Ecco il Competence Center Manufacturing 4.0, la manifattura digitale riparte da Lingotto e Mirafiori

Pubblicato il 05 Set 2018

Lingotto Torino

Occuperà oltre 14 mila m2 all’interno del Lingotto, che fu il simbolo della nascita della grande industria in Italia e sede di produzione della Fiat, il Competence Center “Manufacturing 4.0“. E in futuro potrà sfruttare spazi molto più grandi in un altro luogo simbolo, quello di Mirafiori.

Il Centro di competenza costituito dal Politecnico e dall’Università di Torino con la partership di 24 imprese, primo classificato nella graduatoria del Mise, punta all’industria del futuro e proprio al settore manifatturiero, mettendo a punto nuove tecnologie, basate sull’introduzione capillare del digitale lungo tutta la catena dei processi produttivi, abbinate a nuovi modelli economici, a una nuova organizzazione del lavoro. Una scelta quasi obbligata in un contesto, come quello piemontese, nel quale la manifattura, componente forte del tessuto industriale, vede la presenza di grandi imprese di livello internazionale a cui sono collegate filiere di piccole medie aziende.

Ne abbiamo parlato con Paolo Fino, Direttore del Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino.

Delle linee pilota per sviluppare nuovi processi produttivi

“Noi abbiamo immaginato di costruire un Competence Center sulle reali competenze del territorio che vede il Piemonte da sempre legato alla componente hardware della manifattura di fabbrica”, spiega il professore. “Il concetto è quello delle pilot line, ovvero linee pilota capaci di diventare da una parte linee strategiche di sviluppo dei processi produttivi delle aziende e, dall’altro, essere la base di un nuovo sistema formativo legato, principalmente al training on the job, ma anche come sistema di traino per generare nuovi business nuove imprese”.

Addittive Manufacturing e Digital Twin per aprirsi a nuovi business

“In quest’ottica abbiamo considerato, con le aziende partner, le tecnologie più sviluppate sul territorio per potersi prestare a un ragionamento di questo tipo, e abbiamo individuato, come punto di partenza, tematiche che riteniamo fondamentali. Una di queste è l’additive manifacturing, le tecnologie addittive, in cui il Piemonte è all’avanguardia internazionale. Oggi abbiamo imprese leader, come la General Eletric, ma si tratta di far diventare queste piattaforme una ricchezza anche per le aziende delle filiere, per le piccole imprese che vogliono aprirsi a business in questa direzione”.

“Per molti – prosegue Fino – l’addictive manufacturing significa comprare una macchina e provare a fare i pezzi con lo stesso approccio con cui si facevano quelli tradizionali. A quel punto ci si rende conto che non è una tecnologia attrattiva e si abbandona la macchina in mezzo a una stanza.  La principale ricchezza, invece, è il know how delle persone e, quindi, bisogna spiegare molto bene ai tecnici come operare. Che vuol dire spiegare agli operatori come lavorare sulle nuove macchine, ma anche ai progettisti, agli ingegneri come rendere quella tecnologia congeniale e utile per i sistemi produttivi. Tutto questo richiede un grosso capitale di conoscenza che pochi possono permettersi di mettere in piedi da soli. E in questo il Competence Center diventa una base”.

Ci sono poi percorsi industriali meno legati alle attrezzature, come i digital twin dei processi produttivi. Anche questa è un linea pilota che svilupperemo. Lo faremo dal punto di vista dei processi gestionali all’interno dell’azienda, dove sono necessarie le competenze degli ingegneri gestionali, degli economisti, di chi si occupa di organizzazione dei sistemi aziendali. Ma anche dal punto di vista dei processi industriali, per i quali è necessario considerare l’impatto dell’ergonomia sui sistemi produttivi, legati alla fabbrica vera e propria e a come l’operaio deve lavorare. Per questo ci vogliono competenze di informatica, di sociologia del lavoro, di psicologia”.

Le grandi imprese partner per far crescere la PMI

La scelta del Competence Center è stata quella di aprire il partenariato prevalentemente alle grandi imprese. “Il nostro modello – spiega Fino – vede la struttura di base dei soci formata da due atenei piemontesi, Politecnico e Università di Torino, ma stiamo cercando di portare all’interno anche l’università di Catania creando un ponte ideale tra Piemonte e Sicilia, visto che abbiamo attività comuni. E poi ci sono le imprese, che sono prioritariamente grandi imprese. Società che hanno ruoli differenti nella nostra compagine, qualcuno è technology provider, altri hanno il ruolo di coordinare le filiere, per costruire un tavolo sul quale mettere a fattor comune tutte le esigenze e le competenze”.

“La scelta delle grandi aziende – sottolinea Fino – è stata fatta perché questo tipo di aziende sono quelle che hanno più facilità ad avere una strategia per il futuro e ad avere più chiaro il concetto di Industria 4.0. Queste peculiarità sono fondamentali per creare le linee guida attraverso le quali coinvolgeremo le pmi che  hanno bisogno di queste indicazioni per poter restare sul mercato”.

Formazione 4.0 per restare sul mercato

L’idea, quindi, è quella di mettere in piedi una formazione che vede nette differenze rispetto a quella tradizionale. Il Competence Center, infatti, non deve solo permettere alle aziende di avere tutte le conoscenze per andare sul mercato ma deve anche preoccuparsi di fare si che nella fase di sviluppo di questo processo il personale dell’azienda sia coinvolto nelle linee produttive,  per poter poi gestire la produzione nel tempo.

“Sull’additive manufacturing, ad esempio – prosegue Fino – significa insegnare agli ingegneri come bisogna progettare in un modo mirato, che cambia tutti i paradigmi classici. E questo accompagnamento delle aziende è il core, il concetto per cui è stata scelta la linea pilota come sistema formativo”.

Dal Lingotto a Mirafiori per far rinascere la manifattura piemontese

La sede del Competence, in una prima fase, sarà il Lingotto, dove ci sono spazi del Politecnico di Torino che potranno essere messi a disposizione. “Partiremo dall’utilizzo del quinto piano per poi allargarci, visto che abbiamo già altro spazio dove facciamo già attività di master. Il Lingotto si presta bene perché è una struttura industriale, ha una soletta che può reggere le macchine. La sede del Competence Center è affianco alla rampa della pista di collaudo sul tetto e quindi è particolarmente idonea anche per portare e movimentare strumentazioni”.

“Esiste, ovviamente, anche un certo appeal storico. Una rinascita della manifattura torinese che riparte da li ha anche un significato che supera la semplice applicazione del piano Industria 4.0. Questo è l’inizio perché l’area torinese sta lavorando per mettere in piedi un’infrastruttura più ampia, quella di Mirafiori, che vuole rendere simile al Manufacturing Technology Center di Coventry,  dove si potranno avere a disposizione spazi molto più ampi, con centinaia di migliaia di metri quadri per mettere insieme al Competence Center anche altre attività legate a insediamenti industriali e delle Università”.

Un secolo di lavoro in tre anni per far crescere il Competence Center

Fondamentale, ovviamente, il tema dei finanziamenti necessari per far crescere il centro, che si divide in contributi economici, di personale e strumentazione. “Abbiamo richiesto al Ministero quasi il massimo dei finanziamenti, più di 7 milioni a fondo perduto iniziali e 4 milioni per i progetti di innovazione – sottolinea Fino – a cui vanno aggiunti i contributi che abbiamo dalle imprese partner, che ammontano a 50 mila euro all’anno per triennio, quindi 150 mila euro a partner per un totale di circa 3,5 milioni“.

Ai partner sono stati, inoltre, richiesti contributi in personale, in tecnici, che possano essere operativi sul Competence Center e sviluppare le tecnologie Industria 4.0. “Qui abbiamo una forte adesione – spiega – e siamo intorno a 100 anni uomo di lavoro nei tre anni. Si tratta di 33 anni uomo di lavoro ogni anno, che tradotto in stipendi di azienda e costi industriali rappresenta un contributo di quasi una decina di milioni. E poi un contributo in tecnologie, difficile da quantificare economicamente. Dalle macchine di additive manufacturing che saranno messe a disposizione delle industrie a strutture per il digital twins, che andranno a formare una parte delle linee pilota”. Gli atenei coinvolti hanno, poi, messo a disposizione molte competenze presenti nei Dipartimenti, finalizzare a contribuire alla formazione e allo sviluppo di progetti di innovazione”.

Ecco le aziende partner del Competence Center

Sono 24 le aziende che hanno risposto all’avviso di evidenza pubblica per la  richiesta di manifestazione di interesseper partecipare al bando insieme alle due università. Si tratta di realtà industriali di spicco che si sono dichiarate pronte ad affiancare i due atenei in questo percorso di innovazione, a testimonianza del forte interesse nei confronti dell’iniziativa.

Le imprese che hanno aderito sono: 4D Engineering, Agilent Technologies, aizoOn Consulting, Altran Italia, Cemas Elettra, Consoft Sistemi, Eni, FCA Italy, Fev Italia, GE Avio, GM Global Propulsion Systems-Torino, Illogic, Iren, Italdesign, Leonardo, Merlo, Prima Industrie, Reply, Siemens, SKF Industrie, SPA Michelin Italiana, STMicroelectronics, Thales Alenia Space Italia, TIM.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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