ABB ridisegna lo stabilimento di Dalmine all’insegna della sostenibilità ambientale

Il sito produttivo bergamasco è riuscito a tagliare le emissioni di 2200 tonnellate annue di CO2, investendo nelle rinnovabili, nell’efficienza energetica e nell’economia circolare

Pubblicato il 23 Mag 2022

Dalmine - Vista aerea (1000)

La direzione indicata dal PNRR, nonché dal Piano Transizione 4.0, è chiara: coniugare quanto più possibile la spinta alla trasformazione digitale del sistema fabbrica con quella della sostenibilità.

Un percorso di questo tipo può essere realizzato anche negli stabilimenti produttivi esistenti, come dimostra l’esperienza del sito ABB di Dalmine. Parliamo di un’area industriale con una lunga storia alle spalle (costruita nel 1979) e tuttora di grande importanza per la multinazionale dell’automazione: nei 45.000 metri quadri di superficie sono progettate e prodotte apparecchiature e quadri elettrici di media tensione; inoltre il sito funziona anche da service per gli interruttori di bassa e media tensione.

Complessivamente a Dalmine lavorano circa 850 dipendenti, ma ormai da una quindicina di anni a questa parte ABB ha intrapreso un percorso di automazione delle attività produttive, all’insegna di un approccio basato sulla filosofia del lean manufacturing. Quadri e interruttori vengono infatti prodotti soltanto a valle dell’assegnazione di una specifica commessa, scelta che richiede dunque una notevole velocità e flessibilità della produzione. Non a caso, per diminuire le tempistiche, la fabbrica si caratterizza per la presenza di carrelli automatici, in grado di portare i materiali necessari al posto giusto, nonché di robot (ovviamente ABB) specializzati nelle operazioni di assemblaggio più routinarie e rischiose.

Tutto questo è poi corredato dalla presenza di soluzioni MES che consentono di controllare in tempo reale l’avanzamento dei lavori. La propensione verso Industria 4.0 è tale che nel 2020 ABB Dalmine è stata riconosciuta, insieme ai due siti di Frosinone e Santa Palomba, come Lighthouse Plant dal Cluster Fabbrica Intelligente.

Il paradigma di Industria 5.0

Questi miglioramenti che sono stati necessari a mantenere la competitività di quest’area nei mercati internazionali e che, da un certo punto in poi,  sono stati accompagnati da una politica di attenzione alla sostenibilità, sociale e ambientale.

Perché in un ambiente “come quello attuale, con tensioni geopolitiche ed emergenze, pandemia, scarsità materie prime, l’essere focalizzati solo sull’innovazione tecnologica non à più sufficiente. Per questo motivo abbiamo avviato un percorso verso quella che chiamiamo Industria 5.0, che guarda alla centralità delle persone, alla resilienza e alla sostenibilità”, ha evidenziato Massimiliano Callioni, Direttore dell’unità produttiva di Dalmine.

Sui primi due punti, il lavoro di ABB ha portato a una maggiore autonomia decisionale delle persone e alla regionalizzazione della catena di fornitura, così da attenuare il problema dello shortage.

Le iniziative per la sostenibilità ambientale

Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, invece, l’obiettivo è stato quello di avviare un percorso verso il “Mission to zero”, ossia verso una completa decarbonizzazione dell’impatto ambientale. Che secondo ABB può essere traguardato facendo leva su cinque diverse azioni:

  • L’utilizzo della tecnologia (anche in questo caso ABB) per il monitoraggio di consumi
  • L’implementazione di soluzioni per efficientare i consumi
  • Massimizzare al massimo utilizzo di energia elettrica (attraverso l’elettrificazione)
  • L’acquisto di energia verde certificata
  • La produzione di energia verde direttamente in sito

Queste cinque azioni sono state già in buona parte implementate presso il sito di Dalmine, che è già alimentato con il 100% di energia verde da fonti rinnovabili certificate da Enel Green Power. Inoltre i tre edifici della fabbrica sono stati dotati di 4.000 m2 di pannelli fotovoltaici, per una potenza di picco di 900 kWp, capaci di fornire circa il 20 per cento del fabbisogno energetico della fabbrica (con vantaggi anche economici visto il momento caratterizzato dal caro energia).

Il monitoraggio è assicurato da più di 70 sensori installati in tutto il sito; i dati sono poi trasmessi alla piattaforma ABB Ability Energy and Asset Manager che riesce a tracciare il consumo di energia per identificarne le inefficienze ed evidenziare le opportunità di risparmio energetico.

Sulla base di questi risultati, per esempio, l’illuminazione esterna è stata sostituita con lampade a LED ad alta efficienza, riducendo il consumo energetico di 76.000 kWh all’anno, ovvero l’energia necessaria per ricaricare la crescente flotta di veicoli elettrici del sito (dove sono presenti nove stazioni di ricarica).

Inoltre, nello stabilimento è presente un impianto di raffrescamento ad alta efficienza, il cui fabbisogno elettrico durante i mesi estivi è completamente assicurato dalla produzione fotovoltaica. Ulteriori iniziative interne hanno permesso la riduzione dell’uso della plastica e della carta, nonché la corretta raccolta dei rifiuti e la sensibilizzazione dei dipendenti.

Il progetto Mission to Zero

Grazie a questi interventi, in buona parte caratterizzati da un ritorno economico accettabile, ABB è riuscita a ridurre negli ultimi due anni le emissioni di CO2 di circa 2.200 tonnellate annue. In futuro si punterà a tagliare i consumi di metano, da cui dipende il riscaldamento dello stabilimento nel periodo invernale. E soprattutto, si cercherà di coinvolgere sempre di più la filiera nei progetti di sostenibilità.

“I nostri clienti vogliono rendere le loro supply chain più sostenibili e si rivolgono sempre più spesso a noi per le dichiarazioni ambientali di pro-dotto EPD (Environmental Product Declaration)”, ha evidenziato Alessandro Palin, presidente della Divisione Distribution Solutions di ABB. “Lo stabilimento di Dalmine è oggi un modello replicabile dai nostri clienti: è un esempio positivo di come tecnologie innovative e digitalizzazione possono ridurre le emissioni del 25% – un risultato notevole. In ABB collaboriamo con i nostri clienti per ridurre le loro emissioni annuali di CO2 di oltre 100 mega tonnellate entro il 2030, l’equivalente delle emissioni generate da 30 milioni di auto a combustione. Riducendo le emissioni ed eliminando i rifiuti in tutta la nostra catena di approvvigionamento, sosterremo i clienti nel realizzare i loro obiettivi di sostenibilità”.

In questa direzione va il programma aziendale Mission to Zero, che mira a creare esempi di siti produttivi ABB a basse emissioni che possano essere replicati da partner e clienti in tutto il mondo, sia in strutture nuove che in quelle già esistenti.

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Gianluigi Torchiani
Gianluigi Torchiani

Giornalista, si occupa da tredici anni di tecnologia per le imprese ed energia. Scrive per le testate del gruppo Digital360.

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