Dal bonus da 600 euro allo stop alle rate dei finanziamenti: tutte le misure del Cura Italia per i professionisti iscritti agli ordini

Tutte le misure del Decreto Cura Italia che potranno essere usufruite anche dai lavoratori autonomi e dai professionisti iscritti agli ordini. Dal bonus da 600 euro alla sospensione di mutui e finanziamenti, fino alla cassa integrazione per i dipendenti

Pubblicato il 29 Mar 2020

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Con il Decreto Cura Italia, il Governo ha voluto dare una prima risposta all’emergenza economica connessa all’epidemia da Covid-19, attraverso misure di sostegno al reddito di chi si trova in difficoltà, dai dipendenti agli autonomi. Tra le varie misure dedicate a questi ultimi, il Governo ha stanziato un bonus da 600 euro per il mese di marzo: un aiuto per commercianti, artigiani, professionisti alle prese con il calo (o l’interruzione) dei guadagni a causa delle misure restrittive adottate in tutta Italia. Non tutti gli autonomi però sembravano essere stati soddisfatti: se per quelli iscritti alla Gestione Separata dell’Inps, infatti, il decreto è molto chiaro, per quelli iscritti alle Casse di Previdenza Private (ingegneri, architetti, agenti di commercio, psicologi, veterinari, giornalisti, perfino i medici iscritti all’Enpam, in questo momento in prima linea nella lotta al virus) nei giorni successivi alla pubblicazione del testo del Decreto Cura Italia hanno prevalso incertezza e delusione.

Scriveva Alberto Oliveti, Presidente dell’Ente Previdenziale dei Medici e degli Odontoiatri (Enpam) e dell’Associazione delle Casse dei Professionisti (Adepp), che il decreto Cura Italia aveva considerato i professionisti delle casse private “al massimo da tutelare in ‘ultima istanza’: per tutti gli iscritti a Ordini e collegi è stato istituito un ‘Fondo per il reddito di ultima istanza’, con una dotazione pro-capite molto inferiore e con tempi, criteri e modalità di attribuzione lasciati all’incertezza”.

Un’incertezza che è terminata proprio in questi giorni, dopo che i Ministri del Lavoro e dell’Economia hanno firmato un decreto che ha chiarito che le risorse del “Fondo per il Reddito di Ultima Istanza” saranno utilizzate proprio per garantire un bonus da 600 euro (pari quindi a quello per gli autonomi iscritti all’Inps) agli autonomi delle casse private in difficoltà.

Una misura, questa, che si va ad aggiungere a quelle già previste per questa categoria particolare di professionisti:

  • Bonus da 600 euro
  • Moratoria fino al 30 settembre di mutui, leasing, finanziamenti
  • Sospensione delle rate dei mutui sulla prima casa
  • Accesso al Fondo di Garanzia per le PMI
  • Voucher baby sitter da 600 euro
  • Sospensione di versamenti, ritenute, contributi e Iva relativi al mese di marzo
  • Non applicazione delle ritenute d’acconto sui compensi ricevuti
  • Cassa Integrazione per i professionisti con dipendenti

Vediamole tutte nel dettaglio.

Il bonus da 600 euro

Con il decreto firmato dai Ministri del Lavoro e dell’Economia, il Governo ha destinato agli autonomi iscritti alle Casse di Previdenza Private un bonus da 600 euro. Dal primo aprile quindi ingegneri, architetti, periti industriali e tutti i professionisti appartenenti agli ordini privati potranno fare richiesta alla propria Cassa per ricevere un sostegno al reddito, ma solo a determinate condizioni. Il bonus è infatti destinato:

  • Ai lavoratori che abbiano percepito, nell’anno di imposta 2018, un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro
  • Ai lavoratori che, sempre nell’anno di imposta 2018, abbiano percepito un reddito complessivo compreso tra 35.000 e 50.000 euro e abbiano cessato, ridotto o sospeso la loro attività autonoma o libero-professionale di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, sempre a causa del virus Covid-19

L’articolo 2 del decreto precisa che per “cessazione di attività” si intende la chiusura della partita Iva nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 marzo 2020, mentre per “riduzione o sospensione dell’attività lavorativa” si intende una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito del primo trimestre 2020, rispetto al reddito del primo trimestre 2019, e che “a tal fine il reddito è individuato secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese sostenute nell’esercizio dell’attività”.

Per ottenere il bonus, gli interessati dovranno presentare alla propria Cassa un’autodichiarazione in cui si certifichi:

  • di essere lavoratore autonomo/libero professionista, non titolare di pensione
  • di non essere già percettore delle indennità previste dagli articoli 19, 20, 21, 22, 27, 28, 29, 30, 38 e 96 del decreto-legge 17 marzo 2020, n.18, né del Reddito di Cittadinanza
  • di non aver presentato per il medesimo fine istanza ad altra forma di previdenza obbligatoria
  • di rientrare nelle soglie di reddito sopra descritte o di averi chiuso la partita Iva tra il 23 febbraio e il 31 marzo 2020

Inoltre, bisognerà allegare una copia del documento d’identità in corso di validità e del codice fiscale, oltre alle coordinate bancarie o postali per l’accreditamento dell’importo.

“Si tratta di un primo intervento per fronteggiare immediatamente la situazione di emergenza”, ha spiegato Nunzia Catalfo, Ministro del Lavoro. “Siamo già al lavoro sulle nuove misure per il decreto aprile, dove l’obiettivo è di prevedere, per queste categorie di lavoratori, un indennizzo di importo superiore”.

Il Presidente dell’Associazione delle Casse, Alberto Oliveti, ha espresso soddisfazione per questa misura e ha aggiunto di attendersi “che il Governo accordi flessibilità alle anacronistiche regole di sostenibilità che limitano la possibilità delle Casse di aiutare i propri iscritti. Gli enti di previdenza privati vogliono intervenire con ulteriori forme di sostegno: ai Ministeri chiediamo rapidità nell’approvare le nostre delibere e che anche questi aiuti possano essere esentasse per chi li riceverà, in analogia con quanto stabilito per i lavoratori autonomi afferenti all’Inps”.

Le misure specifiche per ingegneri e periti industriali

Le singole Casse infatti in alcuni casi hanno già approvato misure di sostegno ai propri iscritti, che devono però essere approvate dai Ministeri.

Inarcassa, la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti, lo scorso 13 marzo ha messo in campo una serie di interventi, sia in termini di sospensione degli adempimenti fiscali che di sussidi e liquidità agli iscritti.

Ecco le nuove scadenze per alcuni pagamenti:

  • Per le rate dei piani di corso, dei nuovi addebiti compresi nel periodo dall’1 marzo al 30 giugno, e per la prima rata del conguaglio del 2018, la scadenza è stata spostata al 31 luglio 2020
  • Per il pagamento delle rate dei contributi minimi del 30 aprile e del 30 giugno, la scadenza è stata spostata al 31 agosto 2020
  • Per la prima e la seconda rata dei contributi minimi relativi al 2020, la scadenza è stata spostata al 31 dicembre 2020, ma potrà essere pagata senza interessi fino al 30 aprile 2021

Le attività di riscossione coattiva sugli importi non pagati relativi agli anni precedenti al 2020 è sospesa fino al 31 dicembre 2020.

Sul piano della liquidità, Inarcassa dà ai propri iscritti in regola la possibilità di ricevere finanziamenti fino a 50.000 euro, da restituire in 5 anni, con il 100% degli interessi a carico della Cassa. La polizza sanitaria è stata estesa ai casi di Coronavirus, ed è stato introdotto anche un sussidio per gli iscritti e i pensionati (coniugi e figli compresi) contagiati dal Covid-19, indipendentemente dalla regolarità del pagamento dei contributi. L’importo del sussidio è:

  • 5.000 euro in caso di decesso
  • 3.000 euro in caso di ricovero
  • 1.500 euro in caso di positività senza ricovero

Infine è stato introdotto un sussidio una tantum per i genitori di bambini con età inferiore ai 12 anni, che si va ad aggiungere al bonus baby sitter istituito dal Decreto Cura Italia.

Anche l’Ente dei Periti Industriali (Eppi) ha disposto alcune misure a sostegno dei propri iscritti. Sul piano dei versamenti contributivi, è stato rinviato al 16 novembre 2020 il pagamento del secondo acconto e del saldo relativo al 2019. Il pagamento di questi importi si potrà effettuare anche a rate (fino a un massimo di 12 di pari importo) senza interessi di dilazione. È invece il 10 dicembre 2020 la nuova scadenza per gli addebiti diretti delle rate del periodo aprile-novembre. Fino al 16 novembre sono sospese nuove azioni legali su importi scaduti per gli anni precedenti al 2020, ad eccezione delle azioni giudiziali già avviate.

La polizza sanitaria per gli iscritti all’Eppi è stata resa gratuita, ed è stato introdotto un contributo economico per chi è stato affetto da Covid-19, il cui valore è:

  • 2.000 euro per quarantena con sorveglianza attiva o permanenza domiciliare
  • 3.000 euro per ricovero diverso dalla terapia intensiva
  • 4.ooo euro per ricovero in terapia intensiva
  • 5.000 euro per decesso

Per quanto riguarda la liquidità, gli iscritti potranno sfruttare una convenzione sui confidi e ricevere contributi in conto interessi sui mutui o su alcuni prestiti. Chi ha richiesto un credito a causa della contrazione del fatturato, avrà diritto a un sussidio.

Moratoria di mutui, leasing, finanziamenti

Il Ministero dell’Economia e delle Finanza ha precisato che la moratoria di mutui, leasing e finanziamenti per microimprese e PMI prevista dall’articolo 56 del Decreto Cura Italia si applica anche ai professionisti e agli autonomi dotati di Partita Iva. Vengono quindi congelate fino al 30 settembre le linee di credito in conto corrente, i finanziamenti per anticipi su titoli di credito, le scadenze di prestiti a breve e le rate di prestiti e canoni in scadenza, senza nuovi e maggiori oneri per entrambe le parti, beneficiari e banche. Spetta al beneficiario decidere se chiedere la sospensione dell’intera rata, dell’intero canone o solo della quota capitale.

Per poter usufruire della moratoria il beneficiario non deve avere esposizioni deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorat) o rate scadute (non pagate o pagate solo parzialmente) da più di 90 giorni a partire dal 17 marzo 2020.

La dichiarazione deve essere inviata alle specifiche banche, intermediari finanziari vigilati e altri soggetti abilitati alla concessione del credito in Italia, i quali devono obbligatoriamente accettare le comunicazioni di moratoria che rispettano i requisiti. Si può utilizzare la Posta Elettronica Certificata (Pec) o “altri meccanismi che consentano di tenere traccia della comunicazione con data certa” ma, raccomanda il Ministero, “è utile che si contatti comunque la banca o l’intermediario finanziario per valutare le opzioni migliori”.

Per essere valida, nella comunicazione si deve dichiarare:

  • il finanziamento per il quale si presenta la comunicazione di moratoria
  • di aver subito in via temporanea carenze di liquidità quale conseguenza della diffusione dell’epidemia da Covid-19
  • di soddisfare i requisiti per la qualifica di microimpresa, piccola, media impresa o lavoratore autonomo/professionista dotato di Partita Iva
  • di essere consapevole delle conseguenze civili e penali in caso di dichiarazioni mendaci ai sensi dell’art. 47 DPR 445/2000

L’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha messo a disposizione un fac-simile della richiesta di moratoria da presentare alle banche. È disponibile qui.

Sospensione delle rate dei mutui sulla prima casa

Con un decreto pubblicato il 28 marzo sulla Gazzetta Ufficiale, il Ministro dell’Economia ha integrato il regolamento del Fondo di Solidarietà Gasparrini, il quale prevede che “i titolari di un mutuo contratto per l’acquisto della prima casa che siano nelle situazioni di temporanea difficoltà previste dal regolamento, possono beneficiare della sospensione del pagamento delle rate fino a 18 mesi”. Il Decreto Cura Italia ha esteso i benefici ai lavoratori autonomi (anche quelli iscritti alle Casse Private) che abbiano subito un calo del proprio fatturato superiore al 33% rispetto al fatturato dell’ultimo trimestre 2019.

Inoltre, per accedere al Fondo non è più richiesta la presentazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) ed è stato previsto che il Fondo sopporti il 50% degli interessi che maturano nel periodo della sospensione.

Come chiarisce una nota del Ministero, “per ottenere la sospensione del mutuo, il cittadino in possesso dei requisiti previsti per l’accesso al Fondo deve presentare la domanda alla banca che ha concesso il mutuo e che è tenuta a sospenderlo dietro presentazione della documentazione necessaria“, la cui modulistica (compilabile online) è stata pubblicata sul sito internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze. È disponibile a questo link.

Accesso al Fondo di Garanzia per le PMI

Anche i professionisti con Partita Iva iscritti alle Casse Private possono accedere ai benefici legati al potenziamento del Fondo di Garanzia per le PMI, introdotto con il Decreto Cura Italia. Come precisa una nota del Ministero dell’Economia, infatti, “è previsto l’avvio di una linea per la liquidità immediata (fino a 3.000 euro) per gli imprenditori persone fisiche (le cosiddette partite Iva, anche se non iscritti al registro delle imprese) con accesso gratuito senza bisogno di alcuna valutazione da parte del Fondo, che si affianca alle garanzie all’80% già attive sul micro-credito e sui finanziamenti fino a 25.000 euro (cosiddetto importo ridotto)”. Il professionista danneggiato dall’emergenza Covid-19 potrà godere di una garanzia diretta dello Stato all’80% (e al 90% in riassicurazione) per nuovi finanziamenti fino a 18 mesi erogati da banche, intermediari finanziari e altri soggetti abilitati alla concessione di credito.

Le procedure di attivazione del finanziamento sono state indicate in una comunicazione direttamente sul sito del Ministero dello Sviluppo, “in attesa di successive modifiche alla procedura” (così si legge nella nota). A questo link è possibile consultare il documento.

Per applicare queste misure, il Ministero dell’Economia, la Banca d’Italia, l’Associazione Bancaria Italiana e il Mediocredito Centrale hanno costituito una Task Force (che sarà da subito operativa) “per mettere le banche e i soggetti interessati a conoscenza delle nuove procedure e per agevolarne l’utilizzo”.

Bonus baby sitter

Anche i professionisti e gli autonomi possono beneficiare del Bonus baby sitter da 600 euro (erogabile tramite il libretto famiglia) previsto dal Decreto Cura Italia per chi ha figli fino a 12 anni.

Con la Circolare 44 del 24 marzo 2020, l’Inps ha infatti chiarito che il bonus “è altresì riconosciuto ai lavoratori autonomi non iscritti all’Inps; al comma 9, infatti, l’articolo 23 prevede che tale agevolazione possa essere riconosciuta anche agli iscritti a casse non gestite dall’Inps (quali, ad esempio, le casse professionali), subordinatamente alla comunicazione, da parte delle rispettive casse previdenziali, del numero dei beneficiari”.

L’Inps chiarisce comunque che i soggetti delle casse private interessati “potranno utilizzare il modello di domanda predisposto dall’Inps, per effettuare la richiesta della prestazione, prenotando il relativo budget”. Nella circolare dell’Inps sono indicate le modalità di richiesta del bonus.

Le altre misure per i professionisti delle Casse Private

I professionisti iscritti alle Casse Private rientrano tra i beneficiari della sospensione di versamenti, contributi e Iva di marzo, che dovranno essere pagati (senza sanzioni e interessi) in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2020, oppure con massimo 5 rate mensili di pari importo a partire da maggio 2020. Unica condizione è non aver ottenuto ricavi superiori a 2 milioni di euro nel 2019.

I professionisti delle Casse Private possono poi beneficiare della possibilità (da parte dei sostituti d’imposta) di non operare la ritenuta d’acconto sui pagamenti eseguiti dal 17 al 31 marzo 2020. La ritenuta andrà versata entro l’1 giugno 2020 (sempre in unica soluzione o con massimo 5 rate).

Le condizioni sono:

  • Avere la residenza in Italia
  • Aver conseguito ricavi inferiori a 400.000 euro nel 2019
  • Non aver sostenuto nel mese di febbraio 2020 spese per stipendi dipendenti o assimilati
  • Rilascio al sostituto di una dichiarazione che attesti il possesso dei requisiti

Cassa integrazione anche per i dipendenti dei professionisti

Infine, se i professionisti appartenenti agli Enti di Previdenza Privati sono datori di lavoro e hanno dei dipendenti, possono metterli in Cassa Integrazione con causale “Emergenza Covid-19”, come prescritto dall’articolo 22 del Decreto Cura Italia.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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