Si è concluso a Palazzo Piacentini, sede del Ministero delle Imprese e del made in Italy, l’incontro tra imprese e governo che ha visto partecipare, accanto al ministro Adolfo Urso, anche il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione, Tommaso Foti.
Al tavolo i rappresentanti delle imprese, dei periti, degli EGE e delle altre figure interessate al piano Transizione 5.0.
Nel corso della riunione il ministro Urso ha comunicato che nella serata del 20 novembre sarà emanato un decreto-legge su Transizione 5.0 e Transizione 4.0, “con l’obiettivo di garantire che tutti coloro che hanno presentato o presenteranno domanda possano, se in possesso dei requisiti, accedere all’incentivo programmato”.
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Nuove procedure e chiusura al 27/11
Il decreto dovrebbe introdurre nuove procedure – verosimilmente per risolvere il nodo delle risorse prenotate ma potenzialmente inutilizzate – e fissare la chiusura della piattaforma al 27 novembre 2025.
“In questo modo – ha detto Urso – consentiremo agli imprenditori di completare la
domanda e potremo arrivare a metà dicembre con una fotografia precisa dei fabbisogni, necessaria per programmare le coperture finanziarie con gli strumenti più adeguati. Nessuno verrà lasciato indietro”.
In chiusura è intervenuto anche il Ministro Giorgetti con una dichiarazione lapidaria: “Abbiamo affrontato con un approccio serio una tematica complessa e quindi tutti gli imprenditori seri con un progetto di investimento serio avranno soddisfazione”.
Orsini: “Bene il passo indietro del Governo”
“Bene il passo indietro del Mimit”, ha commentato il presidente degli industriali Emanuele Orsini, “perché vuol dire che i ministri Urso, Giorgetti e Foti tengono alle imprese italiane”, c’è la presa di coscienza che sono da salvaguardare”.
Nel corso della riunione era stato proprio Orsini a fare la domanda più importante: “Garantirete la copertura di tutte le domande?” a cui Urso ha risposto affermativamente.
“Salvare gli investimenti delle imprese che fino al 27 novembre presenteranno progetti che rispondono ai requisiti vuol dire salvaguardare la fiducia tra imprese e istituzioni”, ha aggiunto Orsini, che però ha anche invitato il Governo a “fare un passo in più fino al 31 dicembre 2025”.
La CNA – Confederazione Nazionale Artigiani ha espresso apprezzamento per l’impegno del Governo “a tutelare i diritti e assicurare le risorse nei confronti delle imprese che hanno presentato le domande per Transizione 5.0 dopo il 7 novembre pur esprimendo rammarico per l’anticipo della chiusura dei termini dal 31 dicembre al prossimo 27 novembre”. L’associazione ha però rinnovato le riserve sulle modalità e il timing della Nuova Transizione 5.0 che entrerà in vigore a inizio 2026 e chiede che per gli importi sotto la soglia dei 500mila euro sia confermato lo strumento del credito d’imposta nella misura del 35% per gli investimenti digitali e del 45% per quelli funzionali alla transizione ambientale (proposta oggetto di diversi emendamenti al disegno di legge di bilancio).
Legacoop valuta positivamente l’iniziativa del Governo. “La proposta – pur prevedendo una chiusura della Piattaforma in tempi molto ravvicinati e non estendibili fino al 31 dicembre – ristabilisce una continuità nel diritto, garantisce certezza nella fruizione del beneficio, allontana il rischio di potenziali conseguenze negative a livello economico-finanziario per le imprese che hanno programmato i propri investimenti in innovazione verde e digitale, sapendo di poter contare sul beneficio previsto”.
Giacomo Cantarella di AssoESCO ha detto “Valutiamo positivamente che venga lasciata una, seppur breve, finestra per il completamento delle domande. Stiamo già dialogando con gli uffici tecnici perché la nuova transizione 5.0, prevista in manovra, possa essere efficace e pienamente compatibile con l’Energy Performance Contract. Su questo specifico punto oggi abbiamo ricevuto pubbliche rassicurazioni”.












