Meno discriminazione, più occupazione: l’Italia delle tecnologie ha bisogno delle donne

Il progetto “Girls code it better” di Costanza Turrini è un’iniziativa promossa dalla fondazione Officina Futuro per avvicinare le studentesse delle medie ai settori STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e superare il divario che vede ancora oggi le donne meno presenti in settori accademici e professionali legati alla tecnologia.

Pubblicato il 29 Giu 2020

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Quello delle donne meno brave nelle materie scientifiche è uno stereotipo noioso contro cui combattere a suon di cultura. In questa direzione va il progetto “Girls code it better” di Costanza Turrini, un’iniziativa promossa dalla fondazione Officina Futuro e supportata da realtà private come Sew Eurodrive. Lo scopo è creare laboratori scolastici di programmazione, per avvicinare le studentesse delle medie ai settori STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e superare il divario che vede ancora oggi le donne meno presenti in settori accademici e professionali legati alla tecnologia.

Donne e tecnologia, l’Italia quartultima in Europa

Nella maggior parte dei Paesi Ocse, le donne sono meno rappresentate nelle professioni più remunerative, come quelle tecniche e scientifiche, nonostante raggiungano livelli superiori di istruzione rispetto ai colleghi maschi. La prima edizione del Women in Digital Scoreboard, indice di valutazione annuale lanciato dalla Commissione Europea, mostra che l’Italia è al quartultimo posto nella classifica europea che monitora la partecipazione femminile all’economia digitale.

“Le donne rappresentano il 52% della popolazione europea – osserva Mariya Gabriel, Commissaria europea – ma solo il 17% di loro lavora in ambiti legati all’ICT, per cui dobbiamo sbloccare il potenziale delle donne nel dare slancio all’economia digitale. Governi, aziende, educatori e la società civile in generale – conclude Mariya Gabriel – devono intraprendere azioni decisive per modificare questo trend”.

Il progetto

Proprio nell’ambito di questo contesto generale si pone il progetto Girls Code it Better, che prevede la formazione in ogni scuola di un club di studentesse impegnato in un percorso di circa quattro mesi di incontri extracurricolari pomeridiani: “Il progetto con il prossimo anno scolastico arriva alla settima edizione. È nato con l’obiettivo di capire come sia possibile scardinare lo stereotipo che vede le ragazze poco inclini alle materie scientifiche”, spiega Turrini.

Infatti, “non ci sono evidenze biologiche che dicono che le ragazze non possono occuparsi di scienza, anzi, abbiamo prove che rispetto a queste competenze i cervelli sono simili e anzi la capacità delle ragazze di essere molto logiche le fa essere ottime candidate”. Tuttavia, prosegue la fondatrice del progetto, “dalla prima alla terza media le ragazze cambiano, ci dev’essere qualcosa nella cultura che trasferiamo che porta a ciò, perché quando una ragazza diventa adolescente inizia a restringere i suoi campi di interesse. Va anche sottolineato che solitamente a livello di comunicazione si offre di più ai maschi per queste materie”.

L’obiettivo

Lo scopo del progetto è proprio quello di favorire l’avvicinamento delle giovani donne alla scienza, prima come materia di studio e poi come lavoro: “Vorremmo creare un progetto che possa essere organizzato in tutte le scuole gratuitamente, perché le nostre beneficiarie non dovranno mai essere escluse. Su tutte le ragazze delle classi noi ne sorteggiamo venti e partecipano al percorso”, spiega Turrini. In tutto “abbiamo formato 3.460 ragazze, siamo presenti in undici regioni”. Il progetto è proseguito anche durante l’emergenza sanitaria, perché “le ragazze coinvolte hanno voluto proseguire”.

Turrini spiega che il metodo di lavoro proposto presenta un problema che le ragazze dovranno andare a risolvere con la tecnologia. Inoltre, a interagire con le studentesse è solitamente un tecnico, come un maker, non si chiede agli insegnanti di formarsi su competenze specifiche.

L’interesse di Sew-Eurodrive

Sew-Eurodrive Italia, filiale italiana di uno dei maggiori player tedeschi nel settore dell’automazione industriale, ha deciso di sostenere questo progetto nell’ambito delle sue attività legate alla Corporate Social Responsibility.

Una responsabilità verso il contesto socio-economico alla quale l’azienda non vuole certamente sottrarsi: “Vogliamo assumere un ruolo operativo – osserva Giorgio Ferrandino, General Manager – nella creazione di un futuro sostenibile e costruire un contesto lavorativo in cui ogni forma di discriminazione è bandita: il rispetto dei diritti umani è un prerequisito essenziale per una società sostenibile”.

L’idea di Sew-Eurodrive è di offrire un contributo attivo che vada oltre la donazione economica e passi per la sensibilizzazione sull’argomento di tutti i contatti di business, a partire dai clienti. “In passato – spiega Ferrandino – abbiamo fatto altre iniziative sul territorio, come quella di aprire le porte della nostra sede alle scolaresche. E sempre ne siamo usciti tutti – noi e i ragazzi – arricchiti dal punto di vista umano e culturale. Ecco perché riteniamo che un impegno attivo su un tema come questo sia di grande importanza”.

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P
Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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