Aziende e start-up, ecco perché è vantaggioso collaborare: 11 benefici a portata di mano

Sempre più spesso anche colossi come PepsiCo e Saipem fanno Open innovation con realtà molto più piccole. Ecco i vantaggi (reciproci) delle partnership tra aziende e start-up

Pubblicato il 21 Feb 2020

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Sempre più spesso anche le grandi aziende, le multinazionali, i colossi mondiali, si ispirano alle start-up, scambiando con loro idee, progetti, risorse e collaborazioni.

“Al giorno d’oggi, l’innovazione early stage è l’unico modo in cui un’azienda può creare vantaggio competitivo. E questa tendenza sarà sempre più chiara nei prossimi anni. I giorni delle altissime barriere all’entrata sono finiti”. È il pensiero di Mauro Porcini, senior vice president di PepsiCo, azienda che ha creato un intero progetto dedicato all’innovazione early stage, il PepsiCo Design Center a New York: “Non solo investiamo in start-up esterne, ma creiamo anche innovazione interna attraverso squadre multidisciplinari che alleniamo a pensare e lavorare come start-up”.

Un altro gigante, in questo caso Made in Italy, che per muoversi in modo più efficace e veloce nel roboante mondo dell’innovazione si guarda attorno e attinge nuova linfa e slancio da realtà molto più ‘giovani’ e di piccole dimensioni, ma in grado di portare valore aggiunto, è Saipem, una delle più grandi aziende italiane nell’ambito energetico, che conta 35 mila dipendenti in tutto il mondo, ha fatto nascere in questi anni al suo interno un polo di Open innovation nella sua sede di San Donato Milanese: uno spazio dedicato al suo team di innovazione e alla contaminazione con le start-up.

Il fatto è che tra aziende già consolidate e start-up ambiziose, in ogni settore di attività, ci sono numerose ragioni pratiche e molto concrete per cui stabilire un clima collaborativo, e sedersi attorno a un tavolo può essere benefico per entrambe le parti. Ecco queste ragioni e motivazioni:

I benefici per le aziende

Innovazione dall’esterno e Disruption. Per proteggere la loro posizione strategica, le aziende hanno bisogno di comprendere i cambiamenti di mercato causati dalle nuove tecnologie o più in generale dall’innovazione che può avvenire nel loro settore.
Solo gli innovatori esterni hanno la totale libertà di sviluppare soluzioni davvero Disruptive, visto che a livello interno è molto facile che si tenda a proteggere lo Status quo.

Nuovi prodotti e nuove business line. La creazione di nuovi prodotti e di nuove business line, attraverso la collaborazione e il valore aggiunto che può portare la realtà di una start-up, significa nuove opportunità di mercato e nuove fonti di guadagno.

Rimanere sempre sul pezzo nel mercato. Molto spesso le grandi aziende si ritrovano a peccare di autoreferenzialità. Ecco dove l’ambiente start-up viene in aiuto: lavorare insieme agli innovatori è il modo più semplice per rimanere sempre aggiornati sui nuovi trend, e non solo tecnologici, che possono creare Disruption.

Il focus sui clienti. Le difficoltà per un’azienda molto strutturata nel mantenere questo focus sulle esigenze concrete dei clienti sono insite nella struttura stessa del business. Discorso diverso per le start-up, che tendono a innovare in modo strettamente connesso ai bisogni del cliente perché non sono imbrigliate in processi stabiliti.

Acquisizione di cultura imprenditoriale. Le start-up possono portare più apertura all’innovazione e all’imprenditorialità. Questo aspetto, nel mondo del business di oggi, è un fattore fondamentale per la sopravvivenza di un’azienda, perché non solo permette di reagire al cambio più velocemente ma, se i meccanismi sono oliati a dovere, pure di prevederlo.

Fornitori diversificati e innovativi. La collaborazione con le start-up, soprattutto in una prima fase, può configurarsi come un rapporto cliente-fornitore, in cui le aziende sono il cliente, le start-up i fornitori.

I benefici per le start-up

Mentoring. Il motivo principale per cui le start-up falliscono è proprio l’assenza di mentoring adeguato, che a volte si collega anche a una scarsa conoscenza del mercato. È essenziale quindi una collaborazione con un’azienda che è nel mercato da molto tempo e ne conosce bene i meccanismi di funzionamento

Vendite e canali di vendita. L’unico fattore vero per la sopravvivenza delle start-up nel lungo periodo (oltre al mentoring) sono le vendite. Purtroppo la cultura delle start-up spesso si adagia sui capitali raccolti e non si concentra sui reali numeri del fatturato. Nel quadro di collaborazione tra start-up e aziende, queste ultime, avendo una visione di lungo periodo e poggiando su una solida strategia, possono aiutare la crescita sostenibile delle realtà più piccole.

Internazionalizzazione. Molto spesso è complicato per una singola start-up, viste le risorse limitate, affacciarsi sui mercati esterni, sia in termini di fornitori, che di partnership, che di clienti. Per questo, la struttura di una multinazionale può venire in aiuto: sfruttare gli uffici all’estero, nonché i partner internazionali di un’azienda, è molto più semplice e molto meno rischioso che partire da zero.

I primi clienti. La collaborazione con una grande azienda aiuta la start-up a trovare una soluzione a uno dei principali problemi che la affliggono: quello del primo cliente. Ecco dove le grandi aziende possono venire in aiuto visto il loro vasto network di clienti o target.

Immagine e prestigio. Una collaborazione con un’azienda solida, strutturata, affermata, costituisce per una start-up un vantaggio anche in termini di immagine e prestigio, un biglietto da visita che si può sfruttare con altri interlocutori e con il mercato. Il fatto che un’azienda affermata abbia scelto di lavorare con una determinata start-up, facendo prima le dovute analisi e scelte, offre una garanzia maggiore di credibilità e affidabilità anche nei confronti degli altri operatori sul mercato.

Per tutti questi motivi, aziende già consolidate e start-up in cerca di successo hanno un reciproco interesse e vantaggio nel stringere accordi, partnership, nel definire e realizzare programmi di un percorso in comune.

Si aprono in questo modo spazi e progetti di Open innovation, in cui lo sviluppo di soluzioni innovative è il risultato di un efficace Mix di realtà, competenze e risorse diverse. In pratica, il piccolo Davide si allea con il gigante Golia, e l’intesa spesso è proficua per entrambi.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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