ITS, l’80% dei diplomati lavora a un anno dalla fine degli studi

I dati del Monitoraggio nazionale 2019 sul Sistema ITS. Il ministro Bussetti: “Stanziati in anticipo 32 milioni di euro che le Regioni potranno destinare al fondo per il finanziamento degli ITS”

Pubblicato il 15 Mag 2019

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L’80% degli studenti usciti dagli ITS lavora a un anno dal diploma. È uno dei dati che emergono dal Monitoraggio nazionale 2019 sul Sistema ITS effettuato dal Ministero dell’Istruzione, università e ricerca.

I dati del monitoraggio

La rilevazione si è concentrata sugli esiti occupazionali a dodici mesi dal diploma per le studentesse e gli studenti che hanno concluso i percorsi presso gli ITS fra il primo gennaio e il 31 dicembre 2017 e ha riguardato 139 percorsi ITS erogati da 73 Fondazioni ITS su 103 costituite, 3.367 iscritti e 2.601 diplomati.

L’80% dei diplomati (2.068) ha trovato lavoro entro un anno dal diploma, nel 90% dei casi (1.860) in un’area coerente con il percorso di studi concluso. Del 20% dei non occupati o in altra condizione, il 10,3% non ha trovato lavoro, il 4,8% si è iscritto a un percorso universitario, il 2,1% è in tirocinio extracurricolare e il 2,8% è risultato irreperibile.

Quanto alle tipologie di contratto, il 49,3% degli occupati è stato assunto con contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato: questa è stata la tipologia contrattuale più utilizzata in tutte le aree tecnologiche. Uniche due eccezioni Mobilità sostenibile, per la quale prevale il contratto a tempo indeterminato o lavoro autonomo in regime ordinario e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, area nella quale prevale l’apprendistato.

La distribuzione del tasso percentuale di occupati per area tecnologica mostra che le aree tecnologiche con le migliori performance occupazionali sono Mobilità sostenibile (83,4%) e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (82,5%). Tra gli ambiti del Made in Italy, Sistema meccanica (91,9%) e Sistema moda (86,3%) ottengono i migliori risultati. Esiti occupazionali meno significativi si registrano per Efficienza energetica (72,2%), Nuove tecnologie della vita (72,7%) e, per gli ambiti del Made in Italy, Sistema casa (57%).

Il 45% dei percorsi formativi (62 sui 139 monitorati) ha avuto accesso alla premialità. Le aree tecnologiche con il rapporto più alto tra percorsi premiati e percorsi monitorati per le Nuove tecnologie per il Made in Italy sono Sistema meccanica (86,3%) e Sistema Moda (62,5%). Per il restante delle aree tecnologiche: Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (69,2%) e Mobilità sostenibile (61,1%). Le Regioni con il maggior numero di percorsi premiati sono la Lombardia (con 12 percorsi), il Veneto (con 12 percorsi) e l’Emilia-Romagna (con 8 percorsi).

Studenti e imprese

Gli studenti sono giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni (il 44,9%) e 18 e 19 anni (il 32,3%), in prevalenza maschi (il 72,6%), provenienti dagli Istituti tecnici (il 62,3%). Rilevante la percentuale di iscritti con diploma liceale (21,3%). Un dato interessante è relativo ai fuori sede: il 13,3% degli iscritti risiede in una regione diversa rispetto a quella della sede del percorso. È molto elevata la percentuale per l’area tecnologica della Mobilità sostenibile (33%).

Gli esiti del Monitoraggio nazionale 2019 sottolineano l’efficacia e la stabilità del canale formativo terziario professionalizzante degli ITS, che si confermano una delle novità più significative nel panorama della formazione terziaria professionalizzante. Una novità che ha convinto le imprese. I dati dimostrano che gli ITS rispondono a un bisogno reale delle imprese e colgono le diverse tendenze del mercato del lavoro. Infatti, il partenariato delle Fondazioni ITS coinvolte nel monitoraggio è costituito per il 37,4% da imprese. Nelle attività di stage le imprese coinvolte sono state 2.467 (ricorrenze). Nel 30% dei percorsi realizzati, le tecnologie abilitanti 4.0 sono utilizzate nelle attività didattiche come strumenti per realizzare prodotti.

Il ministro Bussetti: “Stanziati 32 milioni di euro per gli ITS”

“Gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano un segmento relativamente giovane del nostro sistema formativo, che ha già dimostrato di essere una punta di eccellenza: il numero degli iscritti a queste realtà aumenta di anno in anno, a testimonianza dell’alta qualità dell’offerta formativa e della garanzia di un quasi immediato ingresso nel mondo del lavoro”, ha spiegato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti.

“Come Governo – ha proseguito – sosteniamo queste istituzioni: il nostro Paese ha bisogno di tecnici qualificati in grado di inserirsi nei settori strategici del sistema economico-produttivo. Ho firmato il decreto che stanzia 32 milioni di euro che le Regioni potranno destinare al fondo per il finanziamento degli ITS. Con largo anticipo rispetto al termine che la legge fissava a settembre. Grazie a questo provvedimento, ci saranno a disposizione 10 milioni in più rispetto all’anno precedente. Ventidue potranno essere erogati subito, mentre la quota rimanente sarà utilizzata a titolo di premialità. Con queste risorse, saranno circa 3.000 i giovani in più che, terminata la Scuola secondaria di secondo grado, potranno accedere agli Istituti Tecnici Superiori. Il nostro obiettivo è far sì che ciascun ragazzo trovi la propria strada. E costruire un legame tra formazione e lavoro”.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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