelligent industry’ per digitalizzare tutta la catena del valore

Un’infrastruttura applicativa snella e flessibile, che permette ai dati di circolare in maniera fluida tra pianificazione, approvvigionamento e produzione.

“Mi piace pensare a questo progetto come l’innovazione in action, l’innovazione al servizio della trasformazione digitale di un cliente che sta vivendo lui stesso una trasformazione di business”, commenta Eraldo Federici, Automotive, Manufacturing, Livescience, Aerospace & Defense Director, Capgemini.

“Abbiamo compreso a tal punto questo elemento e lo abbiamo reso nostro, e stiamo proponendo al cliente una trasformazione più ampia, che ruota intorno al paradigma d’offerta che noi in Capgemini chiamiamo ‘intelligent industry’, che significa la digitalizzazione completa di tutta la catena del valore, che porterà a una ridisegnazione del prodotto, dei processi e delle operation, al fine di ottimizzare le business operation e i tempi del time to market dell’innovazione del cliente finale”, aggiunge.

La sfida futura, per l’azienda, sarà usare questo progetto come modello per altri clienti e in altri impianti, aiutando così i propri clienti a vincere la sfida della rivoluzione green, facendo leva sulle tecnologie digitali.

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Redazione

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