Perchè investire in tecnologie digitali: il rapporto del World Economic Forum

Pubblicato il 07 Mag 2018

digitisation

Investire in innovazione e nelle tecnologie digitali premia, seppure in modo differenziato in funzione della tipologia di industria. Questo, in estrema sintesi, è il risultato dell’analisi contenuta nel rapporto “Digital Transformation Initiative: Maximizing the Return on Digital Investments” del World Economic Forum.

Il rapporto tra il mondo industriale e le tecnologie innovative non è sempre idilliaco proprio perché, spesso, l’adozione di nuovi strumenti e modi operativi comporta cambiamenti radicali non solo della struttura aziendale, ma anche del modo di pensare le strategie e gli investimenti per il futuro. Tuttavia, soprattutto in un tempo in cui la competizione è altissima, ed è sempre più traslata da scenari locali a un orizzonte globale, è necessario che ogni impresa, indipendentemente dalla tipologia di business e dalla dimensione, faccia i conti con i rischi e le opportunità correlate con il digitale, orientando il proprio percorso per intercettare in modo efficace le tecnologie più promettenti e indicate per la propria crescita e l’ottimizzazione dei costi e del profitto.

Vediamone più in dettaglio gli aspetti principali contenuti nel rapporto del WEF.

Aree principali di investimento tecnologico

Il rapporto si concentra su quattro macro-categorie di tecnologie innovative:

  • Le tecnologie cognitive, in particolare intelligenza artificiale e big data analytics: in sintesi, il complesso delle tecniche e degli algoritmi che consentono alle macchine di risolvere problemi complessi, come la comprensione del linguaggio naturale, o l’estrazione di informazioni preziose per uno specifico business  da grandi moli di dati
  • L’Internet of Things e i dispositivi connessi, in grado di comunicare autonomamente e trasferire informazioni attraverso protocolli di rete
  • La Robotica, intesa come la progettazione, la realizzazione e la messa in servizio di macchine avanzate per l’automazione di fabbrica
  • Infine, e non è di certo una sorpresa, gli analisi del WEF indicano nei social media, ed in particolare quelli correlati con le tecnologie mobili, il quarto ma non meno importante filone tecnologico di rilievo per l’industria del prossimo futuro: in effetti, l’approccio social consente di velocizzare ed agevolare i rapporti tra membri di una stessa organizzazione, o tra le organizzazioni e i clienti ed i fornitori. La combinazione dei social media e delle tecnologie di intelligenza artificiale consente di estrarre dalle comunicazioni una ingente quantità di informazioni utili per il business.

Ritorno dell’investimento

Di sicuro, una questione è di fondamentale importanza: trasformare talora radicamente un’azienda, introducendo le nuove tecnologie sopra descritte, che garanzie fornisce di guadagnarci effettivamente?

Il rapporto fornisce alcune efficaci risposte a questa domanda, articolate su quattro punti chiave:

  1. Il ritorno dell’investimento in nuove tecnologie è generalmente positivo: un fattore cruciale è utilizzare i quattro filoni tecnologici in combinazione tra di loro, ottenendo in questo modo incrementi di produttività fino a tre volte superiori rispetto a quelli derivanti dall’adozione di una singola tecnologia.
  2. Il ritorno dell’investimento è variabile in funzione della tipologia di industria. In particolare, i cosiddetti industry leaders (ossia, almeno nella maggior parte dei casi, le grandi corporation e i big players di uno specifico settore) tendono ad ottenere un ritorno di investimento più elevato dei followers, ovvero delle realtà che inseguono, provando a intercettare ed imitare i trend dettati dai leaders.
  3. Le cosiddette asset-heavy industries, ossia le realtà che posseggono materialmente i sistemi e le risorse per la produzione, ricavano un maggior vantaggio dall’investimento in robotica ed automazione di fabbrica. In una situazione diametralmente opposta si collocano le asset-light industries, che per lo più sfruttano l’outsourcing mantenendo quanto più possibile snella l’organizzazione interna, che traggono il maggior beneficio dall’investimento in mobile social media. Per sintetizzare, le realtà più solidamente ancorate alla produzione migliorano se rendono i loro sistemi di automazione più evoluti, mentre quelle con assetto più leggero, che per lo più si occupano di servizi, si avvantaggiano in modo determinante di una comunicazione efficiente ed al passo coi tempi.
  4. Passando invece alla classificazione già menzionata in industry leaders e followers, i primi hanno maggiori ritorni dall’investimento in mobile social media e robotica, mentre i secondi si avvantaggiano maggiormente sfruttando IoT e tecnologie cognitive: in altri termini, mentre chi si pone all’avanguardia tecnologica, spianando la strada a tutti i players del proprio settore, ha bisogno di innovare profondamente la propria struttura produttiva, e di migliorare in modo rilevante sia la comunicazione interna che quella verso i clienti e i fornitori, chi insegue al contrario deve sviluppare una sempre maggiore capacità di estrapolare informazioni dai grandi dati e potenziare la capacità di interconnessione dei proprio apparati e dispositivi. In ogni caso, il vantaggio in termini di incremento di produttività di chi si assume il rischio di investire in modo pioneristico sulle nuove tecnologie, ossia gli industry leaders, è più del doppio di quello dei followers.

Massimizzazione del valore dell’investimento digitale

Come ultimo step, dopo aver esplorato il panorama delle tecnologie più promettenti e aver descritto i possibili vantaggi nell’investimento, il rapporto si concentra su come ottenere da esso il massimo valore possibile. E, significativamente, il primo fattore cruciale di ottimizzazione consiste nell’assicurare che la leadership aziendale sia costantemente allineata sui temi dell’innovazione, sviluppando una vera cultura digitale che consenta di guidare la strategia ed indirizzare le scelte, mantenendo un buon livello di allineamento a tutti i livelli del management.

Questi aspetti di accrescimento culturale vengono addirittura prima dei seppur fondamentali adeguamenti dell’infrastruttura tecnologica, o dello sviluppo di un ecosistema di partnership con accademia ed enti di ricerca e di un atteggiamento orientato all’innovazione negli addetti e nei tecnici dell’organizzazione, mediante training ed assunzioni mirate.

Come a dire che, prima di tutto, per migliorare i profitti tramite la tecnologia chi regge il timone di una nave (ossia dell’impresa) deve avere una chiara visione proprio degli aspetti più strettamente tecnologici, e non può attendersi unicamente che la solidità o le caratteristiche avanzate della nave, unitamente alla perizia dell’equipaggio, conducano in acque prospere e sicure. Un messaggio, questo, di grande efficacia ed importanza per top e middle management di tutte le aziende che puntino ad essere competitive nel prossimo futuro.

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Gianpiero Negri

Laureato in Ingegneria Elettronica, un master CNR in meccatronica e robotica e uno in sicurezza funzionale di macchine industriali. Si occupa di ricerca, sviluppo e innovazione di funzioni meccatroniche di sicurezza di presso una grande multinazionale del settore automotive. Membro di comitati scientifici (SPS Italia) e di commissioni tecniche ISO, è esperto scientifico del MIUR e della European Commission e revisore di riviste scientifiche internazionali (IEEE Computer society - IEEE software). Sta seguendo attualmente un corso dottorato in matematica, fisica e applicazioni. È appassionato di scienza, tecnologia, in particolare meccatronica, robotica, intelligenza artificiale e matematica applicata, letteratura, cinema e divulgazione scientifica.

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