Ad un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, iniziano a delinearsi gli effetti della pandemia sulle imprese: quelle che hanno saputo accelerare i processi di automazione e digitalizzazione prevedono di incrementare o mantenere invariato il proprio organico, mentre le altre prevedono di ridurlo nei prossimi mesi. Sono questi i dati che emergono dalla nuova ricerca del ManpowerGroup “Skills Revolution Reboot”, presentata nel corso della Davos Agenda del World Economic Forum.
L’indagine, condotta su un panel di oltre 26.000 datori di lavoro in più di 25 Paesi nel mondo, ha sottolineato come la pandemia abbia trasformato le priorità delle aziende e dei lavoratori (con salute e benessere al primo posto) e il rischio per molte imprese di essere escluse dalla ripresa.
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Le differenze dell’impatto della pandemia sulla digitalizzazione delle imprese
Non tutte le aziende hanno risposto allo stesso modo alle sfide sollevate dalla pandemia: i datori di lavoro in Germania, Austria, Giappone e Italia riferiscono che l’automazione ha avuto un’accelerazione per lo più come risultato del Covid-19 mentre negli U.S.A, Francia e Regno Unito c’è stata minore accelerazione.
Questa accelerazione, a cui non sempre sono seguiti piani strutturati di digitalizzazione (soltanto il 17% degli intervistati ha dichiarato di averli elaborati), ha permesso a molte aziende di arginare gli effetti negativi della crisi: l’86% delle aziende che ha digitalizzato e automatizzato i propri processi ha infatti dichiarato di voler aumentare o lasciare invariato il proprio organico nei prossimi mesi, a fronte dell’11% che pianifica invece di ridurlo.
Tra le figure più interessate dagli effetti della pandemia all’interno delle aziende ci sono quelle delle risorse umane, divenute ora una priorità per il business: le organizzazioni che stanno automatizzando di più stanno anche pianificando aumenti significativi nell’organico HR (aumento netto del +15%).
Un cambiamento rispetto al 2018, quando la maggior parte dei datori di lavoro prevedeva che l’organico delle risorse umane non sarebbe cresciuto. Cambiano anche le priorità a lungo termine delle risorse umane: per il 63% dei leader HR intervistati, infatti, salute e benessere saranno al primo posto dell’agenda del 2021.
Alcune aziende rischiano di rimanere fuori dalla ripresa
La ricerca mette in guardia sul rischio di alcune aziende di venire escluse dalla ripresa. “Ad un anno dall’inizio della pandemia, stiamo però assistendo all’emergere di una ripresa a forma di K, alcune aziende e alcune persone si stanno riprendendo più velocemente e meglio di altre – ovvero quelle nei settori in crescita e quelle ad alta competenza – mentre altre rischiano di rimanere più indietro”, commenta Jonas Prising, presidente e CEO di ManpowerGroup.
Per questo, sottolinea Prising, la sfida più importante rimane dunque quella di aiutare le persone a preparare, sviluppare e riqualificare le proprie competenze per poter ricoprire i ruoli più ricercati. A questo scopo, Manpower offre soluzioni innovative per aiutare le organizzazioni e i lavoratori a sviluppare le competenze necessarie, quali:
- SkillsInSigh: aiuta le persone a identificare i loro punti di forza e le loro preferenze lavorative e aiuta le organizzazioni a prevedere la possibile compatibilità di un individuo al ruolo
- MyPath: aiuta a far crescere il talento da un ruolo professionale ad un altro, da settori in crisi, a settori in crescita, colmando il divario di competenze, migliorando l’occupabilità delle persone e aiutando ad affrontare l’impatto economico e sociale della pandemia
- Academy Experis Tech: collaborano con una ampia rete di clienti, Scuole tecniche e Università per progettare percorsi formativi dedicati a studenti che possono prevedere esperienze on the job, anche prima che il percorso formativo venga completato.