Ristrutturazione per il Ministero dello Sviluppo Economico, le nomine con il nuovo governo

Con la pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale parte la riorganizzazione del Miistero dello Sviluppo Economico. Le direzioni diventano 12, una di queste si occuperà specificamente di innovazione.

Pubblicato il 22 Ago 2019

Il ministero dello Sviluppo Economico

Calano da tre a due le direzioni generali che si occupano di Telecomunicazioni, Televisione e Poste, così come quelle che si occupano di Energia mentre vengono accorpate in un’unica direzione le politiche per l’internazionalizzazione e per il commercio internazionale, struttura che si dovrà occupare di temi particolarmente strategici come i dazi e gli accordi di libero scambio, oltre al lavoro di promozione del Made in Italy. E poi entra anche una parola nuova tra le direzioni, “innovazione”, che sostituisce il termine competitività, nella Direzione generale per la politica industriale.

Arriva sul “filo di lana”, subito dopo le dimissioni del governo, la rivoluzione voluta dal Ministro per lo Sviluppo Economico, Luigi Di Maio che, dopo aver cambiato alcuni vertici ha deciso la riorganizzazione della struttura con un nuovo elenco delle direzioni, che si riducono di numero passando da 15 a 12. Sulla Gazzetta ufficiale n.195 del 21 agosto, è stato, infatti, pubblicato, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il Regolamento concernente l’organizzazione del Ministero dello sviluppo economico.

Le nuove direzioni generali

Secondo la nuova organizzazione, quindi, il Ministero si articola in dodici Uffici di livello dirigenziale generale, coordinati da un Segretario generale.

a) Direzione generale per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese;

b) Direzione generale per la tutela della proprietà industriale – Ufficio italiano brevetti e marchi;

c) Direzione generale per gli incentivi alle imprese;

d) Direzione generale per il commercio internazionale;

e) Direzione generale per l’approvvigionamento, l’efficienza e la competitività energetica;

f) Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari;

g) Direzione generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica – Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione;

h) Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali;

i) Direzione generale per le attività territoriali;

l) Direzione generale per il mercato, la concorrenza, la tutela del consumatore e la normativa tecnica;

m) Direzione generale per la vigilanza sugli enti cooperativi, sulle società e sul sistema camerale;

n) Direzione generale per le risorse, l’organizzazione, i sistemi informativi e il bilancio

Dal quadro precedente, quindi, la Direzione generale per la politica commerciale internazionale e la Direzione generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi, vengono sostituite dalla Direzione generale per il commercio internazionale, mentre spariscono la Direzione generale per il mercato elettrico, le rinnovabili e l’efficienza energetica, il nucleare, e la Direzione generale per la pianificazione e la gestione dello spettro radioelettrico.

Il ruolo del Segretario Generale

Nella riorganizzazione resta fortemente centrale il ruolo di coordinamento tra le varie direzioni svolto dal Segretario Generale, carica ricoperta attualmente da Salvatore Barca. “Il Segretario generale del Ministero – ribadisce il decreto – opera alle dirette dipendenze del Ministro. Assicura il coordinamento dell’azione amministrativa, provvede all’istruttoria per l’elaborazione degli indirizzi e dei programmi di competenza del Ministro, coordina gli uffici e le attività del Ministero, vigila sulla loro efficienza e rendimento e ne riferisce periodicamente al Ministro”.

La Direzione generale per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese

In questo quadro assume grande importanza la Direzione generale per la politica industriale che, dopo le dimissioni di Stefano Firpo, è stata assegnata ad interim al direttore per il mercato e la concorrenza, Mario Fiorentino. La struttura, infatti, mantiene la gestione del piano Impresa 4.0, fondamentale per la crescita economica delle Pmi.

La prima competenza, riguarda proprio la “elaborazione e attuazione delle politiche per lo sviluppo della competitività del sistema imprenditoriale, attraverso la promozione della ricerca e dell’innovazione, la diffusione delle tecnologie digitali e delle nuove tecnologie, il trasferimento tecnologico, la sostenibilità ambientale”

Ma la direzione assume anche un ruolo nuovo, che la fa diventare centrale nella gestione delle aziende in difficoltà. Tra le nuove competenze assegnate dal decreto, infatti, ci sono anche: “crisi d’impresa; gestione stralcio del Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà; funzioni relative alla Struttura per le crisi di impresa e gestione delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza”.

La Direzione generale per gli incentivi alle imprese

La “cassaforte” del Ministero di Via Veneto resta, comunque, la Direzione generale per gli incentivi alle imprese, che si occupa della gestione, dell’assegnazione e della vigilanza e verifica nell’uso delle risorse messe a disposizione. La struttura avrà, tra l’altro, questi compiti

a) gestione del Fondo per la crescita sostenibile;

b) gestione del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese (PMI) e altri interventi per favorire l’accesso al credito;

c) gestione di programmi e interventi per la ricerca e sviluppo, l’innovazione tecnologica, gli appalti pre-commerciali, nonché di programmi connessi alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) finalizzati al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana;

d) gestione delle agevolazioni nella forma del credito d’imposta per la ricerca, l’innovazione e l’assunzione di lavoratori altamente qualificati e per la competitività delle imprese.

e) gestione degli interventi di agevolazione del Fondo nazionale per l’innovazione;

f) gestione di programmi e interventi, nell’ambito delle politiche di sviluppo e coesione, volti al superamento degli squilibri di sviluppo economico-territoriale e, nell’ambito delle politiche industriali, all’accrescimento della competitività ed al rilancio di aree che versano in situazione di crisi complessa e non complessa di rilevanza nazionale;

g) gestione di programmi e interventi per favorire la nascita di nuove imprese, con particolare riferimento alle imprese innovative;

h) gestione degli interventi di agevolazione in favore delle piccole e micro imprese localizzate all’interno delle Zone franche urbane (ZFU); i) gestione di programmi e interventi volti alla crescita della produttività delle imprese tramite l’efficienza energetica e al contenimento dei consumi energetici;

I tempi di attuazione, le nomine dal nuovo governo

Con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale inizia il percorso per le nomine che, vista la tempistica, potrebbero arrivare con un nuovo governo. In realtà il Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ne avrebbe la titolarità, visto che il governo resta in carica per il disbrigo degli affari correnti, e la funzionalità delle Direzioni del Ministero è strategica. Ma i tempi della burocrazia sembrano essere differenti.

L’ultimo articolo, infatti, spiega che “Le strutture organizzative esistenti, interessate dal processo di riorganizzazione di cui al presente decreto, e i corrispondenti incarichi dirigenziali, sono fatti salvi fino alla definizione delle procedure di conferimento degli incarichi dirigenziali di livello generale relativi alla nuova organizzazione del Ministero, da concludersi entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto”. A questi si aggiungono i 15 giorni necessari per l’entrata in vigore del Decreto e si arriva a due mesi, il tempo per finire nelle mani del prossimo esecutivo.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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